Fresca di condanna da parte della Corte di giustizia europea per mancata trasparenza sui vaccini anti-Covid, la tedesca Ursula von der Leyen ieri non si è accontentata di farsi riconfermare alla presidenza della Commissione europea con 401 voti, ma ha tenuto pure un discorso nel quale ha voluto rassicurare l’Europarlamento sul fatto che lei, di ciò che sta succedendo, se ne infischia. Come se nulla fosse, insieme ad un non meglio precisato “piano per l’industria nei primi 100 giorni, ha infatti rilanciato l’ormai famigerato Green Deal – che perfino ultraeuropeisti come Matteo Renzi non esistano a definire «un vero e proprio fallimento che non ha protetto l’ambiente e minaccia di colpire imprese, case e posti di lavoro» -, chiarendo di non voler lasciare «che gli estremismi o le demagogie distruggano» lo «stile di vita europeo»: nel senso che lo «stile di vita europeo» vuol distruggerlo lei, e detta da una che ha già varato stangate su case, auto e tra poco pure sul respiro, è una minaccia credibile.
Nel suo intervento programmatico di ieri mattina Ursula von der Leyen – prima del voto del Parlamento, dove comunque non sono mancati 50 franchi tiratori – ha anche dichiarato: «Dobbiamo e manterremo la rotta sugli obiettivi stabiliti». Come dire: cari europei a noi non importa un bel niente se oggi il primo partito in Francia è nettamente quello di Marine Le Pen, se in Germania la cosiddetta «ultradestra» è ormai la seconda forza (ed ha superato tutti i partiti al governo) e se i Verdi – a cui continua a piacere al punto che, pur con tutta la buona volontà, ieri Fratelli d’Italia non l’ha potuta votare – alle ultime europee hanno fatto flop in quasi tutta Europa: noi qui continuiamo come se nulla fosse verso gli «obiettivi stabiliti». Insomma, come già si diceva, la von der Leyen ha voluto semplicemente ribadire a tutti che, siccome ignora la realtà, per guidare l’Europa lei è perfetta.
E pare francamente difficile darle torto, visti e considerati anche gli illustri precedenti della politica tedesca, precedenti che avrebbero affossato da tempo chiunque ma non lei. Qualche esempio? Il settimanale Welt am Sonntag ritiene che la Von der Leyen abbia falsificato i dati sulla frequentazione all’Università di Stanford, mentre i ricercatori del progetto VroniPlag Wiki, che hanno esaminato la sua tesi di dottorato, sostengono che il 43,5% del testo sia plagiata con anche svariate citazioni sbagliate. Con queste felici premesse, è diventata ministro della Difesa tedesca facendosi così amare che, quando venne nominata presidente della Commissione Ue, Martin Shultz – che la riteneva il membro «più debole» del governo – ha commentato: «Oggi è un grande giorno per la Germania, anzi una liberazione». Per non smentirsi, a guida dell’Unione europea Von der Leyen non ha certo abbandonato la sua passione per le figuracce.
Per limitarsi ad un ambito soltanto, basti pensare a che cosa (dopo aver incautamente rivelato le drammatiche perdite militari di Kiev) diceva solo un anno fa, e cioè: «L’Ucraina vincerà la guerra». Non qualche losco putiniano, ma perfino il capo di stato maggiore Usa, il generale Mark Milley, aveva già dichiarato l’impossibilità per Kiev di vincere il conflitto, eppure la prode von der Leyen ancora rassicurava tutti. Peccato proprio in questi giorni il presidente Volodymyr Zelensky abbia aperto alla Russia per il vertice di pace previsto per novembre. Insomma Ursula von der Leyen – la quale peraltro, per non farsi mancare nulla, ha pure un debole per le rivendicazioni Lgbt – è davvero la politica perfetta per una Ue allo sbando. Sarà per questo che ieri è stata riconfermata dall’Europarlamento. Una politica così in effetti non la si trova facilmente, ma è da tutto da vedere che sia un bene (Fonte foto: Imagoeconomica).
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl