Cosa non si fa per strappare due minuti di notorietà. Specie quando la parabola si fa discendente e il rischio di inabissarsi nell’oblìo non è così astratto. Deve aver pensato questo Fedrico Leonardo Lucia, in arte Fedez, più noto per il suo matrimonio finito con Chiara Ferragni che per le sue canzoni, se si è ridotto ad accettare di cantare in piazza ad una festa patronale. Non si tratta di un semplice ripiego, sarebbe stato così se si fosse esibito alla sagra della porchetta o dei ciammarcugli, ma qui abbiamo uno dei personaggi più volgari e sopra le righe in circolazione che sta per esibirsi praticamente alla festa per la Vergine Santissima.
Ma andiamo con ordine. A Reggio Calabria inizia oggi il “Reggio Live Fest”, una sette giorni musicale che si snoda sul lungomare in concomitanza con le festività della Madonna della Consolazione ossia la principale celebrazione della città. A chiudere la rassegna – il giorno della processione della Madonna – è previsto il Dj set proprio del rapper, scelta “artistica” che ha spinto don Giovanni Gattuso, parroco di San Nicola e Santa Maria della Neve, a prendere carta e penna e scrivere al sindaco:
«Come uomo e sacerdote, avverto la necessità di esprimere il mio disagio per la scelta di un artista il cui stile e messaggi, per quanto legittimi nel contesto della libera espressione artistica, appaiono lontani dai valori che questa celebrazione incarna. Fedez, noto per il suo linguaggio provocatorio e le sue prese di posizione spesso divisive, rischia di compromettere l’armonia e la spiritualità di questo momento sacro, distruggendo la connessione profonda tra la comunità e la sua patrona. Comprendo l’intento di attrarre un vasto pubblico e dare risalto ai festeggiamenti civili, ma credo che sia fondamentale mantenere una coerenza tra gli eventi proposti e il significato religioso della celebrazione. Per questo, chiedo all’Amministrazione un ripensamento sulla scelta dell’artista, valutando alternative che meglio riflettano il rispetto per la sensibilità dei fedeli e il carattere spirituale di questa solennità».
Da qui si è alzato il polverone. Diversi sacerdoti e molti cittadini si sono detti d’accordo con queste parole, l’amministrazione ha difeso la sua scelta, ieri è sceso in campo anche il l’arcivescovo Fortunato Morrone: «L’arcidiocesi, pur riconoscendo che la scelta dell’amministrazione comunale ha suscitato reazioni divisive all’interno della comunità, ritiene che sia fondamentale mantenere vivo lo spirito cristiano di accoglienza e dialogo, specialmente in occasioni come questa, che richiamano il profondo significato della fede cattolica. Come cristiani, siamo chiamati ad accogliere non solo chi condivide la nostra fede, ma anche chi è lontano da essa o, in alcuni casi, vi si oppone apertamente. La presenza di un artista le cui produzioni musicali possono aver sollevato critiche per il contenuto dei testi, non deve distoglierci dal nostro mandato evangelico: accogliere tutti, anche chi ci insulta, come raccomanda Gesù nel Vangelo, e testimoniare con la nostra presenza e il nostro comportamento il Vangelo della carità e del perdono».
L’elenco delle uscite dell’ex signor Ferragni contro la Chiesa, il Vaticano, il Pontefice, i sacerdoti è lungo e sacrilego e irriferibile quello che mette in musica nelle sue canzoni – una su tutte Blasfemia pt2 – riferendosi proprio alla Regina del Cielo. D’altra parte che cosa aspettarsi da un uomo che si è tatuato sul pube il volto di nostro Signore? Qualcosa di diverso magari ci si poteva aspettare da un’amministrazione comunale, è vero che si tratta di autorità civili, ma c’è stato un tempo in cui anche i non credenti sapevano cosa significava l’atto di fede. E ne avevano rispetto. Oggi quel rispetto deve essersi dato alla macchia, lui, il sensum fidei e anche il gusto per il bello, quello grazie al quale era chiaro cosa fosse la buona musica e che cosa un prodotto di marketing capace solo di far un chiasso vuoto e inascoltabile. (Fonte foto: Imagoeconomica)
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