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Psicofarmaci anti-inibitori per abbuffarsi di sesso. Trionfa l’«amore» chimico e torna pure la sifilide
NEWS 6 Novembre 2015    

Psicofarmaci anti-inibitori per abbuffarsi di sesso. Trionfa l’«amore» chimico e torna pure la sifilide

di Adriana Bazzi

 

Non dormono e non mangiano per ore e giorni (anche tre): fanno solo sesso, con l’aiuto di psicofarmaci e droghe (illegali). È la moda del «chemsex», il sesso chimico, nata fra gli omosessuali maschi, ma che si sta diffondendo nella popolazione etero. Non è soltanto un fenomeno sociologico: sta diventando un problema sanitario, almeno in Gran Bretagna. Ecco perché ne parla la rivista scientifica British Medical Journal (Bmj) che si chiede: «Che cos’è il chemsex e perché è un problema?». La questione è che gli «adepti» hanno, in media, cinque partner per ogni «sex session» (maratone del sesso) e spesso non usano protezioni (leggi: preservativo): così rischiano infezioni, soprattutto quelle da Hiv e da epatite C. E gravidanze indesiderate. Per non parlare dei disturbi psichici correlati, appunto, all’uso di droghe. Ma quali sono queste sostanze? La scelta è molto ampia.

Senza freni inibitori
Ci sono il mefedrone e le amfetamine cristallizzate che funzionano come stimolanti: provocano euforia ed eccitamento sessuale (ma anche aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa). E ci sono il Ghb (gamma-idrossibutirrato) e il Gbl (gamma-butirolattone) che tolgono i freni inibitori (sono molto potenti) e per di più hanno un leggero effetto anestetico. Molti di questi prodotti si assumono per vena, cioè con un’iniezione (come si fa con l’eroina). Antidote, una società inglese che a Londra fornisce farmaci alle persone Lgbt (sigla che raggruppa gay, lesbiche, bisessuali, transgender) con problemi di dipendenza, dichiara che il 64% di chi richiede i suoi prodotti, li ha utilizzati in «sex session» nel 2013-2014. Chi usa questi psicofarmaci/droghe (secondo qualche piccola indagine condotta in Gran Bretagna e riportata dal Bmj) è entusiasta: cancellano le inibizioni, aumentano il piacere, allontanano i pensieri negativi, come la perdita dell’autostima e della fiducia in se stessi, e creano un desiderio di rapporto – sessuale – immediato con gli altri.

Abbuffarsi di sesso
La moda è partita, appunto, nella comunità gay maschile (fin dall’inizio dell’epidemia di Aids – negli anni Ottanta – alcune sostanze allora utilizzate per aumentare il piacere sessuale avevano come effetto collaterale quello di ridurre le difese immunitarie: così hanno permesso al virus Hiv di diffondersi). Che, notano gli esperti, fa tendenza. Adesso il binge sex, il sesso compulsivo da abbuffata, ha superato questi confini. E sembra, appunto, assumere i connotati di un fenomeno sociologico che interessa anche gli etero e ha molte analogie con il binge drinking, l’ubriacatura del fine settimana, e il binge eating, di chi si ingozza con il cibo di sera o di notte davanti al frigorifero. Probabilmente per calmare stress troppo elevati. Il binge sex non ha nulla a che fare con quello estremo, ma lasciamo la questione ai commentatori
 
La sifilide che ritorna
Il chemsex allarma i servizi sanitari inglesi. Loro dicono: siamo abituati a gestire i problemi di dipendenza dall’alcol, da eroina e da cocaina, ma non abbiamo strumenti per affrontare la «bulimia da sesso». Che ha come conseguenze, tra le altre cose, il rischio di malattie infettive: la sifilide, che sta ritornando, o il papillomavirus, che provoca il tumore alla cervice uterina. Quando i «losing days» – le persone dei «giorni perduti» nelle maratone sessuali – si presentano ai servizi medici è spesso tardi per intervenire o per gestire eventuali infezioni da Hiv (oggi si sa che bisogna somministrare subito i farmaci per evitare il peggio). Gli inglesi hanno chiaro il problema e ne stanno discutendo. Un campanello d’allarme anche per noi.