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Cellule staminali adulte o embrionali? Cosa dice la ricerca, 10 anni dopo il dibattito in Italia
NEWS 21 Gennaio 2015    

Cellule staminali adulte o embrionali? Cosa dice la ricerca, 10 anni dopo il dibattito in Italia

Circa dieci anni fa iniziava in Italia un dibattito infuocato sulla fecondazione assistita, andato avanti per mesi, fino al referendum del 12 giugno 2005.

Molti si ricorderanno l’effetto surreale di vedere all’improvviso politici, opinionisti, giornalisti, attori, starlette, scontrarsi…. sulla ricerca sulle cellule staminali. E molti si ricorderanno il furore con cui veniva argomentata la necessità di usare embrioni umani per ottenere cellule staminali totipotenti – ossia con il grado massimo di “plasticità” –per il progresso della scienza e il bene dell’umanità…

Il dibattito sull’uso – folle e disumano – di embrioni umani a scopi di ricerca si è nel frattempo parecchio affievolito. Non certo per questioni etiche, ma semplicemente per il fatto che la ricerca con le cellule staminali “adulte”, ossia ricavate da altri tessuti e non dallo smembramento di un essere umano in fase embrionale, ha galoppato, dimostrandosi una strada di gran lunga più percorribile e fruttuosa per la stessa medicina.

Sui progressi fatti in tal senso in dieci anni – a fronte di pochi e incerti passi fatti da coloro che si sono ostinati a usare embrioni umani come “cavie” da laboratorio” – servirebbero centinaia di pagine. Ci limitiamo a riportare le notizie rilanciate nel solo mese di gennaio dall’agenzia Aduc, vicina al mondo radicale.

ITALIA: STAMINALI RIPARANO BRONCHI
Una tecnica sviluppata interamente da italiani ha portato al "primo caso mai realizzato di riparazione del tessuto bronchiale con cellule staminali" su un paziente di 42 anni, che aveva subito l'asportazione del polmone destro a causa di un tumore. La tecnica è appena stata pubblicata sul New England Journal of Medicine, ed è stata sviluppata da Francesco Petrella, vice direttore della Chirurgia Toracica all'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano….

STATI UNITI: STAMINALI, SCOPERTE CELLULE CHE RIGENERANO OSSA E CARTILAGINE
In futuro le fratture ossee e le lacerazioni della cartilagine potrebbero essere trattate con una semplice operazione che consiste nell'iniettare le cellule staminali scheletriche nelle aree danneggiate. A scoprire la capacità delle staminali di rigenerare le ossa e la cartilagine e' stato un gruppo di ricercatori della Stanford University School of Medicine in uno studio pubblicato su Cell. I ricercatori hanno anche scoperto un meccanismo che permette alle cellule del grasso di trasformarsi in cellule staminali scheletriche. La scoperta offre la speranza di un nuovo trattamento per i disturbi scheletrici come le fratture ossee, il problema delle ossa fragili, l'osteosarcoma o le lesioni della cartilagine…

STATI UNITI: INTESTINO IN PROVETTA
Presto per molte malattie gravi dell'intestino – specie quelle pediatriche che colpiscono i prematuri ma non solo – potrebbe arrivare un intestino di ricambio per il paziente: medici dell'ospedale pediatrico di Los Angeles hanno dimostrato la possibilità di ricreare in provetta l'intestino usando cellule staminali presenti nel tubo intestinale di ciascuno di noi. Il traguardo è stato reso noto sull'American Journal of Physiology: GI & Liver. Già in passato si è tentato di ricostruire il tratto intestinale in provetta ma in questo lavoro si è raggiunta la 'costruzione' di un 'intestino' strutturalmente molto più complesso rispetto ai precedenti e quindi più assimilabile all'intestino vero, sia per struttura sia per funzionalità (è risultato capace di assorbire gli zuccheri)…

ITALIA: STAMINALI E MALATTIE RENALI, BREVETTATO NUOVO METODO
Brevettato dai ricercatori dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze un nuovo metodo per migliorare la diagnosi delle malattie renali grazie alle cellule staminali. La procedura, spiegano i ricercatori, utilizza i progenitori renali delle urine dei bambini con malattie renali su base genetica per arrivare a un “modello personalizzato di malattia”. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of the American Society of Nephrology. Partito oltre tre anni fa e portato avanti grazie ai fondi di Regione Toscana, lo studio permette di perfezionare la diagnosi anche quando l'analisi genetica del sangue da sola non conduca alle cause, spesso complesse, della malattia renale…