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In via eccezionale, si apre il processo di beatificazione di p. Jacques Hamel, ucciso dagli jihadisti
NEWS 4 Ottobre 2016    

In via eccezionale, si apre il processo di beatificazione di p. Jacques Hamel, ucciso dagli jihadisti

Per la prima volta dal 26 luglio, ieri pomeriggio si sono riaperte le porte della chiesa di St Etienne du Rouvray, vicino a Rouen, dove il p. Jacques Hamel, è stato assassinato da due giovani jihadisti. Al termine della messa, mons. Dominic Lebrun, arcivescovo di Rouen, ha annunciato che papa Francesco ha dato il suo accordo per iniziare un’inchiesta ufficiale in vista della beatificazione del sacerdote. Di solito i processi di beatificazione non possono iniziare prima di cinque anni dalla morte del candidato. Ai giornalisti, mons. Lebrun ha spiegato: “È eccezionale. È un gesto di consolazione e di impegno di fronte ai parrocchiani che avevano espresso la domanda al papa durante un’udienza il 14 agosto scorso a Roma”.

Prima della messa seguita da un migliaio di persone all’interno e all’esterno dell’edificio, l’arcivescovo ha compiuto un rito di purificazione per “lavare ciò che è stato macchiato” dalla violenza. Il prelato ha asperso i muri, il pavimento della chiesa, il luogo dove è stato assassinato p. Hamel, l’altare – che i due giovani uccisori hanno colpito col coltello diverse volte -, il cero pasquale, un rosario dalla statua della Vergine. Mons. Lebrun ha anche spiegato che la cerimonia di riparazione è importante per domandare il perdono “per tutti i peccati del mondo, per i propri peccati e per tutti gli altri… I cristiani non possono domandare perdono per gli altri se non domandano perdono per se stessi”.

Suor Danielle, 72 anni, una delle tre religiose sfuggite alla violenza degli assassini, come pure Guy Coponet, 86 anni, gravemente ferito alla gola, hanno letto dei testi di penitenza e perdono dai luoghi dove erano stati aggrediti.

Alla cerimonia hanno assistito anche alcune autorità e fedeli musulmani della vicina moschea. La tomba di p. Hamel, sulle colline di Rouen è diventata già un luogo di pellegrinaggio per cristiani e musulmani. Molti fedeli islamici si sono stretti ai cristiani nel dolore e nella condanna della violenza in nome di Dio.