martedì 12 novembre 2024
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L’ex guardia svizzera: «Quando Giovanni Paolo II mi disse di pregare la Madonna…»
NEWS 29 Ottobre 2024    di Paola Belletti

L’ex guardia svizzera: «Quando Giovanni Paolo II mi disse di pregare la Madonna…»

Mario Enzler, racconta a Rome Reports di quando san Giovanni Paolo II, che allora serviva nel corpo della Guardia svizzera, gli ha rivolto queste parole: «Mario, grazie perché sei venuto a servire colui che serve». Anche le conversioni che avvengono per mezzo di un Papa e per giunta santo hanno i tratti dell’incontro tra due amici, o tra due fratelli. Nonostante la riverenza e la devozione che il protagonista di questa testimonianza trasmette nel raccontare i fatti che hanno cambiato per sempre la sua vita, ciò che emerge è la semplicità e la potenza di una fede incarnata in un uomo che suscita santa invidia in un altro e per fascino lo attira ad imitarlo.

APPUNTI DI UN INCONTRO CHE GLI HA CAMBIATO LA VITA

Su kath.net, che ha ripreso le parole della testimonianza video, troviamo il racconto dei momenti decisivi nel cammino di conversione dell’allora giovane guardia: «Quando l’ho incontrato [Giovanni Paolo II] per la prima volta, ero in servizio da circa tre settimane. Lo avevo visto passeggiare [prima], ma ora ero solo in una stanza e fui informato che sarebbe venuto nella stanza del Palazzo Apostolico dove mi trovavo. Quando è arrivato mi sono messo sull’attenti. Si fermò davanti a me… e disse: ‘Devono essere nuovi.’». Mario interpreta quelle prime battute del pontefice come possibilità di scambiare qualche parola con lui; si toglie i guanti bianchi, tende la mano al Papa e si presenta: «Quando ho finito, ho provato a rilasciare la stretta di mano, ma lui non ha voluto lasciarla andare». Lo sappiamo tutti per esperienza che spesso sono i gesti, lo sguardo e persino i tempi di una comunicazione a fare la vera differenza.

QUALUNQUE COSA ABBIA QUEST’UOMO, LA VOGLIO ANCHE IO

Anche in questo primo significativo incontro succede: il papa polacco non lascia la presa e aggiunge l’altra mano per tenere quella del giovane militare tra le sue. Dare e prendere la mano è gesto antico e carico di significato, uno dei principali è quello dell’accoglienza disarmata. La mano destra è quella con la quale si impugnavano le armi, se te la offro è perché non ho intenzione di ferirti. Entrambe le mani a trattenere quella dell’interlocutore hanno un ulteriore messaggio di apertura e protezione. A conferma dello stato interiore e delle intenzioni che il giovane Mario intuisce nel pontefice arriva lo sguardo, diretto e intenso, e con esso le parole: «“Ebbene, Mario, grazie per essere venuto a servire chi serve”. Poi mi lasciò la mano e se ne andò. Quello è stato il giorno in cui ho capito che qualunque cosa avesse quest’uomo, la volevo anch’io. Non avevo idea di cosa potesse essere… e ho iniziato a prestare attenzione a ogni parola che diceva, leggendo quando non ero presente – discorsi pubblici ecc… perché sapevo che qualunque cosa avesse lui, volevo averla (…)”».

COMPORTARSI COME SI COMPORTA LUI

Per diventare come la persona che vive nel modo che vorremmo per noi, per prima cosa cerchiamo di scoprirne i principi e i codici di comportamento. Come si muove nella vita? come prende decisioni? Da Giovanni Paolo II, Mario Elzner ha imparato che per ogni necessità basta rivolgersi a tre persone: «Come codice di condotta personale, diceva, ogni volta che aveva bisogno di consigli: “vado da nostro Signore [Cristo], da nostra Signora [Madre di Dio] e vado a San Pietro. Giovanni Paolo II”».

IL DONO DEL ROSARIO

La vita di Mario prosegue nella normalità dell’incarico, fatta di disciplina, turni, avvicendamento con i colleghi, obbedienza ai superiori, come nella sostanza avviene per molti lavoratori, sebbene in contesti diversi. Il giovane nutre la speranza di incontrare ancora il santo padre e poter arricchire la conoscenza non solo della sua persona, ma di ciò che la rendeva tanto convincente e, racconta ancora nella testimonianza, un giorno mentre si trovava al terzo piano del Palazzo apostolico, sente avvicinarsi i passi di una sola persona.

È Giovanni Paolo II, Mario spera tanto che si fermi a scambiare qualche parola, «Ma non mi ha guardato né mi ha parlato, assolutamente niente. Allora sono rimasto sull’attenti ma ho chiuso gli occhi. Quando li ho riaperti, forse un secondo o un secondo e mezzo dopo, era proprio di fronte a me e non l’avevo sentito tornare. Era proprio di fronte a me… Sua Santità mi fissava con i suoi occhi azzurri, con un’intensità di blu che non avevo mai visto in un’altra persona. Rimase in silenzio. Sono passati forse dieci secondi, e sono un’eternità per un soldato che ha qualcuno che lo guarda senza parlare. Poi ho notato con la coda dell’occhio che ha infilato la mano nella tasca della tonaca, ha tirato fuori di nuovo la mano e ha tenuto questo rosario davanti a me».

BENVENUTO NELL’ETÀ ADULTA

Mentre racconta Mario tiene in mano proprio quella corona.  Il Papa ha ancora alcune cose da dirgli e le dice anche a noi, a ogni credente: «“Mario, il rosario è la mia preghiera preferita. È meraviglioso e richiede semplicità e profondità. Prendi i miei grani.” Detto questo il Papa si mise sull’attenti, aprì la mano e il Papa vi pose dentro il suo rosario e disse: “Fatelo la vostra preghiera più potente.” Il Papa fece qualche passo avanti, si voltò di nuovo in giro e disse: “Benvenuti nell’età adulta. Invoca sempre Maria, lei ti indicherà sempre la strada verso suo figlio. Poi il Papa se ne andò».

Il rosario come segno distintivo dell’essere uomini, della vera virilità (e della vera femminilità): una definizione un po’ diversa da quella di preghiera noiosa, puerile e immatura che l’immaginario mondano gli assegna.  Forse la sola arma impugnando la quale si può stringere la mano all’altro senza ferirlo. Mario è sposato, ha cinque figli, lavora come docente e formatore per il clero nella disciplina dell’amministrazione e del management ecclesiale e gira il mondo per portare la testimonianza di come san Giovanni Paolo II lo abbia aiutato a diventare un uomo e un leader migliore. Nei suoi progetti iniziali avrebbe voluto importare il vero gelato nel New England (non c’è miglior autore – anche comico – del buon Dio). (Foto: Imagoeconomica)

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