«Ambedue sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti sia quello che uccide i bambini». Nella consueta conferenza stampa del Papa sul volo di ritorno dal viaggio apostolico di dieci giorni in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste, e Singapore, Francesco ha bocciato in un colpo solo Kamala Harris e Donald Trump, i due candidati alle presidenziali Usa.
TRUMP E HARRIS BOCCIATI
Lo ha fatto rispondendo alla domanda della giornalista Anna Matranga della CBS news. «Mandare via i migranti, non dare ai migranti capacità di lavorare, non dare ai migranti accoglienza è peccato, è grave», ha detto con chiaro riferimento alle politiche di Donald Trump. E poi, riferito, invece, alla Harris, ha ribadito che «fare un aborto è uccidere un essere umano. Ti piaccia la parola o non ti piaccia, ma è uccidere. Questo. La Chiesa non è chiusa perché non permette l’aborto: la Chiesa non permette l’aborto perché è uccidere, è un assassinio, è un assassinio».
Francesco mette sullo stesso piano la mancata accoglienza dei migranti con l’aborto e liquida così i due contendenti alle presidenziali Usa. Va ricordato però che a proposito di accoglienza dei migranti in una precedente occasione, durante l’incontro con i Vescovi in occasione della 31ª Giornata mondiale della gioventù (Cattedrale di Cracovia, 27 luglio 2016), Francesco aveva sottolineato che «ogni Paese debba vedere come e quando: non tutti i Paesi sono uguali; non tutti i Paesi hanno le stesse possibilità. […] Quanti e come? Non si può dare una risposta universale, perché l’accoglienza dipende dalla situazione di ogni Paese e anche dalla cultura».
Quindi, tornando al caso delle elezioni Usa, ha incalzato la giornalista sul volo di ritorno da Singapore, chi votare? Non andare a votare? «Nella morale politica», risponde Francesco, «in genere si dice che non votare è brutto, non è buono: si deve votare. E si deve scegliere il male minore. Chi è il male minore, quella Signora o quel Signore? Non so, ognuno in coscienza pensi e faccia questo».
LA SITUAZIONE A GAZA
«A volte si dice che è una guerra difensiva o no, ma alcune volte credo che sia una guerra troppo, troppo… E – mi scuso di dire questo – ma non trovo che si facciano i passi per fare la pace». Si conferma l’impegno per la pace del Papa sulla situazione a Gaza: «Alla fine, chi vince la guerra troverà una grande sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, sempre, senza eccezioni. E questo non dobbiamo dimenticarlo. Per questo, tutto quello che si fa per la pace è importante. E inoltre voglio dire una cosa – questo è un po’ immischiarmi in politica ma voglio dirlo –: ringrazio tanto, tanto quello che fa il re della Giordania».
L’AMORE PER LA CINA
«Io sono contento dei dialoghi con la Cina, il risultato è buono, anche per la nomina dei vescovi si lavora con buona volontà». Il Papa benedice ancora lo storico e controverso accordo siglato e rinnovato a partire dal 2018, inoltre sottolinea il suo desiderio di andare a Pechino. «L’altra cosa è la Cina: la Cina per me è una ilusión [un desiderio], nel senso che io vorrei visitare la Cina, perché è un grande Paese; io ammiro la Cina, rispetto la Cina. È un Paese con una cultura millenaria, una capacità di dialogo, di capirsi tra loro che va oltre i diversi sistemi di governo che ha avuto. Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa».
VIAGGIO IN ARGENTINA
Il Papa venuto da Buenos Aires, dopo più di dieci anni di pontificato, non è andato nella sua terra natale. La giornalista, amica di Francesco, Elisabetta Piqué chiede se è arrivato il momento del viaggio apostolico in Argentina. «È una cosa ancora non decisa», ha risposto il Papa. «Io vorrei andare, è il mio popolo, vorrei andare; ma ancora non è decisa, perché ci sono diverse cose da risolvere prima».
(Foto Ansa)
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