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Cina, perchè il regime comunista teme i cristiani in un libro che speriamo venga tradotto presto
NEWS 21 Giugno 2016    

Cina, perchè il regime comunista teme i cristiani in un libro che speriamo venga tradotto presto

di Leone Grotti

 

Per ora resta un libro per pochi, essendo disponibile solo in cinese, ma non appena verrà tradotto sarà un libro per tutti, da leggere e diffondere per capire che cos’è davvero il partito comunista cinese oggi (e non solo). Stiamo parlando di Alzati Cina 2017. La speranza della Cina: quello che ho imparato durante i cinque anni da prigioniero politico. L’autore è uno dei dissidenti più famosi, Gao Zhisheng, dal 2014 agli arresti domiciliari.

DA EROE A NEMICO. Gao è stato un «eroe del partito comunista cinese», salutato come uno dei «dieci migliori avvocati della Cina». Per anni soldato nell’esercito, ha studiato da avvocato quasi per caso, dopo aver letto, su un foglio di giornale con il quale incartava la verdura che vendeva, che in Cina mancavano avvocati. Dopo la conversione al cristianesimo sono cominciati i suoi guai, dal momento che Gao ha voluto a tutti i costi difendere cristiani e membri del Falun Gong perseguitati. Arrestato la prima volta nel 2006, il regime comunista non l’ha più lasciato in pace. Si sa poco dei suoi ultimi anni in prigione, tranne che l’avvocato deve aver subito terribili torture. È stato candidato per due volte al premio Nobel per la pace.

LIBRO CLANDESTINO. Durante il suo soggiorno agli arresti domiciliari, tagliato fuori da tutto e da tutti in un piccolo villaggio sperduto dello Shaanxi, sorvegliato 24 ore su 24 da funzionari statali, Gao ha scritto clandestinamente un libro su quello che ha subito. Il libro è stato presentato a Hong Kong martedì dalla figlia Grace Geng (foto in basso), che insieme al resto della famiglia è scappata negli Stati Uniti nel 2009. In attesa di poter leggere il libro, ci sono tre cose che questa eccezionale pubblicazione ci insegna:

1) HONG KONG COMUNISTA. Hong Kong è già comunista. Il territorio semi-autonomo (fino al 2047) ha deciso di non pubblicare il libro per non irritare Pechino. L’autocensura è sempre più forte nell’ex colonia britannica, dove a cavallo tra 2015 e 2016 sono stati fatti sparire in modo clamoroso dal regime cinque librai, colpevoli di aver pubblicato opere critiche sul “presidente di tutto” Xi Jinping. La decisione di non distribuire il testo di Gao dimostra quanto la città sia sempre meno democratica.

2) PAURA DEI CRISTIANI. Ecco perché il regime teme i cristiani. Pechino avversa tutte le religioni ma in particolare il cristianesimo, che dal 1949 si è sempre dimostrato irriducibile alla persecuzione fisica e alle avances del potere comunista. Gao è una prova vivente di questo, avendo dichiarato lunedì in un’intervista esclusiva all’Associated Press: «Questo libro è il mio modo di oppormi. Se ho resistito in questi anni [alle torture e all’isolamento] è solo grazie alla forza che mi ha dato la fede cristiana e alla speranza per la Cina». Non a caso due anni fa Zhu Weiqun, capo della commissione Affari etnici e religiosi del “Parlamento” cinese, ha scritto su un giornale del partito: «I membri del partito comunista non possono assolutamente aderire a una religione. Se abbracciassero il cristianesimo, tutte le nostre ideologie, teorie e organizzazioni crollerebbero».

3) C’È ANCORA SPERANZA. C’è speranza per la Cina. Nonostante il regime abbia distrutto con ogni mezzo esistente la vita di Gao, insieme a quella di altre centinaia di persone come lui che si battono per i diritti umani, non è riuscito a spezzare il suo spirito né a fiaccare la sua resistenza. La redazione in clandestinità e la pubblicazione di questo libro, alle quali Pechino non resterà certo indifferente, lo dimostrano. L’avvocato ha detto sempre all’Ap: «Mi manca la mia famiglia. Una volta che hai deciso di combattere, non esiste la possibilità di arrendersi e non temo di essere arrestato di nuovo. Questo stesso pensiero sarebbe una sconfitta. Sono solo preoccupato di aver danneggiato le vite di mia moglie e dei miei figli. Sarò loro debitore per sempre, perché li amo più della mia stessa vita, ma non posso prendermi cura di loro ora».