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Le «cartoline» delle mamme al ben istruito Macron
NEWS 19 Ottobre 2018    di Ermes Dovico

Le «cartoline» delle mamme al ben istruito Macron

Catherine Pakaluk, Agnès Marion, Mariana Rodriguez Varela, Chinelo Ujubuonu, Annarosa Rossetto, Federica Biscia, Stefania Manganelli, Beth Hockel, Sue Anne Smith, Elizabeth Foss, Jennifer Frey e l’elenco potrebbe continuare ancora seguendo su Twitter e Facebook l’hashtag #postcardsforMacron, «cartoline per Macron». Ma che cosa ha detto il presidente francese per meritarsi l’attenzione delle mamme di mezzo mondo? La frase, che circola ormai da alcuni giorni (soprattutto sui social network), è questa: «Io dico sempre: “Presentami la donna che ha deciso, essendo perfettamente istruita, di avere sette, otto o nove figli”». Insomma, per Macron una mamma perfettamente istruita non deciderà mai di formare una famiglia numerosa. Figuriamoci.

Il presidente francese ha pronunciato la sua sentenza nel mese di settembre a New York durante il lancio dell’ultimo rapporto annuale della Fondazione Gates che si propone di eliminare la povertà ostacolando la nascita dei bambini poveri, specialmente nell’Africa subsahariana. La linea è la stessa tracciata nei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Onu, visto che il primo obiettivo consiste nell’eliminare la povertà e il quinto prevede tra l’altro di assicurare l’accesso universale ai servizi per «la salute sessuale e riproduttiva», che tradotto nel linguaggio comune equivale a contraccezione e aborto libero per tutti. Riguardo alla retorica della «scelta» usata dal fondatore di En Marche!, basterebbe ricordare che i suoi compagni di merenda alla Fondazione Gates e alle Nazioni Unite sono gli stessi che negli ultimi decenni hanno favorito l’uso di contraccettivi altamente pericolosi, le sterilizzazioni forzate e la tremenda politica del figlio unico in Cina (vedi l’Unfpa, il fondo dell’Onu per la popolazione).

Ad ogni modo, la risposta migliore a Macron l’hanno data proprio le mamme perfettamente istruite. Come Catherine Pakaluk, con un dottorato in economia ad Harvard e oggi assistente alla Busch School of Business e fellow alla Catholic University of America, che il 16 ottobre ha lanciato il già citato hashtag pubblicando una foto con sei dei suoi otto figli e invitando le altre mamme con famiglie numerose a fare altrettanto.

Ricordiamo poi Beth Hockel, laureata a Stanford, ingegnere elettrico e madre di undici.

La francese Agnès Marion, presidente di Cercle Fraternité e madre di sei figli.

E poi un medico, moglie di Eric Kigozi che ha pubblicato una foto con la famiglia al completo (sette figli).


Anche dall’Italia sono state mandate diverse “cartoline” a Macron, tra cui ricordiamo quella di Federica Biscia, l’ex nuotatrice che ha vinto un oro ai Giochi del Mediterraneo del 1997 e gareggiato alle Olimpiadi di Sidney del 2000, madre di cinque figli. E ancora Annarosa Rossetto, anche lei madre di cinque figli.


Ci fermiamo qui, anche se sui social network sono state diffuse così tante foto di famiglie gioiose da far venire la voglia di pubblicarle tutte. Chiaramente, qui non si tratta di assecondare l’inganno di Macron che dà di fatto una qualificazione morale al livello di istruzione (per lui il “bene” è non fare figli, o farne il meno possibile, come vuole l’ideologia a cui si rifà), secondo una correlazione che nella storia non esiste, contando invece la purezza del cuore. Più semplicemente si smentisce il pregiudizio del presidente francese rispondendogli per le rime, come ha spiegato la stessa Pakaluk, la quale oltre a ricordare che fare molti figli non è affatto un ostacolo allo sviluppo (anzi, è proprio la crisi demografica uno dei maggiori problemi per l’economia) ha scritto: «Si tratta di… smascherare l’idea che l’alta natalità sia una conseguenza dell’ignoranza». Queste mamme ci sono riuscite benissimo.

 


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