lunedì 7 ottobre 2024
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La Chiesa a Cuba ha bisogno di aiuto
NEWS 6 Settembre 2024    di Manuela Antonacci

La Chiesa a Cuba ha bisogno di aiuto

«I bisogni materiali attuali sono i più urgenti che abbiamo mai avuto, ci sono ristrettezze maggiori che nel ’90, ’92 o ’93» spiega Emilio Aranguren, 74 anni, vescovo di Holguín e presidente dei vescovi di Cuba, «la Chiesa cubana è sempre stata povera. Non riceve alcun sussidio dallo Stato, né c’è un terzo settore o aziende che la aiutino, ma riceve solo donazioni private dai fedeli, ma i fedeli sono molto poveri e tutto è costoso e difficile da trovare nella Cuba del 2024».

«Qui mancano lampadine, luci a led, materiali di comune manutenzione, lucchetti, sbarre, vernice, un sacco di cemento, tutto il necessario per piccole riparazioni… tutto questo oggi è difficile da trovare ed è costoso», ha spiegato il vescovo in un incontro online con i giornalisti organizzato da Aiuto alla Chiesa che Soffre. Fortunatamente oggi le autorità comuniste non pongono quasi più ostacoli all’evangelizzazione. La fede può essere espressa pubblicamente: sui campanili si affiggono enormi manifesti in onore della Vergine della Carità, che si festeggia in questi giorni.

Nelle scuole non si denigra più la fede e non vengono più organizzate attività culturali e ricreative per tenere i giovani lontani dalla religione durante le funzioni della  Settimana Santa come avveniva un tempo. Dunque le persone sono vicine a Dio ma, come ha sottolineato il vescovo, ora come ora è difficile servirle. I giovani cattolici possono evangelizzare casa per casa, le nonne che hanno mantenuto la fede continuano a trasmetterla a figli e nipoti e molte persone tra i 40 e i 50 anni decidono di ritornare alla fede dei loro genitori. Oggi molti si accostano ai sacramenti, anche per la prima volta o regolarizzano le loro unioni con matrimoni cristiani.

Tuttavia le difficoltà materiali mettono a dura prova l’opera della Chiesa perché scarseggiano i sacerdoti e i mezzi di trasporto. Un sacerdote con una buona macchina potrebbe raggiungere più posti, ma ci vogliono vetture robuste e ci sono molti impedimenti per portarle nel Paese, e poi  mantenerle. Spesso i religiosi e le religiose devono ricorrere a veicoli o carri trainati da animali. Ci sono anche alcuni curiosi manufatti chiamati “riquimbilis”, che sono biciclette a cui sono stati aggiunti strani motori (di qualsiasi provenienza, anche tosaerba o barche). In teoria potrebbero trasportare un autista e al massimo un passeggero, ma in pratica arrivano a trasportare anche 4 persone.

Miguel Ángel Fernández González, cubano, ingegnere chimico e diacono permanente a Madrid, da 28 anni in Spagna, racconta ai giornalisti la sua esperienza. È  ritornato nel suo Paese cinque volte in questi anni: «La mia diocesi non ha un vescovo e la mia parrocchia non ha un sacerdote, ma un diacono permanente da 14 anni, e laici molto attivi. Il diacono si occupa di tutto e a Natale e Pasqua viene un prete malato». Commovente è scoprire come la custodia della fede sia in gran parte affidata ai laici: «Sì, non c’è il prete – continua Gonzalez – ma nei villaggi c’è il catechismo, c’è il rosario e la Bibbia è nutrimento nelle case delle zone in cui scarseggiano i sacerdoti»

Mons. Aranguren definisce la Chiesa cubana come «viva, unita e povera, con una spiritualità sostenuta dal valore del piccolo, dell’anonimo e della gradualità. È attiva, creativa e fiduciosa, è una Chiesa piena di speranza, non solo da parte dei pastori, ma anche da parte dei fedeli, sia nelle città che nelle comunità rurali. È una Chiesa che soffre l’esodo dei cubani, la mancanza di pastori, soprattutto nelle località più remote». Aranguren insiste affinché il popolo, lontano da Dio per troppo tempo, ora possa finalmente avvicinarsi a Lui, ma soprattutto abbia i mezzi per farlo. Per questo, “Aiuto alla Chiesa che Soffre” vuole sostenere i cristiani di Cuba affinché possano evangelizzare, formare i loro giovani e le loro famiglie e crescere, in un contesto di deprivazione materiale.

José María Gallardo, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN) in Spagna, spiega che la fondazione ha donato a Cuba circa 775.000 euro nel 2021 e il doppio nel 2023. Ma i bisogni sono enormi. Il denaro è destinato al sostegno del clero e delle comunità, alla loro formazione e ai mezzi per raggiungere la popolazione. Tra i fondi già stanziati dall’Associazione, ci sono 8.800 euro per sostenere undici Piccole Sorelle degli Anziani Abbandonati dell’Avana, che a loro volta visitano e si prendono cura di tanti anziani soli e molto poveri, la manutenzione di veicoli pastorali a Salvador de Bayamo e garantire loro il carburante per un totale di 20.000 euro, la stampa e la distribuzione all’Avana di 10.000 Bibbie dell’edizione “Libro del Popolo di Dio” che ammonta a 80.000 euro e tanto altro.

Parliamo di un paese con  10 milioni di abitanti, in cui, nonostante 65 anni di comunismo, solo il 20% dei cubani si dichiara ateo e che conta 374 sacerdoti e 27 seminaristi, distribuiti in 14 diocesi. Bisogni infiniti, come abbiamo visto a cui si sta cercando di provvedere con le donazioni della Campagna Chiesa a Cuba di ACN. Dunque, la sopravvivenza della Chiesa, a Cuba, è affidata anche alla generosità di quella fetta del popolo di Dio che vive in paesi molto più fortunati, in cui paradossalmente la fede si dà per scontata, ma che potrebbe fare molto per quei cristiani cattolici che per mantenere vivo il loro rapporto con Dio hanno dovuto lottare con le unghie e con i denti. (Foto: Screenshot “Ayuda a la Iglesia Necesitada”, YouTube)

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