Concluso il viaggio di papa Francesco in Lussemburgo e Belgio, un viaggio apostolico che in più occasioni si è rivelato una mezza trappola per Bergoglio. Soprattutto quando l’Università di Lovanio, dove Francesco si è recato per l’anniversario della fondazione dell’ateneo, ha pubblicato una insolita nota praticamente mentre il Papa stava ancora uscendo e salutando, dove gli è stato chiesto conto del ruolo delle donne nella Chiesa (bollando quella di Francesco come posizione «conservatrice»). E prima di questa “nota” che in fondo mirava alle donne prete, c’era stata in mondovisione anche la tirata d’orecchi al Papa del primo ministro Alexander De Croo (macroniano di ferro), sul tema delicatissimo degli abusi da parte del clero.
RUOLO DELLA DONNA
Il poco elegante comunicato dell’Università di Lovanio è stato bollato da Francesco come «poco morale» perché «fatto nel momento in cui io parlavo», così ha specificato ieri pomeriggio nella conferenza stampa svolta come al solito sul volo di ritorno a Roma. Rispondendo alla domanda di un giornalista ha ricordato che «la donna – lo dico sempre – è più importante degli uomini, perché la Chiesa è donna, la Chiesa è sposa di Gesù. Se questo a quelle signore sembra conservativo, io sono Carlos Gardel (noto cantante di tango argentino, ndr.)». Quindi, ha sottolineato la differenza tra un «ministero mariano», femminile, e uno «petrino», maschile, per dire come «è più grande il ministero mariano perché è un ministero di unità che coinvolge, l’altro è ministero di conduzione». Una risposta secca che rimanda al mittente le richieste di «un femminismo esagerato».
ABUSI
Sul tema degli abusi, dopo aver già più volte rimarcato durante gli incontri del viaggio che sono «una vergogna per la Chiesa», Francesco rispondendo a un giornalista sull’aereo di ritorno ha ribadito innanzitutto che in Vaticano ci sono diverse commissioni che lavorano a questa piaga. «E si ricevono tutte le cose in Vaticano e si discute. Anche io in Vaticano ho ricevuto gli abusati e do forza perché si vada avanti». «Dobbiamo prenderci cura delle persone abusate e punire gli abusatori, perché l’abuso non è un peccato di oggi che domani forse non c’è… È una tendenza, è una malattia psichiatrica e per questo dobbiamo metterli in trattamento e controllarli così. Non si può lasciare un abusatore libero nella vita normale, con responsabilità nelle parrocchie e nelle scuole».
ISRAELE E’ ANDATA OLTRE A GAZA E IN LIBANO?
A una precisa domanda sulla situazione in Medio Oriente, il Papa ha risposto che «la difesa deve essere sempre proporzionata all’attacco. Quando c’è qualcosa di sproporzionato si fa vedere una tendenza dominatrice che va oltre la moralità. Un Paese che con le forze fa queste cose – parlo di qualsiasi Paese – che fa queste cose in un modo così “superlativo”, sono azioni immorali. Anche nella guerra c’è una moralità da custodire. La guerra è immorale, ma le regole di guerra implicano qualche moralità».
RE BALDOVINO E L’ABORTO
«Il re è stato un coraggioso perché davanti a una legge di morte, lui non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio, no? Ci vuole un politico “con pantaloni” per fare questo». Così Francesco ha ricordato la figura di Re Baldovino che nel 1992 abdicò per 36 ore per non dover firmare la legge sulla legalizzazione dell’aborto. Il Papa durante il viaggio ha sostato in preghiera sulla tomba del re e all’Angelus di ieri ha chiesto ai vescovi belgi di impegnarsi per portare avanti la sua causa di beatificazione. Quindi Francesco è tornato sulla questione dell’aborto, con parole da lui già ricordate più volte: «un aborto è un omicidio. La scienza ti dice che al mese del concepimento ci sono già tutti gli organi … Si uccide un essere umano. E i medici che si prestano a questo sono – permettimi la parola – sicari. Sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana».
(Foto screen shot canale Youtube Vaticannews)
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