sant'ambrogio
L’eredità dimenticata
40 anni fa, il 16 ottobre 1978, Wojtyla diventava Papa. Un Magistero da riscoprire e difendere per la sua attualità. Ne parlano sul dossier del Timone: il cardinale Gerhard Muller, monsignor Luigi Negri, Bernardo Cervellera, Mauro Gagliardi, Stanislaw Grygiel e Flora Gualdani
01 Ottobre 2018 - 06:16
- La Redemptor hominis del 1979, in cui papa Wojtyla, ha scritto Ratzinger, «offre la sua personale sintesi della fede cristiana» e che ancora oggi «può essere di grande aiuto a tutti quelli che sono in ricerca». In quel documento, scrive monsignor Luigi Negri, si coglie «lo slancio di una Chiesa nella baldanza di annunciare Cristo al mondo, senza complessi di inferiorità».
- La «Redemptoris missio» del 1987, che mette in risalto l'importanza permanente del compito missionario della Chiesa, un compito, spiega padre Bernardo Cervellera, che non può essere ridotto a un “fare”, ma deve scaturire dall’incontro con Cristo, Salvatore di tutti.
- La Evangelium vitae del 1995, che, dice ancora Benedetto XVI, «sviluppa uno dei temi fondamentali dell'intero pontificato di Giovanni Paolo II: la dignità intangibile della vita umana, sia dal primo istante del concepimento». Fra le tante cose di questo documento esemplare Flora Gualdani, fondatrice di Casa Betlemme, mette in evidenza la denuncia profetica di una mentalità, quella contraccettiva, che ha minato nel profondo il senso della sessualità umana.
- La Fides et ratio del 1998, che offre una nuova visione del rapporto tra fede cristiana e ragione filosofica. «Da ex professore di filosofia», scrive il teologo Mauro Gagliardi, «Giovanni Paolo II esalta la grandezza e l’importanza di quest’ultima per la teologia. (…) E riconosce l’esistenza di una sorta di filosofia universale» o filosofia perennis che deve essere tenuta in precisa considerazione per rispondere alla esigenze della Rivelazione.
- La Veritatis splendor del 1993, sui fondamenti della morale. L'enciclica forse più trascurata e inapplicata tra tutte quelle di Giovanni Paolo II, ma che Ratzinger dice doveroso studiare e assimilare oggi. Questa enciclica, scrive il cardinale Gerhard Muller, prefetto emerito della Dottrina della fede, dà al lettore «l’impressione di un referto medico conclusivo di una positiva operazione chirurgica. Il paziente era a rischio di paralisi del suo sistema nervoso centrale. Sto parlando della Chiesa…»









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