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Se persino gli alieni di Isaac Asimov testimoniano che sin dal principio maschio e femmina li creà…
NEWS 6 Luglio 2017    

Se persino gli alieni di Isaac Asimov testimoniano che sin dal principio maschio e femmina li creà…

di Enrico Leonardi
su «Cultura Cattolica»

 

Se abbiamo citato questo breve testo, è per l’orizzonte culturale che denota:
“- Ma queste sono due specie – disse il capitano Garm, scrutando attentamente le creature che erano state portate su dal pianeta sottostante.
– Non due specie – precisò – ma due forme di una stessa specie.
– Sciocchezze, sono diversissime tra loro…”
“- Se dovessi usare i loro suoni, il più piccolo viene chiamato "femmina" e quello grosso, lì, "maschio".
Garm era schifato. – Che disgustosi mezzi di comunicazione.
– Inoltre, capitano, per riprodursi le due forme debbono collaborare.”
“- La prima forma dà effettivamente alla luce il suo piccolo, ma l'altra forma deve collaborare.
– In che maniera?
– È stato difficile determinarlo. Si tratta di qualcosa di molto intimo e, nelle mie ricerche attraverso le forme di letteratura disponibili, non ho potuto trovare una descrizione esatta ed esplicita… La collaborazione tra le forme produce in un qualche modo, che non saprei descrivervi con precisione, un miscuglio e una ricombinazione di geni. È un artificio grazie al quale, a ogni generazione, si creano nuove combinazioni di caratteristiche. Tali variazioni si moltiplicano; e i geni mutati portano immediatamente a espressioni sempre nuove, laddove, con il consueto sistema di gemmazione, possono passare millenni prima che avvenga un mutamento.
– Insomma, vorreste farmi credere che i geni di un individuo possono combinarsi con quelli di un altro? Vi rendete conto di quanto sia assurdo quello che dite, alla luce di tutti i principi di fisiologia cellulare?
– Eppure, dev'essere così. – Botax s'innervosiva sotto lo sguardo fisso di quei due occhi sporgenti. – L'evoluzione viene affrettata. Questo pianeta è una congerie di specie viventi. Pare ci siano più d'un milione di specie diverse di creature.”

Il sottotitolo dell’edizione definitiva del racconto era “What Is This Thing Called Love?”, che si potrebbe tradurre: “L’amore terrestre spiegato agli alieni”. Il “buon Dottore” prende atto dei dati, ed è come stupito lui stesso della meravigliosa legge della creazione: maschio e femmina, diversità e collaborazione, generazione e genetica… Siamo in un contesto tutto sommato “religioso”, ossia pieno di riconoscimento di una dipendenza, ben lontano dalla hybris dello scientismo.