XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
“Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.”
Non ci deve essere dubbio: qui non si sta parlando di una immagine, di una metafora. Possiamo guardare anche il greco stesso, qui si parla di carne vera, Sarx, termine greco che indica la carne vivente, e di fagh, mangiare, nutrirsi, masticare. Non c’è teoria protestante o modernista che tenga, qui Cristo ci sta dicendo quello che da duemila anni fanno i veri cattolici e tutte quelle chiese orientali che hanno conservato questa autentica tradizione.
Non c’è dubbio, Cristo in altri passi ha usato termini volutamente ambigui, con la Samaritana ad esempio, per aiutare la persona a compiere un percorso, ma qui lo ripete più e più volte: dobbiamo mangiare la Sua carne e l’unico modo che ci è stato indicato è proprio quello della Santissima Eucarestia! Ma ora passiamo al ragionamento successivo: se possiamo mangiare la Sua carne, vuol dire che il luogo preferenziale per incontrarlo è proprio lì, nella Eucarestia: vuoi vedere Dio, allora vai davanti al tabernacolo! Non ci sono mezzi termini, dove c’è un tabernacolo con la lampada accesa, lì c’è Cristo, tant’è vero che Lui stesso dice nei versetti successivi: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”.
Ovvio che rimanga in noi: se ci nutriamo di Lui, allora rimaniamo in Lui, proprietà transitiva. Va ritrovato il gusto di stare con Cristo, nel silenzio della propria anima. Molti fanno l’adorazione eucaristica, ma quanti canti, quante letture, quanto poco raccoglimento: ma non basta Lui solo? Le nostre parole a volte sono superflue. Rimaniamo con Lui, punto, già questo è un assaggio del paradiso.
Ora immagino che molti potrebbero dire: “hai scoperto l’acqua calda, don Luca.” Davvero? Quanti cattolici rimangono davanti al tabernacolo, quanti davvero credono che lì ci sia Lui, quanti avrebbero il coraggio, se interrogati, di dire che si nutrono di Dio? Allora un conto è la teoria, un conto quello che pratichiamo. Poi è vero, si fa fatica anche a trovarli i tabernacoli, che a volte sono posti ai margini delle chiese cattoliche.
Occorre capire quanto sia importante recuperare tutto questo. Possiamo fare tutti i Rosari di questo mondo, pellegrinaggi, novene, orazioni e giaculatorie, ma non c’è cosa migliore che stare con Cristo nella S. Messa e nell’adorazione.
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