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L’autrice di Sex and the City è pentita di non aver avuto figli
NEWS 27 Agosto 2019    di Raffaella Frullone

L’autrice di Sex and the City è pentita di non aver avuto figli

Che una donna possa arrivare sulla soglia dei cinquanta e pentirsi di aver preferito la carriera o il divertimento ai figli, non stupisce: la natura prima o poi bussa alla porta del cuore e può essere molto amaro. Se però a farlo è l’autrice di Sex and the City, ovvero colei che ha fatto del tacco di Manolo Blahnik uno status symbol, e dei flirt multipli, incrociati e disperati uno stile di vita, allora è una notizia. A riportarla è Fox News.

All’alba dei suoi 60 anni Candace Bushnell ha riconosciuto che il suo divorzio, avvenuto nel 2012, le ha fatto capire che non aver costruito una famiglia la fa sentire oggi «veramente sola». «Quando avevo 30 e 40 anni, non ci pensavo, poi ho iniziato a vedere l’impatto del non aver voluto figli sulla mia vita. Mi sono resa conto che chi ha generato ha un’àncora nella vita che io non ho».

La Bushnell, autrice e giornalista, deve la sua fortuna al New York Observer che nel 1994 le affidò una rubrica totalmente libera. Fu lei a scegliere il titolo di Sex and the City e a dar vita al personaggio Carrie Bradshaw, giornalista che settimanalmente raccontava delle sue serate folli con le amiche a Manhattan, tra aperitivi, shopping, sesso libero ed eterna ricerca dell’uomo della vita. Gli scritti sono poi stati raccolti in un libro, diventati serie tv, poi film poi simbolo di una generazione di donne occidentali. Carrie non era altro che l’alter ego della Bushnell, che all’epoca aveva scelto di non rinunciare a nessuna delle scintillanti opportunità offerte dalla Grande Mela.

Ma sono passati 25 anni, un matrimonio, un divorzio, ed è tempo di bilanci. «Quando sei arrivato alla mezza età ti sono successe cose vere. E hai imparato alcune cose», scrive la Bushnell nel suo Is there still Sex in the City? uscito all’inizio di agosto: «Ad esempio, una vita che sembra bellissima all’esterno può essere pessima all’interno. E che qualcosa di brutto ti sta per succedere, non importa quanto tu cerchi di essere perfetta. Ma soprattutto impari che le cose che pensavi fossero certe e sacre improvvisamente non lo sono».

Racconta di aver ricevuto una chiamata per una proposta editoriale, una sorta di nuova edizione della sua vecchia rubrica in cui raccontare cosa significasse rituffarsi nel turbine dei flirt nell’epoca dei social network e con un divorzio alle spalle. «Gli ho attaccato il telefono. Non sono pronta ad avere appuntamenti. E soprattutto non voglio. Ho avuto una relazione che è durata 35 anni. Ho vissuto per intero il ciclo dell’amore: innamorarsi, sposarsi, divorziare. Entrare nel circolo vizioso di una relazione è tutto ciò che so fare in vita mia? […] È tempo di chiudere il cerchio. Per la prima volta in 34 anni ho deciso di stare senza uomini. Che significa anche stare senza sesso. Non sono più un tipo da sesso occasionale».

Is there still Sex in the City? nasce così, e segue un gruppo di donne di mezza età di New York City che cercano un nuovo inizio. In un’intervista con il New York Post, Bushnell rivela che anche stavolta il romanzo è stato ispirato dalla sua vita: «Siamo tutte donne single senza figli. Cosa faremo quando invecchieremo?». Certamente non una conversione, in fondo nemmeno un vero pentimento, sicuramente la presa di coscienza che qualcosa è andato storto.

«Non voglio criticare i tempi in cui viviamo, o la tecnologia», ha dichiarato a Vanity Fair. «La domanda più grande è: come ci influenzerà come esseri umani? Tra 20 anni, potresti non “aver bisogno” di un uomo per riprodurti come donna. Come sarà? Tutti congeleranno i loro ovuli e il loro sperma? Che effetto avrà? Queste per me sono le domande interessanti».


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