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L’Immacolata è Colei che non ha dubitato della bontà di Dio
NEWS 11 Febbraio 2020    di Francesco Cavina

L’Immacolata è Colei che non ha dubitato della bontà di Dio

Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo uno stralcio di una meditazione sull’Immacolata di monsignor Francesco Cavina*, vescovo emerito di Carpi. Oggi, 11 febbraio, la Chiesa fa memoria della Beata Vergine di Lourdes, dal nome del paese della Francia dove la Madonna nel 1858 apparve alla giovane Bernardette Soubirous dicendo: «Io sono l’Immacolata Concezione».

Dall’Angelo Maria viene salutata come “piena di grazia”. Cosa significano queste parole? Esse stanno a significare che la Vergine Maria, in tutto l’arco della sua vicenda umana, non è mai stata deturpata dal peccato. Essa è “immacolata”. Ma ancor più precisamente la Vergine al momento in cui veniva concepita – cioè nello stesso istante in cui entrava nel mondo – non è stata contaminata da quella “goccia di veleno” che chiamiamo peccato originale. A motivo del suo immacolato concepimento, in Maria si spezza la catena delle generazioni umane veicolo di ingiustizia e di peccato, ed entra nel mondo la grazia e la vita divina.

Il singolare privilegio di cui gode la Vergine Maria – di essere stata concepita immacolata – le viene interamente da Cristo. E’ in Cristo e a causa di Cristo che il Padre l’ha scelta e benedetta con ogni benedizione spirituale, così come aveva fatto per Adamo ed Eva. In seguito a questa scelta, Maria non ha mai vissuto nessun istante della sua vita terrena fuori di Cristo: ella è stata sempre in Cristo. Nella Vergine Maria, dunque, noi vediamo perfettamente realizzata la chiamata di tutti a divenire figli di Dio in Cristo. In Lei, avviene la vera svolta nella nostra vicenda umana: entra nel mondo la persona umana come era stata pensata, voluta, amata nell’eternità da Dio: nella sua luminosa verità e bontà e nello splendore della sua santità.

Nel dialogo con l’Arcangelo Gabriele, la Vergine ha sentito la presenza e la potenza del mistero di Dio chiedere di entrare nella sua vita, di prendere possesso interamente della sua persona. Anche Eva aveva sentito la presenza di Dio vicina a sé, venuto a dialogare nell’amore con lei. Maria, però, a differenza di Eva, non si è ritirata, non si è nascosta, non ha avuto paura, non ha dubitato della bontà di Dio, si è fidata di Lui e liberamente ha donato il suo assenso al progetto di Dio sulla sua vita.

La risposta che la Vergine dà all’Angelo: “Eccomi avvenga di me quello che hai detto”, esprime la sua volontà di collocarsi liberamente nel progetto di Dio. E’ come se avesse detto: “Accada di me quello che il Signore ha disposto di me; quello che ha pensato e voluto per me quando mi ha creata”. Maria, a differenza di Eva, non rinnega con la propria libertà la verità del suo essere, che consiste nel dipendere da Dio, sorgente di ogni bene. Nel “sì” avviene l’incontro tra il progetto di Dio sulla sua persona e la libertà di Maria medesima. Pertanto, l’incarnazione del Figlio di Dio è pienamente opera di Dio e pienamente opera della volontà di Maria liberamente orientata.

Eva e Maria costituiscono due modi radicalmente opposti di pensare e di esercitare la propria libertà; propongono due esperienze contrarie di libertà con effetti totalmente diversi. I Padri della Chiesa hanno messo spesso in risalto questo confronto-contrasto fra Eva-Maria. Scrive, ad esempio, s. Ireneo: “Come Eva fu sedotta dal discorso di un angelo, tanto da fuggire da Dio, trasgredendo la sua parola, anche Maria ricevette la buona novella dalle parole di un angelo, ma, obbedendo alla sua parola, generò Dio dentro di sé…la disobbedienza di una donna è riparata dall’obbedienza di un’altra donna” (Contro le eresie V,19,1). La diversità essenziale fra Eva e Maria consiste nel fatto che la prima, Eva, ha prestato ascolto all’inganno; la seconda, Maria, ha prestato ascolto alla Parola di Dio. Nella prima ha avuto inizio l’anti-creazione, cioè la storia costruita dal peccato, conseguenza della volontà che rifiuta la verità contenuta nella parola di Dio. In Maria inizia la nuova creazione, cioè la storia costruita dalla fede, dall’amore e dalla speranza.

*vescovo emerito di Carpi


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