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12.01.2025

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Natale, come ricordarsi dei Santi a tavola
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24 Dicembre 2024

Natale, come ricordarsi dei Santi a tavola

In previsione dei giorni di festa che ci vedranno spesso riuniti intorno al tavolo, è utile ricordare il legame che sussiste tra alcuni Santi e il cibo. Se ci pensiamo bene ognuno di noi conosce almeno una tradizione culinaria popolare legata alla figura di un santo. Almeno una volta avremo sentito parlare della frase che san Lorenzo, il cui martirio si compì su una graticola, avrebbe esclamato: «Questo lato è pronto, ora giratemi dall’altro». Per questo episodio è stato eletto protettore dei cuochi, dei rosticcieri e anche dei pasticcieri. 

C’è poi san Nicola di Bari. Vissuto nel IV secolo, di lui si narra che aiutasse le persone bisognose, donando loro cibo e denaro. Si diffuse una storia secondo cui san Nicola salvò tre fanciulli affamati, donando loro tre mele che il mattino seguente si trasformarono in preziosi frutti d’oro. Inoltre è considerato patrono dei dolci, in particolare quelli che vengono dati ai bambini durante il Natale. Una tradizione vuole infatti che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre – la festa del patrono di Bari – i bambini, in cambio di doni, lascino al Santo da bere o da mangiare.

Se per la preparazione della cena della Vigilia state pensando di affidarvi a qualche santo, quello che fa per voi è san Francesco Caracciolo, patrono degli chef. Dedicata tutta la sua vita ai malati e agli ultimi, ha visto nel cibo un mezzo privilegiato per la guarigione, aggiudicandosi un posto di rilievo nel panorama del mondo culinario, in particolare di quello italiano. Vale la pena menzionare in questo elenco anche sant’Antonio Abate. Considerato protettore degli animali domestici, questo Santo egiziano venne presto invocato in Occidente anche come patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori.

Il 16 maggio, la Chiesa ricorda sant’Onorato di Amiens, patrono di panettieri e pasticceri. Vissuto nel VI secolo, è associato alla preparazione del pane, e in suo onore si celebrano feste in molte città, tra cui Parigi, dove la corporazione dei panettieri lo venera ancora oggi. A proposito del Santo, in alcune biografie vengono forniti dei particolari miracolosi: si dice che un giorno, dicendo la Messa, egli vide la mano del Signore che consacrava l’Ostia.

La controparte femminile del Santo sopracitato, è santa Elisabetta d’Ungheria, la “Santa del pane”. Celebrata il 17 novembre, santa Elisabetta visse nel XIII secolo e si distinse per la sua generosità nel distribuire il pane ai poveri. Per le donne che non riescono a star ferme tra faccende e pentole viene in aiuto santa Marta di Betania. Nota per le cene preparate con zelo e cura per Gesù e gli apostoli, è oggi patrona dei cuochi, dei camerieri, delle casalinghe e dei domestici.

Non si può non citare santa Ildegarda di Bingen, la cui festa si celebra il 17 settembre. Nota per il suo contributo alla scienza della nutrizione e della salute, questa mistica e teologa ha scritto ricette medicinali, tra cui i suoi famosi “Biscotti della gioia”, che promuovevano la buona salute e il benessere, dimostrando come il cibo possa essere un veicolo per la guarigione spirituale e fisica. «Prendi della noce moscata e cannella di pari peso e qualche chiodo di garofano e fanne polvere. E poi con questa polvere fai qualche tortino con la farina, mangiane spesso e… si aprirà il tuo cuore… diventerà felice il tuo spirito, si purificheranno i tuoi sensi… e diventerai forte», queste sue parole accompagnavano la ricetta dei biscotti.

Per gli amanti del vino, i sommelier, i viticoltori e tutti coloro che lavorano nella produzione del vino, il santo protettore è sant’Urbano di Langres. La sua storia, che include una fuga in un vigneto durante i periodi di persecuzione, sottolinea la connessione di questo Santo con il mondo del vino e la fede cattolica. Venerato il 2 aprile, un antico proverbio tedesco così lo ricorda: «Il tempo che fa a sant’Urbano, mostra quello che farà in autunno». Il 15 maggio è invece il giorno di san Isidro Labrador, patrono degli agricoltori spagnoli e dei fruttivendoli. La sua devozione e la sua vicinanza alla terra lo hanno reso un simbolo per tutti coloro che lavorano la terra, sottolineando l’importanza del raccolto e del quotidiano lavoro agricolo. (Fonte foto: Pexels.com)

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