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14.12.2024

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Card. Nichols: qualsiasi legge sul suicidio assistito è come un buco nella diga
news
16 Ottobre 2024

Card. Nichols: qualsiasi legge sul suicidio assistito è come un buco nella diga

Un disegno di legge per legalizzare il suicidio assistito in Gran Bretagna, l’Assisted Dying Bill, dovrebbe essere presentato alla Camera dei Comuni da un deputato laburista oggi, 16 ottobre. Ma l’arcivescovo di Westminster, il cardinale Vincent Nichols, non ci sta e ha lanciato una potente condanna contro l’iniziativa, condensata in tre punti essenziali, contenuti in una lettera pastorale pubblicata il 10 ottobre scorso.

Così, mentre il primo ministro Keir Starmer preme per accelerare le operazioni di voto, il cardinale Vincent Nichols non le manda a dire e comincia ad individuare tutti i risvolti critici di una legge che sa ben poco di progresso e di “difesa dei diritti civili”, ma puzza solamente di morte.

Come sottolinea nel primo dei tre punti del suo documento, affermando che in ogni Paese in cui è stata adottata tale legge, le circostanze in cui è consentito porre fine a una vita tendono continuamente ad aumentare.

«Non c’è dubbio che il disegno di legge all’esame del Parlamento sarà redatto con attenzione, prevedendo circostanze chiare e molto limitate in cui diventerebbe lecito contribuire, direttamente e deliberatamente, a porre fine alla vita di una persona» – premette- «Ma non dimentichiamo che i fatti osservati in tutti i Paesi dove tale legge è stata adottata sono chiari: le circostanze in cui è lecito porre fine alla vita di una persona sono sempre più numerose, il che rende il suicidio assistito e l’eutanasia sempre più accessibili e accettati».

C’è poi un passaggio logico ed etico, al contempo, che monsignor Nichols considera molto pericoloso: dal “diritto a morire” al “dovere di morire” che può diventare anche immediato: «Una legge che vieta un atto è un evidente deterrente. Una legge che autorizza un atto cambia gli atteggiamenti: ciò che è consentito viene spesso e facilmente incoraggiato», scrive il cardinale.

Forte sarebbe il condizionamento psicologico e morale che si verrebbe a creare, secondo il prelato: «Una volta che il suicidio assistito viene approvato dalla legge, ecco che la protezione essenziale della vita umana scompare. Aumenta la pressione su coloro che sono vicini alla morte, da parte sia del malato sia di altri perché venga posta fine alla propria vita per sollevare la propria famiglia da chi viene percepito ormai come un peso, per evitare sofferenze o semplicemente per appropriarsi di un’eredità».

Il terzo e ultimo punto, ma, di fatto, il più importante, argomentato dall’arcivescovo di Westminster è invece Dio: «Dimenticare Dio sminuisce la nostra umanità. Per le persone che hanno fede in Dio – ovvero la stragrande maggioranza della popolazione mondiale – la prima verità è che la vita, in definitiva, è un dono del Creatore. La nostra vita scaturisce da Dio e troverà compimento in Dio. [ …] Ignorare o negare questa verità significa separare la nostra umanità dalle sue origini e dal suo scopo. Ci ritroviamo a fluttuare liberi, distaccati, in una sfera priva di solide ancore, pensando di poterle creare noi stessi secondo l’umore del momento».

E’ per tutte queste ragioni che, attraverso questa lettera pastorale che verrà letta nelle chiese della sua arcidiocesi questo fine settimana, il cardinale ha esplicitamente invitato i fedeli a impegnarsi nella battaglia contro questo decreto di morte, contattando i parlamentari per far sentire la propria voce.

Contro l’ Assisted Dying Bill si sono pronunciate, tra gli altri, la British Medical Association e i Medical Royal Colleges, in quanto violerebbe i principi fondamentali della deontologia medica.

(Foto: Imagoeconomica)

 

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