La notizia è di quelle che non possono non colpire. Stiamo parlando della scoperta, riferita dal sito Christianity Daily, dell’individuazione – grazie a recenti scavi – di alcune lastre di pietra che furono probabilmente utilizzate per costruire una strada utilizzata da Gesù e dai suoi discepoli 2.000 anni fa, in progetti edilizi commissionati da re Erode il Grande e dai suoi discendenti.
Una scoperta decisamente rilevante, che pare tutt’altro che una bufala. A dare conferma di tale importante notizia, infatti, è un comunicato stampa dell’Iaa, acronimo che sta per Israel Antiquities Authority, che in queste settimane è al lavoro nel quartiere Har Hotzvim di Gerusalemme; la scoperta è stata suffragata anche dal Bas, acronimo che sta per Biblical Archaeology Society, lo scorso 5 agosto.
Al momento si ritiene che, quanto meno nella zona, questa sia la più grande scoperta del genere risalente al periodo del Secondo Tempio. Ciò che per la precisione si è visto è che alcune delle massicce pietre rivenute – del peso di due tonnellate e mezzo ciascuna – furono utilizzate come lastre di pavimentazione nella Via del Pellegrinaggio in fase di scavo nella Città di Davide, una strada di pietra che ha almeno 2.000 anni di storia, che collega il Tempio ebraico – dove Gesù pregava – alla Piscina di Siloe, dove Cristo guarì un cieco e sulla quale il sito del Timone aveva già lo scorso anno fornito degli aggiornamenti.
Attenzione, perché non si tratta dell’unica scoperta di queste settimane. Infatti, sempre in questo periodo è stata appena scoperta la più grande cava di pietra mai esistita e che, attenzione, ci sono tutti i motivi per immaginare che fosse attiva all’epoca in cui Gesù di Nazareth. «Questi scavi offrono uno sguardo al passato di Gerusalemme nel suo periodo di massimo splendore, appena prima che i Romani la distruggessero nel 70 d.C.», ha dichiarato l’Israel Antiquities Authority.
Ora, per noi che non siamo addetti ai lavori e che sappiamo che l’unica strada che conta resta sempre Cristo stesso, come del resto Lui per primo ha tenuto a precisare – «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14,6) –, tutto ciò non può comunque non emozionare. Per il fascino storico di queste scoperte e per il fatto che poter ammirare le vie e le pietre sulle quali camminò 2.000 anni fa il Figlio di Dio costituisce comunque un dono (Foto: l’Israel Antiquities Authority, Facebook)
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