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Il vescovo Fulton Sheen sarà beato. Una telepredica sulla radice dello spirito rivoluzionario
NEWS 7 Luglio 2019    di Redazione

Il vescovo Fulton Sheen sarà beato. Una telepredica sulla radice dello spirito rivoluzionario

Papa Francesco ha ricevuto ieri il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando la Congregazione a promulgare il Decreto riguardante «il miracolo, attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Fulton Sheen, Arcivescovo titolare di Newport, già Vescovo di Rochester; nato l’8 maggio 1895 a El Paso in Illinois (Stati Uniti d’America) e morto il 9 dicembre 1979 a New York (Stati Uniti d’America)». E così il vescovo “telepredicatore” sarà Beato.

La forza e la profondità comunicativa di questo vescovo è riconosciuta da tutti anche oggi. Come riporta Vatican news, nel 1930, invitato dall’emittente radiofonica statunitense Nbc, Sheen partecipa ogni domenica ad un programma intitolato “L’ora cattolica”. Nel 1950 approda in televisione. La sua missione di telepredicatore comincia con il programma della Nbc “Vale la pena di vivere”. Rivolgendosi ai telespettatori, oltre 30 milioni ogni settimana, ricorda che l’unica soluzione di tutti i problemi è Gesù Cristo.

Il Time lo ha definito “il primo televangelista”; ha vinto un Emmy nel 1952. Di seguito, per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo uno stralcio di un suo intervento raccolto nel libro “La vita merita di essere vissuta” (Fede&Cultura, 2018, pagg. 224 con illustrazioni di Dik Browne, € 18,00). Il libro raccoglie i primi interventi televisivi del vescovo Sheen negli anni Cinquanta.

di Fulton Sheen

«Alcuni cambiano la loro filosofia di vita a seconda del libro che leggono: un libro li lancia su Freud, il successivo su Marx; materialisti un anno, l’anno dopo diventano idealisti, poi eccoli cinici per un certo periodo, e liberali per un altro. Hanno le faretre piene di frecce, senza disporre di un bersaglio fisso; come il cacciatore che non trova selvaggina prima o poi si annoia della caccia, così la mancanzadi obiettivi fa sì che la mente si stanchi della vita.

La monotonia può portare alla rivoluzione. Un ragazzo riceve in dono una carabina Flobert: se il padre gli presenta un bersaglio (per esempio un finestrino rotondo posto sul lato del granaio o una vecchia scatola di latta), il ragazzo è felice di sparare e di usare la carabina per lo scopo cui essa serve. Ma se non gli viene dato un bersaglio, oppure esso viene ignorato o rifiutato, allora molto probabilmente il giovane si metterà a sparare contro qualsiasi oggetto, con una particolare preferenza per le finestre della scuola.

Lo spirito rivoluzionario odierno è derivato da un’esistenza totalmente priva di significato. (…)

La vita è piena di poesia e di entusiasmo quando ha un fine che tutto sovrasta, consistente nell’essere una cosa sola con una vita così personale da essere un padre; una cosa sola con una verità così personale da essere quella sapienza da dove scaturisce ogni arte e ogni scienza; e così personale da essere un amore il quale è “spassionata passione e inquieta tranquillità”.

La vita merita di essere vissuta quando viviamo ciascuna giornata per avvicinarci sempre più a Dio. Quando avete detto le vostre preghiere, quando avete offerto le vostre azioni in unione con Dio, continuate a godere “dell’esaltazione della monotonia” e fatelo di nuovo!» (pag.


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