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12.12.2024

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Francia, il pellegrinaggio di Chartres fa il record di adesioni
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22 Aprile 2024

Francia, il pellegrinaggio di Chartres fa il record di adesioni

Se ci fosse una lista d’attesa, si riempirebbe all’istante, se ci fossero nuovi biglietti in prevendita, andrebbero venduti in un soffio. Non è una nuova data del concerto di Taylor Swift, la regina del pop in grado di battere i suoi stessi record, ma un pellegrinaggio cattolico annuale, giunto alla quarantaduesima edizione: 100 chilometri da percorre a piedi in tre giorni, dalla cattedrale di Notre-Dame de Paris a quella di Chartres. Le iscrizioni al «pellegrinaggio di Pentecoste organizzato da Notre-Dame de Chrétienté, previsto per il fine settimana dal 18 al 20 maggio 2024», leggiamo sul sito di Infocatolica, infatti, «sono state chiuse un mese prima del suo inizio» – soprattutto per motivi di sicurezza e con grande dispiacere – «superando il record dell’anno precedente con più di 16.000 partecipanti».

A quanto riferiscono gli organizzatori dell’evento, si prevede che il numero dei pellegrini alla fine raggiungerà i 18000, ovvero un più che significativo 12% in più dello scorso anno. È prevista infatti la partecipazione di quanti si uniranno al pellegrinaggio solo l’ultimo giorno o parteciperanno alla messa finale, celebrata secondo il rito tridentino. Non si tratta, quindi, di residue sacche di nostalgici, anzi tra chi ha trovato ristoro per la propria fede o si è riavvicinato alla Chiesa proprio per amore del rito antico molti sono giovani e giovanissimi. Giudicando il fenomeno dal punto di vista numerico e secondo la tendenza che mostra potremmo definirlo un successo. Non è così che si misura la fede, certo, ma questi numeri sono un indicatore importante che conferma, una volta di più, come ciò che attrae e conquista della fede cattolica è niente meno che la fede cattolica integrale, senza “ismi”.

Sul sito di Notre-Dame de Chrétienté è illustrato il tema di quest’anno: «Voglio vedere Dio». La riflessione che sarà guidata dalla celebrazione di messe durante il tragitto, dalla preghiera liturgica e da meditazioni e favorita dal silenzio, è orientata «ai fini ultimi», i Novissimi, che sono stati abbandonati dopo gli anni Sessanta, dalla predicazione ordinaria e sono «incontestabilmente uno dei maggiori sintomi della crisi della Fede. Si tratta dunque di tornare alla missione del Vangelo: insegnare Gesù cristo, e tutto Gesù Cristo. È la più grande delle carità. Parlare delle cose ultime è praticare una pastorale della verità». Concentrarsi sui fini ultimi, prosegue la riflessione, non significa calare il sipario sulla vita e promuovere il disimpegno, anzi.

È il fine che dà senso a tutto, che dà alla vita umana tutta la sua bellezza e importanza. «Siamo pellegrini: la nostra patria si trova nei cieli. Solo il pensiero della vita eterna dona senso alle nostre battaglie terrene». Ultra, allora, è un prefisso più che accettabile per i cattolici, perché è esattamente all’oltre che siamo orientati ed è da quell’oltre che i credenti attingono speranza e la fonte di un amore che non può estinguersi. (Fonte foto: Facebook)

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