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Regno Unito, dove il gender è d’obbligo
NEWS 10 Settembre 2019    di Raffaella Frullone

Regno Unito, dove il gender è d’obbligo

A partire da settembre 2020, ogni bambino della scuola primaria inglese imparerà a conoscere «diversi tipi di famiglie», comprese quelle con «genitori dello stesso sesso», mentre gli studenti della scuola secondaria impareranno a conoscere l’orientamento sessuale e l’identità di genere. I bambini più grandi riceveranno anche lezioni di «educazione sessuale inclusiva». La notizia è riportata in questi giorni da diversi media britannici. Inoltre il segretario all’Istruzione Gavin Williamson ha fatto sapere che già da quest’anno scolastico gli insegnanti «saranno in grado di accedere al supporto, quando torneranno in aula potranno iniziare a insegnare il nuovo curriculum un anno prima del lancio del 2020».

Ma in che cosa consiste questo programma? Si chiama No Outsiders in Our School: Teaching the Equality Act in Primary Schools ovvero «Nessun outsider nella nostra scuola: insegnare l’Equality Act nelle scuole primarie». Il riferimento è al testo di legge «anti discriminazione» approvato in Inghilterra nel 2010 e il progetto in questione è stato redatto da Andrew Moffat, insegnante dichiaratamente gay e attivista lgbt.

Nella prefazione si legge: «Non credo che abbiamo bisogno di insegnare ai bambini che esistono gay e lesbiche, perché lo sanno già. Qualunque bambino abbia in casa la televisione ha visto una coppia gay o un personaggio gay. Qualunque bambino viva in una famiglia, in contatto con zii, zie, cugini, fratellastri o sorellastre, o nella strada dove i vicini si fermano a chiacchierare, entra in contatto con persone gay […] Abbiamo bisogno che i nostri figli vogliano far parte di questa società e dobbiamo essere in grado di proporla loro come fossimo dei venditori, perché questo desiderio potrebbe non venire naturalmente da solo». Occorre che i bambini «lascino le nostre scuole primarie felici ed entusiasti di vivere in una comunità piena di differenze e diversità, sia che si tratti di etnia, genere, abilità, orientamento sessuale, identità di genere, età o religione. I bambini devono essere entusiasti di vivere in un diverso ventunesimo secolo e devono desiderare che venga conservato così, non devono pensare a cambiarlo».

Il testo è strutturato come un vero e proprio programma da applicare nelle scuole con tanto di giochi di ruolo, attività da proporre in classe, una sezione domande/risposte che la scuola fornisce ai genitori: «Come spiego a mio figlio cosa significa gay?». Risposte: «Gay è quando un uomo ama un altro uomo, lesbica è quando due donne si amano. Transgender è quando una persona si sente diversa dal corpo dentro il quale è nato». «Cosa dico a mio figlio quando mi chiede come fanno due uomini ad avere un bambino?». Risposta: «Alcune famiglie hanno due mamme e altre due papà. Ogni famiglia è diversa e questo è normalissimo».

C’è anche la domanda che alcuni genitori hanno fatto agli insegnanti: «Posso esonerare mio figlio da queste lezioni?». Risposta: «No, la legge dice che tu puoi esonerare tuo figlio dalle lezioni di educazione sessuale, ma queste sono lezioni sulla diversità. E non sono una tantum, ma permeano l’intero percorso di studi, da cui non è possibile sottrarre i bambini». Il Pensiero Unico è servito. E non è possibile sottrarsi. Recentemente il quotidiano The Sun ha annunciato anche che nelle scuole verrà proiettato un documentario prodotto dalla Bbc che spiega che ci sono ben “cento o più generi tra cui scegliere”.

L’unica scelta che non è possibile fare sembra essere quella del buonsenso, della natura, realtà che ci vuole creati, da sempre e per sempre, maschi o femmine.


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