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Il vescovo di Parigi: “Noi difendiamo la vita in una cultura di morte”
NEWS 17 Maggio 2018    di Lorenzo Bertocchi

Il vescovo di Parigi: “Noi difendiamo la vita in una cultura di morte”

Ieri sera, nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, i vescovi dell’Ile de France si sono dati appuntamento per la decima veglia di preghiera per la vita. L’omelia è stata tenuto dall’arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit, che ha preso possesso della diocesi nel dicembre scorso subentrando al cardinale André Vingt-Trois. Monsignor Aupetit, nato nel 1951, è laureato in medicina e specializzato in bioetica, la sua è una vocazione adulta, è entrato in seminario nel 1990 ed è stato ordinato sacerdote nel 1995.

L’intervento alla veglia in Notre-Dame l’ha diffuso lo stesso Aupetit attraverso twitter. «Nel nostro mondo relativista», ha detto, «noi diciamo: “a ognuno la sua verità”. In realtà ciò significa: “a ciascuno la sua opinione”».

«Il relativismo confonde la verità e l’opinione. L’opinione è soggettiva e dipende dalla nostre esperienze particolari. La verità è oggettiva e parte dal reale per evidenza sperimentale o per ragionamento rigoroso. Ecco perché noi siamo sottomessi a delle contraddizioni che sono causa delle divergenze di opinione. Ma dobbiamo cercare la verità a prescindere dalla ideologie e dalle posizioni mondane che vengono imposte a tutti.

Noi difendiamo la vita in una cultura di morte. Noi siamo al servizio dell’amore gratuito in una cultura dell’egoismo e del ciascun per se. La Bibbia ci ha insegnato l’amore per il prossimo e Cristo ci rivela che non c’è amore più grande che dare la sua vita. Noi dobbiamo quindi costruire una società fraterna fondata sul dono di se nelle relazioni tra le persone. [Riconoscere] Il valore assoluto di tutte le persone umane è il solo modo di costruire una società più umana.

È una società che dà il suo posto ai più fragili e ai più deboli e si dà i mezzi per proteggerli, a cominciare dai più piccoli tra noi: i bambini, i quali hanno dei diritti, che siano ancora nel ventre della loro mamma, o che siano già venuti al mondo. Questo riguarda anche i poveri sottomessi all’arbitrarietà dei profittatori senz’anima, ma anche le donne che nelle società patriarcali vedono calpestati i loro diritti e la loro dignità ridotta alla loro funzionalità e non al loro essere, come quelle che sono utilizzate per affittare il loro utero e soddisfare il desiderio dei ricchi occidentali.

Il mondo in cui viviamo si è a poco a poco allontanato da questa fraternità umana per costruire una società individualista fondata sull’autonomia. Ma l’autonomia è illusoria perché noi siamo tutti dipendenti gli uni dagli altri. Per esempio, il suicidio assistito rivendicato in nome dell’autonomia è un ossimoro. Il suicidio è un atto eminentemente personale e intanto io domando a un terzo di intervenire e alla società di legiferare. Così la legge che una volta era al servizio dei più deboli al fine di uscire dalla legge della jungla e del più forte, si è trasformata poco a poco per mettersi a servizio del desiderio illimitato dell’uomo in nome delle possibilità tecniche.

L’ecologia ci ha insegnato che questo desiderio illimitato conduce a distruggere il pianeta nel quale viviamo e di cui noi dovremmo essere i garanti e i custodi. Questo stesso desiderio illimitato condurrà a distruggere la nostra umanità che esiste solo nella fraternità che Cristo ci ha rivelato come proveniente da un unico Padre che è la sorgente dell’amore. Noi crediamo profondamente che questa fraternità fondata sull’amore è la fonte della vera gioia di cui parla il Signore: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Sì il nostro messaggio è di portare la gioia nel mondo.»


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