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C’è più gioia in Cielo per 10 nepalesi che si convertono che per 999 giusti delle nostre stanche chiese
NEWS 11 Dicembre 2015    

C’è più gioia in Cielo per 10 nepalesi che si convertono che per 999 giusti delle nostre stanche chiese

di Christopher Sharma

 

Kathmandu (AsiaNews) – San Shrestha Sharma ha deciso di convertirsi al cristianesimo perchè “tra i cattolici ho trovato molti più amici rispetto alla mia famiglia e ai miei parenti”; Sonika B.K. vuole essere battezzata insieme a sua madre “perché la religione cattolica mi rispetta e apprezza di più rispetto alla tradizione culturale dell’induismo, dove le classi povere non possono sollevare la testa e sono soggette a ogni tipo di odiosa discriminazione”.

San Shrestha e Sonika sono due giovani nepalesi, di 26 e 22 anni, che hanno deciso di diventare cristiani e attendono il rito del battesimo con ansia e trepidazione. Con loro, un’altra decina di ragazzi celebrerà il proprio ingresso nella comunità cristiana durante la notte di Natale. Tutti loro sono entusiasti di poter “diffondere il messaggio di Dio in tutto il Paese con ruolo attivo”.

Diversi giovani frequentano da più di due anni il catechismo presso la cattedrale dell’Assunzione di Kathmandu, dove San Shrestha partecipa alla Messa ogni domenica. Egli riferisce ad AsiaNews: “Entrambi i miei genitori sono di religione indù e io sono cresciuto con le stesse tradizioni. Quando ho sentito parlare dei fedeli cattolici, che sono pochi in Nepal ma vivono in modo più dignitoso, mi sono interessato a comprenderne il motivo. Così ho capito che alla base di tutto vi sono la fede in Cristo e nella misericordia di Dio”.

Il ragazzo dichiara: “Nessuno mi ha invitato a entrare in chiesa. Da solo ho cercato la cattedrale e qui ho trovato più amici rispetto alla mia famiglia e ai miei parenti. Sono l’unico della mia famiglia che ha deciso di convertirsi, ma mi impegnerò a diffondere il messaggio di Dio in ogni luogo, come un vero cristiano”.

Egli poi aggiunge che ha frequentato il liceo e l’università, “ma lì nessuno mi ha insegnato la vita vera e il vero modo di vivere. Da quando partecipo al catechismo, mi è stata mostrata la vera parte di vita che ci rende felici e apprezzati. Se Gesù non avesse progettato di accogliermi, avrei vissuto un’esistenza piena di superstizioni e di credenze religiose”.

Sonika frequenta il catechismo con sua madre. La ragazza spiega: “La mia vita è cambiata completamente da quando ho incontrato Dio. Tutta la mia famiglia è indù. In questa religione noi non abbiamo il permesso di sollevare la testa perché apparteniamo alla casta povera. Non potete immaginare le discriminazioni e il disprezzo che siamo costretti a subire in ogni circostanza, sia se vogliamo bere un bicchiere d’acqua sia se vogliamo recarci al tempio per onorare le divinità”.

Sonika ritiene che l’aspetto spirituale di una persona sia più importante del ceto sociale: “Questo tipo di discriminazioni non sono presenti nel cristianesimo. Quando entro in una chiesa, mi sento più rispettata e avverto che siamo tutti uguali”.

La giovane conclude con un ricordo del momento in cui ha deciso di convertirsi: “È stato quando ho incontrato le sorelle Missionarie della Carità [la congregazione fondata da Madre Teresa – ndr] che in Nepal si prendono cura degli anziani e delle madri abbandonate. Le suore lavoravano in modo altruistico per i bisognosi. Da quel momento sono andata alla ricerca della Chiesa cattolica e ora sono pronta a farne parte. Voglio ricevere il rito del battesimo e condividere la mia esperienza e le parole di Cristo in tutta la società”.