Ce lo ha ricordato nel modo più crudo possibile: Joe Biden è ancora in carica e in qualità di quarantaseiesimo presidente Usa ha autorizzato l’utilizzo da parte di Kiev di missili a lungo raggio americani per colpire obiettivi in territorio russo. Il mondo si era già tutto sbilanciato in avanti, ragionando di cosa, come e quanto avrebbe potuto fare la presidenza Trump bis, The Donald si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio prossimo, mentre in due mesi dalla sua uscita di scena Biden può incidere ancora moltissimo sullo scenario non solo interno ma soprattutto globale. Una decisione che ha conquistato la maggioranza delle prime pagine di oggi, addolcite in Italia solo dalla spettacolare vittoria di Sinner agli ATP Finals.
Così riferisce Adnkronos: «[…] Biden prende una decisione che modifica il quadro del conflitto. Le forze armate ucraine potranno colpire obiettivi in Russia con i missili che hanno la capacità di viaggiare per oltre 300 km. Il presidente (…) autorizza l’Ucraina a lanciare i missili a lungo raggio americani contro obiettivi militari in Russia. Kiev potrà utilizzare i missili Atacms, come chiesto per mesi dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La guerra, che si avvia a tagliare il traguardo dei 1000 giorni, cambia volto. Mosca reagisce immediatamente alla novità con proclami minacciosi: “Ci sarà un’escalation gravissima”».
Un’autorizzazione che gli Stati Uniti avevano negato per due anni e che per il tempismo particolare non può che far pensare ad una corda tesa davanti ai passi del presidente entrante, atteso come un’infallibile promessa di pace sia per la guerra che lambisce di sangue e terrore il cuore stesso dell’Europa, sia per quella in Medio Oriente e per molti focolai pronti a divampare in tutto il mondo. Entusiasmi forse eccessivi soprattutto se immaginano una semplificazione estrema della situazione internazionale. Eppure la mossa del presidente uscente arriva come uno schiaffo, da un lato a complicare la situazione bellica senza probabilmente aiutare davvero a mutare le sorti dell’Ucraina, dall’altro – che visto da qui sembra quello più interessato dall’azione di Biden – a colpire Donald Trump e i suoi proclami di “pace in 24 ore” tra Russia e Ucraina.
Il sì al lancio di Atacms (Army Tactical Missile System) arriva dopo il massiccio attacco aereo russo in territorio ucraino che aveva come obiettivo la distruzione delle rete elettrica, ma che ha colpito direttamente la capitale Kiev e diverse altre città; secondo quanto riportano le fonti citate il via liberà Usa è «la risposta al dispiegamento di migliaia di soldati inviati dalla Corea del Nord a sostegno delle forze russe. I militari di Kim Jong-un, almeno 10mila, sono schierati nel Kursk, la regione russa invasa dall’Ucraina all’inizio di agosto. Gli Atacms sono un sistema di missili guidati supersonici che possono essere caricati con munizioni a grappolo o testate convenzionali e possono raggiunge una gittata di circa 305 chilometri. L’allentamento delle restrizioni dell’utilizzo degli Atacms finora imposto da Washington a Kiev, per impedire che fossero usati per colpire territorio russo corrisponde ad un significativo cambio di strategia, nel timore che, dopo l’arrivo dei primi 10mila nordcoreani inviati nel Kursk possano arrivare altre unità delle forze speciali di Pyongyang».
Un sì a scopo di deterrenza, dunque? Pyongyang dovrebbe quindi tornare sui suoi passi per via delle perdite consistenti che gli attacchi missilistici, inizialmente autorizzati solo nella regione del Kursk, gli costeranno? Una bizzarra e terrificante escalation di azioni deterrenti, dunque, si sta consumando davanti agli occhi del mondo, un mondo in cui si lavora per aprire nuovi spiragli di pace e nel frattempo si rischia di espandere un conflitto che il Papa per primo ha avuto subito il coraggio di chiamare mondiale, sebbene a pezzi. Di rischio terza guerra mondiale ha parlato anche Donald Trump Jr, che accusa il Complesso Militare-Industriale di avere la chiara intenzione di farlo prima che suo padre abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite. «Bisogna bloccare quei trilioni di dollari. Al diavolo la vita!!! Imbecilli!».
Una mossa azzardata e quanto meno inusuale per un presidente uscente e che ha suscitato divisioni – leggiamo su Insideover – «tra gli stessi consiglieri della Casa Bianca. I timori di un’escalation sono più che fondati, basti ricordare cosa disse in merito a questa eventualità il presidente russo Putin: “Se questa decisione verrà adottata, significherà niente di meno che la partecipazione diretta dei paesi della Nato, degli Stati Uniti, dei paesi europei alla guerra in Ucraina. Questa partecipazione diretta ovviamente altererà in modo significativo la natura stessa di questo conflitto”». Secondo il ministro degli affari esteri polacco, Sikorski, l’azione di Biden sarebbe quanto mai opportuna proprio perché dall’altra parte c’è Putin che comprende solo il linguaggio della forza e che vedrebbe in una strategia diversa una debolezza della quale approfittare senza pietà. Secondo Sikorski la rimozione delle restrizioni all’utilizzo di armi occidentali farebbe sempre parte del legittimo diritto alla difesa di un paese aggredito.
Addirittura una decisione da salutare come una grande notizia che merita il punto esclamativo secondo Soros jr su X. Possibile che l’anziano e troppo tardivamente uscente presidente democratico abbia messo in atto un maldestro tentativo di salvare la faccia, considerando l’aumento delle tensioni internazionali un trascurabile effetto collaterale? Possibile che abbia deciso di gettare altra benzina sul fuoco, anche se per ora sembra che i missili utilizzabili saranno quelli a gettata ridotta (80 km) solo per danneggiare il suo avversario senza peraltro poter incidere seriamente sulle sorti dell’Ucraina che difficilmente potrà respingere l’avanzata russa? Un’ipotesi spaventosa quanto gli scenari che si aprono che però è legittimo avanzare. E cosa resta dunque da fare? quali altre armi a lunghissimo raggio possiamo mettere in campo tutti noi moltitudine dei “senza potere”? Di sicuro, in queste e in tutte le difficili congiunture storiche che l’umanità si trova ad affrontare, quelle della preghiera fiduciosa e incessante (Fonte foto: Imagoeconomica/Pexels.com).
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