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Digital detox domenicale, la vera cura per il benessere
NEWS 7 Agosto 2019    di Giulia Tanel

Digital detox domenicale, la vera cura per il benessere

Godersi le ferie e rilassarsi, staccando in maniera netta con la quotidianità? È possibile, a patto che si decida di andare in vacanza anche da selfie, like, notifiche, tweet e post, e quant’altro. Stiamo parlando della nuova tendenza alla digital detox, ossia alla disintossicazione digitale, che sta prendendo sempre più piede anche alla luce dell’aumento di disturbi quali la “nomofobia” (No Mobile Fobia) o lo IAD, acronimo che sta per Internet Addicted Disorder.

La digital detox, ad ogni modo, oltre ad avere positivi risvolti sulla salute psicologica e relazionale, può anche essere felicemente declinata in chiave spirituale e, perché no?, può essere estesa a tutti i giorni festivi dell’anno, andando così ad attualizzare il tanto bistrattato terzo Comandamento: «Ricordati di santificare le feste». È in questi termini che riflette K.V. Turley sul National Catholic Register: «Ho iniziato a notare», scrive, «che la domenica stava diventando solo un altro giorno di lavoro, non un giorno di riposo, e certamente non un giorno di riposo per essere santificati. Quindi ho deciso che era tempo di disconnettersi digitalmente. Col senno di poi, forse, è stato davvero il momento in cui ho iniziato a connettermi. Una giornata dedicata alla fede, alla famiglia e a tutto ciò che è libero dalla rete mondiale, la domenica è diventata “Switch-Off Sabbath”».

L’invadenza del mondo digital nella vita di tutti i giorni non necessita di grandi argomentazioni. È tuttavia interessante riportare alcuni numeri: nel 2018 l’americano medio trascorreva online 23,6 ore settimanali, a forte delle 9,4 ore del 2000, mentre un rapporto del governo britannico relativo allo stesso anno «ha rilevato che due terzi degli adulti britannici (64%) consideravano Internet “una parte essenziale della loro vita”, con uno su cinque adulti (19%) che ammetteva di trascorrere più di 40 ore per settimana online». Guardando poi ai principali social, si apprende che nel 2018 Facebook aveva 2,3 miliardi di utenti [a fronte di una popolazione mondiale di circa 7,5 miliardi!, ndR], mentre Twitter a partire dal 2019 ha registrato 330 milioni di utenti attivi mensili, You Tube 1,9 miliardi e WhatsApp 1,5 miliardi. Per non parlare poi dei siti web pornografici, che «hanno più traffico ogni anno rispetto a Netflix, Amazon e Twitter messi insieme».

Alla luce di tutto questo, dunque, Turley richiama la lettera apostolica Dies Domini di Giovanni Paolo II perché «a distanza di vent’anni, è più pertinente che mai e il suo messaggio non è mai stato più urgente. Dies Domini», prosegue il giornalista, «vede il riposo domenicale come il mezzo per vedere la vita nella giusta prospettiva. E questo significa prendersi il tempo di “vedere il vero volto delle persone con cui viviamo”». Inoltre, papa Wojtyla mette in allerta dal pericolo che il “tempo libero” non si riveli umanamente e spiritualmente edificante, bensì esattamente il contrario: in tal senso, «il riposo della domenica diventa quindi profetico, affermando non solo l’assoluto primato di Dio, ma anche il primato e la dignità della persona». Infine, la domenica – che per i cristiani è «la Pasqua settimanale» – rivela, afferma ancora il papa, «il significato del tempo» e porta nel mondo la speranza nella vita eterna.


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