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La verità  sulle crociate: furono un movimento di difesa dalle aggressioni islamiste
NEWS 6 Febbraio 2017    

La verità sulle crociate: furono un movimento di difesa dalle aggressioni islamiste

di Mattia Ferrari

 

Secondo la visione del “politicamente corretto”, le Crociate sarebbero state nientemeno che uno dei tanti episodi di imperialismo commessi dal mondo cristiano, visto come barbaro e guerrafondaio, a danno di un mondo musulmano percepito come immensamente più tollerante e pacifico.

Questa prospettiva dimentica che quattro secoli prima dell’appello del papa Urbano II, ebbe iniziò l’espansione degli Arabi che attaccarono anche stati cristiani con la motivazione del Jihad, intrapreso per conquistare nuove terre dove si sarebbe imposta la legge dell’Islam. Né tiene conto dei fattori che scatenarono la Prima Crociata.

E’ ormai noto che questa fu dovuta in seguito alla richiesta di aiuto inviata al papa dall’imperatore bizantino Alessio Comneno per contrastare i Turchi Selgiuchidi, e dallo scalpore provocato dalle continue aggressioni a danno dei pellegrini cristiani in visita verso i luoghi santi della Palestina. Sebbene diversi storici abbiano esaltato la “tolleranza” islamica nei confronti delle altre fedi (spesso contrapponendola al fanatismo dimostrato dalla Chiesa Cattolica contro ebrei ed eretici), in verità, la libertà religiosa nei paesi musulmani presentava evidenti limiti: essa veniva ammessa solamente per i “Popoli del Libro” come ebrei e cristiani a patto, però, che questi non facessero proselitismo e praticassero la loro religione solamente in ambito privato. A ciò si devono aggiungere una serie di discriminazioni  a cui erano sottoposti i dhimmi (si pensi, ad esempio, al pagamento dell’imposta di capitolazione, la Jizia), che trasformavano i sudditi non musulmani in cittadini di seconda categoria.

Non mancarono, tra l’altro, nel corso dei secoli anche diversi episodi di martirio e persecuzione. Lo storico Moshe Gil nella sua opera History of Palestine, 634-1099 scrive: «Agli inizi dell’VIII secolo settanta pellegrini cristiani provenienti dall’Asia Minore furono messi a morte dal governatore di Caesura, tranne sette che acconsentirono a convertirsi all’islam. Di lì a non molto, altri sessanta pellegrini, sempre provenienti dall’Asia Minore, furono crocifissi a Gerusalemme. Verso la fine dell’VIII secolo i musulmani attaccarono il monastero di San Teodosio, nei pressi di Betlemme, massacrarono i monaci e distrussero due chiese vicine. Nel 796 i musulmani misero al rogo venti monaci del monastero di Mar Saba. Nell’809 vi furono molteplici assalti a un gran numero di chiese sia entro le mura di Gerusalemme sia attorno alla città, con stupri e uccisioni di massa. Gli attacchi si ripeterono nell’813. Il giorno della Domenica delle Palme del 923 esplose una nuova ondata di violenze con distruzioni di chiese e uccisioni» (citato in Rodney Stark, Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle Crociate, Lindau 2010 p. 122).

L’episodio che scosse profondamente l’Europa accade durante il regno del califfo d’Egitto, Tariqu Al-Hakim, musulmano eterodosso, un folle per alcuni studiosi: durante il suo regno perseguitò per un certo periodo musulmani ortodossi, ebrei e cristiani. Oltre a costringere i cristiani ad indossare una croce di due chili e ordinare la distruzione di migliaia di chiese, il califfo tentò persino di far demolire il Santo Sepolcro. Non mancarono, tuttavia, negli anni successivi nuove aggressioni e violenze a danno dei pellegrini: nel 1022 Gèrard de Thouars, abate di Saint-Florent-près-Saumur, fu imprigionato dopo aver appena raggiunto la Terra Santa e messo a morte, sorte simile toccò nel 1026  a Richard de Saint-Vanne lapidato dopo essere stato colto a celebrare la messa in territorio musulmano; nel 1040 anche Ulrico de Breisagu fu lapidato dalla folla sulle rive del Giordano; mentre nel 1064 Gunther Von Bamberg, vescovo di Bamberga, fu vittima di un’imboscata dei musulmani e perì insieme a molti pellegrini (Gli eserciti di Dio, pp.128-131).

La situazione per chi andava a visitare Gerusalemme peggiorò quando la città santa cadde in mano ai Turchi Selgiuchidi al punto che nei sermoni risalenti all’epoca della Prima Crociata, come quello pronunciato da Urbano II a Clemornt, si parlava di cristiani uccisi, pellegrini vessati e chiese demolite, profanate o trasformate in stalle o moschee. Sebbene questi fatti siano stati probabilmente ingigantiti, non furono tuttavia inventati (Jean Flori, Le Crociate, Bologna 2003 p. 28).

Non sono certamente mancate violenze e atrocità contro musulmani da parte di alcuni eserciti cristiani in epoca medievale, ma questo andrebbe contestualizzato al travisamento dello spirito cristiano ed iniziale delle crociate, ricondotto comunque ad un’epoca ancora priva di reti diplomatiche. Inoltre, mentre queste sono fortunatamente sempre più un ricordo lontano, uccisioni e discriminazioni nei confronti dei cristiani sono purtroppo ancora oggi una tragica realtà in molti stati a maggioranza islamica.