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Nuova santità: martiri spagnoli, Benedetta Bianchi Porro e una ricetta miracolosa
NEWS 9 Novembre 2018    di Giulia Tanel

Nuova santità: martiri spagnoli, Benedetta Bianchi Porro e una ricetta miracolosa

Mercoledì 7 novembre il cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco, il quale ha autorizzato la Congregazione a promulgare diversi Decreti sulle virtù eroiche, sulla conferma del culto da tempo immemorabile, sull’attribuzione di miracoli e per il martirio di 24 discepoli del Signore.

Tra questi spiccano i nomi di ben otto italiani: la Venerabile Serva di Dio Edvige Carboni, la Venerabile Serva di Dio Benedetta Bianchi Porro, il Servo di Dio Giovanni Jacono, il Servo di Dio Giovanni Ciresola, il Servo di Dio Luigi Bosio, il Servo di Dio Luigi Maria Raineri, la Serva di Dio Maria Addolorata del Sacro Costato (al secolo: Maria Luciani) e il Servo di Dio Lodovico Coccapani.

La compagine più nutrita è tuttavia quella composta da 12 spagnoli, dieci dei quali riconosciuti quali martiri uccisi in odio alla Fede.

Il riconoscimento di dieci martiri spagnoli: i seminaristi di Oviedo e il padre di famiglia Mullerat

Un primo Decreto della Congregazione interessa il martirio del Servo di Dio Angelo Cuartas Cristóbal e di altri suoi otto compagni, alunni del Seminario di Oviedo, che sono stati uccisi in odio alla Fede a Oviedo (Spagna) tra il 1934 e il 1937, ossia nell’ambito della Rivoluzione delle Asturie, che vide le forze di sinistra unirsi per abolire Costituzione Repubblicana di pochi anni prima e per instaurare un regime di stampo socialista.

Religion En Libertad descrive con queste parole la morte di Angelo Cuartas Cristóbal e dei suoi compagni: «Nel 1934 un gruppo di ribelli incendiò il convento di Santo Domingo e il palazzo dell’arcivescovo di Oviedo e arrestò i seminaristi. […] Quando Cuartas Cristóbal e i suoi compagni furono catturati, la milizia decise di trasferirli nella prigione di Mieres, ma poi furono uccisi, lasciandone vivo solo uno che, hanno detto, non era ancora un prete. Anni dopo, questo giovane dichiarò che i seminaristi, prima di essere uccisi, gridarono “Cristo il Re” e “Viva la Spagna cattolica”».

Oltre a questi giovani, la Congregazione ha promulgato anche un Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio Mariano Mullerat i Soldevila (nella foto in alto), padre di famiglia nato nel 1897 e ucciso in odio alla Fede a El Pla, vicino ad Arbeca (Spagna), il 13 agosto 1936, durante la persecuzione dei cattolici in Spagna in occasione della Guerra civile.

Mullerat era medico e sindaco e le testimonianze riportano che fosse «un uomo di grande carità, un padre modello di famiglia, un grande cristiano e un apostolo della Federazione dei giovani cristiani di Catalogna (FJC)». La storia del suo martirio è del tutto particolare: arrestato nella sua città il giorno stesso in cui vedrà la morte, fu caricato su un camion. Tuttavia, «inaspettatamente una madre con forti grida e lacrime si avvicinò al camion e chiese ai membri del comitato di rilasciare il dottor Mullerat affinché potesse visitare un bambino gravemente malato. Il comitato pensò che fosse un trucco e lo portò via. Quindi, il dottor Mullerat, che conosceva la famiglia, andò da quella madre angosciata e le disse con grande serenità: “Non piangere, tuo figlio non morirà”. Tirò fuori un quaderno e scrisse una ricetta: “Dai a tuo figlio questa medicina”, disse il dottore, “e prega che Dio ti aiuti”. Mentre Mullerat stava andando verso la morte, un giovane a casa era guarito grazie a lui».


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