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Il beatificando Teresio Olivelli, alpino già  fascista, poi fascista deluso, infine martirizzato dai nazisti
NEWS 14 Marzo 2017    

Il beatificando Teresio Olivelli, alpino già fascista, poi fascista deluso, infine martirizzato dai nazisti

di Domenico Agasso Jr.

 

«Sussistono tutti i requisiti necessari». La morte di Teresio Olivelli può essere considerata «un autentico martirio cristiano». Lo riporta monsignor Paolo Rizzi, postulatore della causa di canonizzazione del giovane laico della diocesi di Vigevano, morto ammazzato nel campo di concentramento di Hersbruck il 17 gennaio 1945. 

«Nei giorni scorsi – informa Rizzi – si è riunito presso il dicastero vaticano delle Cause dei Santi il Congresso dei teologi per discutere sul martirio del Venerabile Teresio Olivelli». Il responso è stato «ampiamente positivo: i teologi hanno riconosciuto all’unanimità che nella morte di Teresio sussistono tutti i requisiti necessari per dichiararla un autentico martirio cristiano, in quanto egli fu ucciso in odio alla fede».  

Questo è un passo decisivo «che apre finalmente la strada alla beatificazione del giovane laico della diocesi di Vigevano, morto nel campo di concentramento di Hersbruck il 17 gennaio 1945. Ora, la procedura prevede il giudizio della Commissione di Cardinali e Vescovi: se essi confermeranno il parere dei teologi, non sarà necessario l’accertamento di un miracolo e il responso passerà alla definitiva approvazione del Sommo Pontefice, che autorizzerà la beatificazione». 

La Causa del ragazzo nato a Bellagio il 7 gennaio 1916, avviata nel 1987, «è stata dall’inizio impostata su un duplice binario: il riconoscimento delle virtù e il riconoscimento del martirio. Il Congresso dei teologi, celebrato il 17 dicembre 2013, si espresse con una maggioranza di voti favorevoli per dichiarare l’esercizio eroico delle virtù». Allo stesso tempo «decise di sospendere il parere sul martirio, chiedendo al Postulatore dei chiarimenti specialmente in ordine all’atteggiamento dei persecutori nei confronti di Teresio, che ad alcuni teologi non appariva determinato da motivazioni religiose, ma piuttosto politiche».  

Allora la postulazione «formulò varie puntualizzazioni riguardanti principalmente le virtù e promuovendo in questo modo un risultato maggiormente affermativo su di esse, concludendo così felicemente il percorso sulle virtù, sancito con la promulgazione del decreto di Venerabilità da parte del Santo Padre Francesco il 14 dicembre 2015». 

Spiega Rizzi: «Si preferì, per così dire, incassare il risultato positivo sulle virtù, conseguendo il decreto di Venerabilità, di per sé non necessario nel caso di un martire. Dopo tanti anni dall’avvio della Causa, era sembrato opportuno offrire alla gente, specialmente ai devoti di Olivelli, la gioia di una tappa importante e di un risultato pastoralmente significativo».  

Infatti, «nel contesto del Centenario della nascita, la proclamazione di Venerabile ha suscitato diverse iniziative spirituali, formative e divulgative che hanno favorito la diffusione della fama di santità di Teresio, la conoscenza del suo autentico percorso umano e della sua straordinaria testimonianza cristiana ». E il riconoscimento dell’eroicità delle virtù «da lui praticate ha offerto, inoltre, un solido fondamento per proseguire la Causa, con più sicurezza e determinazione, non sull’accertamento di un miracolo, ma sulla strada del riconoscimento del martirio per poter dimostrare che esso è l’epilogo di un intenso cammino di fede e di un’esistenza donata totalmente a Cristo». 

Nel 2016, intanto, «la Postulazione non ometteva di continuare lo studio sull’evento martiriale e di metterlo in più chiara luce, predisponendo dettagliate puntualizzazioni ai rilievi espressi dai Consultori teologi. Alla luce di tali elaborazioni, la Congregazione delle Cause dei Santi decise di portare a un nuovo Congresso teologico l’esame del martirio del Venerabile Teresio Olivelli». Ciò è avvenuto appunto in questi giorni «ed ha avuto esito pienamente affermativo: i teologi hanno ritenuto del tutto convincenti le delucidazioni e le deduzioni prodotte, certificando che la morte del Venerabile è un vero martirio, inteso in senso teologico».  

La fama di martirio di Olivelli è sempre stata «viva e inconfondibile nel popolo cristiano – afferma il Postulatore – e ciò ha costituito un fatto certamente positivo e incoraggiante». Ma non sufficiente: serviva infatti «seguire e rispettare il rigoroso percorso processuale che la Chiesa prevede per realtà così importanti che attengono alla santità, dimostrando nel processo, mediante atti validamente raccolti e riscontri attendibili, la verità di quanto sostenuto». 

Così la decisione dei periti teologi «viene a coronare un cammino di trent’anni, intenso, appassionato, laborioso, e a tratti difficoltoso, intrapreso dalla diocesi di Vigevano, con grande impegno e investimento di energie e risorse, allo scopo di far brillare, per il bene della Chiesa e del mondo, la testimonianza di amore a Gesù e ai fratelli vissuta da questa straordinaria figura di giovane credente».  

 Olivelli è stato «definito dal Vescovo monsignor Maurizio Gervasoni “eroico testimone e missionario della fede, della carità e del Vangelo della vita, autentico modello di vita cristiana perché realizzata e piena; piena e realizzata perché cristiana”».