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Il 32% dei preti soffre di narcisismo
NEWS 6 Settembre 2018    di Giulia Tanel

Il 32% dei preti soffre di narcisismo

La Chiesa sta vivendo un momento di difficoltà, segnato da una sempre più evidente crisi gerarchica, unita alla presenza di “lobby” interne di varia natura, e purtroppo a pagare lo scotto maggiore di questa situazione sono i fedeli, a volte pecore lasciate senza pastore, se non addirittura rese vittime. Di fronte a questa situazione, Religion en Libertad propone una chiave di lettura interessante: e se la radice di questa situazione fosse da ricercarsi nella (rilevante) presenza di ecclesiastici affetti da un disturbo narcisistico della personalità?

Chi sono i narcisisti

Il disturbo narcisistico della personalità non è «un semplice vizio o difetto, bensì un grave disturbo, che appare come tale nei libri di testo di psicologia» e chi ne è affetto tende, secondo le statistiche, a «gravitare verso il settore degli affari, l’esercito, l’accademia, la legge e il clero».

I narcisisti hanno come note caratteristiche quella di voler piacere a tutti, unita alla convinzione che tutti debbano ammirarli e alla certezza di non sbagliare mai. L’unica cosa che conta è la propria immagine, come appunto rimanda il mito di Narciso, e questa insistita concentrazione sul proprio ego fa sì che il narcisista manchi totalmente di empatia, oltre al fatto di essere spesso incapace di comprendere le battute umoristiche e, ancora più, di ironizzare su se stesso. Naturalmente non tutti i narcisisti sono uguali. Innanzitutto ci sono i cosiddetti “narcisisti equilibrati”, i quali «non hanno realmente il disturbo della personalità […] e possono adempiere ai loro compiti senza gravi disfunzioni». Tuttavia un discorso differente va invece fatto per il “narcisista aperto”, che «reagisce con rabbia, indignazione, non appena viene criticato», e per il “narcisista sotto copertura”, che è più difficile da individuare e che, se criticato, tende a giocare un ruolo di vittima.

Sacerdoti narcisisti: quanti sono?

«Tra la popolazione generale si stima che ci siano poche persone con un vero disturbo di personalità narcisistico: sarebbero tra lo 0,5% e il 2,2%, secondo gli esperti. Si stima che il 75% dei veri narcisisti siano maschi. E sembra che abbondino soprattutto nella professione clericale: l’ufficio li attrae».

Secondo una ricerca condotta in Canada sul clero protestante, si stima che i sacerdoti narcisisti possano essere il 32%: uno su tre. Anche in ambito cattolico, nonostante i controlli che dovrebbero essere fatti lungo il percorso che porta all’ordinazione sacerdotale, «gli educatori cattolici consultati da ReL ritengono che la percentuale del 30% non sia assurda».

Questa affermazione trova l’avallo di Darrell Puls e Glenn Ball, studiosi che hanno dedicato anni allo studio di vari enti religiosi, i quali si sono trovati concordi nell’affermare che «dietro molte parrocchie con gravi problemi c’erano leader con disturbi narcisistici della personalità».

Quali danni provocano alla Chiesa i sacerdoti narcisisti?

I danni che un pastore narcisista può provocare all’interno della Chiesa e nell’animo dei fedeli che gli sono affidati sono rilevanti.

Non è infatti solamente il clima relazionale interno alla parrocchia a risentire di personalità di questo tipo, incapaci di «soffrire con le pecore» (appunto per la mancanza di empatia) e circondati da persone sottomesse, bensì è la stessa centralità di Gesù Cristo a essere minata. I sacerdoti narcisisti non riescono infatti a trasmettere l’amore di Dio, che concepiscono come «un rivale». Inoltre, il tempo che questa categoria di persone dedica alla preghiera e allo studio della Bibbia è risicato: tuttavia, se interrogati, non faranno che lodare «la loro vita spirituale e la qualità dei loro sermoni». Sermoni che, essendo molto rilevanti in ambienti protestanti, vengono utilizzati dai sacerdoti per mettersi in mostra; anche «nel culto cattolico, in cui il centro è nella liturgia e nel Sacramento […], un narcisistico tende a ridurre il tempo speso per il Canone della Messa e dedicare più tempo all’omelia. Inoltre, un narcisista può trovare il modo di esibirsi nella liturgia, che è, per lui, un modo di agire. Un narcisista in ambienti tradizionalisti lo farebbe con vestiti, etc …; in ambienti progressisti aggiungerebbe uno “spettacolo creativo” che attira l’attenzione su di sé».

Come reagire a questa situazione?

Il problema del narcisismo interno alla Chiesa, con la percentuale di diffusione di cui si è parlato, è importante perché continua ad autoalimentarsi, con l’emergere di sempre nuovi leader con la stessa tendenza, e perché spesso i vescovi tendono a non agire per arginare il problema, «soprattutto se il sacerdote è insistente, o minaccia di “montare un pasticcio” e di raccontare tutto alla stampa». L’unica soluzione, secondo Ball e Puls, rimane quindi quella di creare «opportune pratiche organizzative, sistemi di controllo, consulenti, squadre di valutazione inter pares e sanzioni sociali e legali molto chiare e annunciate». E tutti sono chiamati, a diverso titolo, a collaborare in questa opera di “risanamento”: i pastori, in primis, ma anche i semplici fedeli.


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