Il cardinale Cipriani ai giovani: «Non possiamo restarcene nelle nostre case. Dobbiamo uscire, partecipare. Ognuno saprà parlare e muoversi in modo che il 21 marzo ci sia una moltitudine che dica al mondo quanto è importante difendere la vita. Non vi stupite se vi attaccano. Difendere la vita in questo tempo ha un prezzo, ma non ci spaventa. Dio ha creato il mondo e lo ha affidato ai valorosi. Il mondo è nostro. Se non si ha cura della vita non c'è futuro. Non c'è lavoro. Non c'è famiglia. Non c'è gioia. E' troppo grande quello che è in gioco».
Arrivando tra i volontari delle nuove milizie cristiane non è difficile raccogliere la reazione coerente alla disperazione che l'agosto scorso echeggiava tra le basiliche di Erbil.
Unicef, dall’aborto all’ideologia del gender. Ma per la Radio Vaticana non sembra un problema
«La Santa Sede ha tagliato il suo contributo all'Unicef, tre milioni all'anno, una somma simbolica, ma il cui rifiuto potrebbe avere un peso sulle innumerevoli collaborazioni a livello locale fra la Chiesa cattolica ed il Fondo delle Nazioni unite per l'infanzia» scriveva il Corriere della Sera il 6 novembre 1996, «lo ha annunciato a New York l'osservatore pontificio all'Onu, monsignor Renato Martino, che ha accusato l'Unicef di seguire una politica contraccettiva e abortista e di avere collaborato a un manuale Onu destinato a promuovere fra le donne rifugiate 'contraccettivi post coitali con carattere abortivo'». E oltre a ciò, avrebbe poi detto lo stesso Martino, anche di promuovere «programmi didattici inneggianti alla sessualità sregolata per i ragazzi e all'incentivazione della denatalità come valore positivo».Il 28 gennaio scorso ha scritto invece la fondazione spagnola CitizenGo: «Recentemente l'Unicef ha pubblicato un Position Paper ufficiale su 'orientamento sessuale e identità di genere', dove si sponsorizza ufficialmente il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso, si sollecita l'abrogazione delle leggi che limitano la promozione dell'omosessualità tra i bambini, e si promuovono 'modifiche in norme sociali' per quanto riguarda il comportamento omosessuale - e tutto questo al fine di proteggere i diritti e gli interessi dei bambini. Si tratta di un evidente abuso delle risorse e dell'autorevolezza di questa organizzazione internazionale».Questo per citare l'alfa e l'omega degli ultimi 20 anni di storia di questa agenzia delle Nazioni Unite.A fronte di tutto ciò, l'Unicef sembra godere della simpatia di un mezzo di comunicazione insospettabile: la Radio Vaticana. Che con regolarità rilancia i suoi comunicati e le sue iniziative. Alcuni esempi, prendendo gli ultimi tre mesi...
Marx o Lutero? «Non siamo una filiale di Roma e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare in Germania»
Che i vescovi tedeschi fossero i più battaglieri sulle materie oggetto della riflessione sinodale lo si sapeva già. Lo scorso agosto, dopotutto, annunciarono che sarebbero calati su Roma con un documento recante in calce tutte le firme dei presuli favorevoli alle tesi proposte dal cardinale Walter Kasper. Oggi, poco soddisfatti dei risultati del primo appuntamento, il Sinodo straordinario dello scorso ottobre, si preparano alla sfida finale. Il presidente della loro conferenza episcopale, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, chiarisce in conferenza stampa che 'noi non siamo una filiale di Roma'. Il porporato ha osservato che se nell'insegnamento si rimane in comunione con la Chiesa, nelle questioni meramente pastorali 'il Sinodo non può prescrivere nel dettaglio ciò che dobbiamo fare in Germania'. Come scrive il Tagespost, la conferenza episcopale di Germania corre e non pare avere intenzione di attendere quel che accadrà il prossimo autunno e le successive decisioni papali: 'Non possiamo aspettare fino a quando un Sinodo ci dirà come dobbiamo comportarci qui sul matrimonio e la pastorale familiare'. Marx ha anche annunciato che nelle prossime settimane sarà pubblicato un documento in vista dell'appuntamento di ottobre, verso il quale la Germania «ha una certa aspettativa». Necessario, a giudizio del presidente della conferenza episcopale tedesca, trovare «nuovi approcci» in grado di «aiutare a garantire che le porte sono aperte». In una lunga intervista apparsa lo scorso gennaio sulla prestigiosa rivista America, edita dalla Comapgnia di Gesù, Marx chiariva che c'è tanto lavoro da fare in campo teologico. Dobbiamo trovare il modo perchè le persone ricevano l'eucaristia. Non si tratta di trovare modi per tenerle fuori! Dobbiamo trovare modi per accoglierle. Dobbiamo usare la nostra immaginazione e chiederci se possiamo fare qualcosa. L'attenzione deve focalizzarsi su come accogliere le persone».
La prima Confessione. Una guida per aiutare i ragazzi a scoprire la bellezza del sacramento
Se la Confessione è oggi uno dei sacramenti più in crisi, meno frequentati e meno compresi, preziosa è una guida per riscoprirne la grandezza e la bellezza, soprattutto per chi vi si accosta per la prima volta. «La Prima Confessione» è il Quaderno di JuniorT, il nostro Timone dei piccoli, appena pubblicato, che segue il Quaderno dello scorso anno su «La Prima Comunione». E pensato per i ragazzi ma è sicuramente utile anche per i «grandi» e tutti coloro che hanno dimenticato cosa vuol dire riconciliarsi con Dio e cosa è richiesto per farlo. In 52 pagine a colori è presentata in modo chiaro e accattivante l'istituzione della Confessione da parte di Gesù, la dottrina di sempre della Chiesa, una guida all'esame di coscienza, il racconto a fumetti della Confessione nella vita e nell'insegnamento di grandi santi come Don Bosco, il Curato d'Ars, Padre Pio, le preghiere per chiedere perdono a Dio e molto altro.
Monsignor Youhanna Boutros Moshe, arcivescovo della Chiesa siro-cattolica per Mosul, si è recato a metà febbraio presso un campo di addestramento delle Unità di Protezione della Piana di Ninive, per congratularsi con i volontari cristiani e incoraggiarli. I volontari, gratuitamente e con equipaggiamenti non sempre all'altezza, si sforzano di proteggere la loro terra e di combattere lo Stato Islamico.Il vescovo ha loro ricordato che si trovano a difendere una regione che era loro prima ancora di Cristo, e si è detto fiero del loro coraggio e della loro risolutezza, atteggiamenti che rivelano la loro fede e la loro lealtà alla patria. Ha poi invocato su di loro la benedizione di Dio.
Un giovane a cranio rasato nel cuore di New York offre un assaggio di autentica «street music»
Il padre domenicano Austin Dominic Litke attraversa la Grande Mela cantando un riarrangiamento di The Call ('La chiamata'), stupendo inno religioso del secolo XVII composto dal poeta inglese George Herbert (1593-1633) e poi reso famoso dal compositore inglese Ralph Vaughan Williams (1872-1958), accompagnato al piano dal frate benedettino Bob Koopman e dalla violinista Leah Sedlacek.
Gerusalemme, i francescani di Terrasanta ingaggiano una battaglia senza quartiere. A palle di neve
Tanto per ricordare a tutti che, seppur per un verso davvero speciali, monaci e frati sono, per un altro verso, uomini esattamente come tutti gli altri, capaci di divertimento sano e di passioni sul serio ricreative. per esempio lodando e ringraziando il Signore per la bellezza della neve candida e anche per la iattura del maltempo, in perfetta letizia e peina umanità.
«Solo nella Renania Settentrionale-Vestfalia ci sono stati dal gennaio 2010 3.504 irruzioni con scasso in chiese. Lo ha comunicato il ministero degli interni della Stato federato, Ralf Jäger. Non si tratta solo di furti, ma anche di chiese usate come toilette, confessionali e cori come giacigli, absidi usate come scenari per film porno, tabernacoli sfondati con ostie rubate per riti satanici e devastazioni di ogni tipo, per esempio la distruzione di preziose e antiche vetrate ecc. E questo non solo in Germania, ma in tutta Europa specialmente in Francia. Da dove viene questo odio per il cristianesimo e questa volontà di distruzione?». Così scrive sul sito Kath.net Michael Schneider-Flagmeyer, uno dei fondatori del Forum del cattolici tedeschi, in un lungo commento che analizza come in Germania dalla secolarizzazione, al cedimento della Chiesa si sia arrivati a una fase ulteriore: la vera e propria cancellazione di quel sostrato profondo, anche non percepito consciamente, che era il cristianesimo nella cultura tedesca.Nei giorni scorso un'altra voce in vista del mondo cattolico tedesco, il giornalista di Der Spiegel Matthias Matussek, ha richiamato l'attenzione sul fatto che la vera domanda che il Paese dovrebbe porsi non è «se l'Islam appartenga o meno alla Germania», ma se vi appartenga ancora il cristianesimo. Germania e Francia, come sottolinea appunto Schneider-Flagmeyer , per prendere i due pilastri dell'Unione Europea, che non a caso assistono, nel silenzio dei media, assistono a un escalation di profanazioni, assalti a Chiese e cimiteri, atti di vandalismo e oltraggi a tutto ciò che è sacro e cristiano, che indicano che a riempire il vuoto lasciato dal cristianesimo, ben prima dell'islam, è colui che per la Chiesa è l'Avversario. Colui che è mentitore, assassino e distruttore fin dal principio.Nella foto qui sopra, i numeri forniti da una televisione francese sulle profanazioni di cimiteri cristiani nel 2014, uno screen shot rilanciato dal blog Le Salon Beige. Nel video qui sotto, un servizio del canale tedesco WDR su episodi di cristianofobia a Duisburg.
Solo pochi minuiti per una trama lineare, pulita. Una storia d'amore - «tra un uomo e una donna», dicono, anzi enfatizzano i tiggì, visto che oramai una relazione sentimentale tra maschio e femmina, e per giunta non adulterina, è una cosa da veri reazionari e fa notizia - vista di riflesso, anzi «sottomisura», dato che non il piano americano e nemmeno la carrellata in campo lungo, bensì la visuale di un cagnolino, Winston, è la prospettiva narrante di questo corto.
Dall’inginocchiatoio all’allevamento: l’ora et labora delle indomite benedettine di Walburga
Nel 1935 il monastero delle benedettine di santa Valpurga ad Eichstätt, in Germania, mandò tre suore negli Stati Uniti, a Boulder, in Colorado, per fondare una nuova comunità. Sarebbe dovuta servire come potenziale rifugio per le religiose dalla morsa del nazismo. Le tre pioniere col velo acquistarono un terreno desolato al confine con il Wyoming da una comunità di monaci che lo ritenevano improduttivo. Poichè però la pervicacia femminile batte quella maschile, con enormi sforzi e ed enorme pazienza, le benedettine tedesche non solo vi si insediarono stabilmente nell'appezzamento inospitale, ma riuscirono a farlo diventare un'oasi spirituale e insieme una fiorente azienda agricola.La tradizione continua tutt'ora, con una comunità piccola ma dell'età ancora giovane. E se altri monasteri per mantenersi producono birra, distillati, prodotti di erboristeria ecc. le benedettine della Walburga Abbey si sono date soprattutto all'allevamento. Api, pollame, ma soprattutto vacche, da cui ricavano latte e carne molto richiesta. Rancheros con il velo che seguono con zelo l'ora et labora di san Benedetto.
Contrordine. L’uomo delle caverne era caritatevole anche con «poco cervello» (gli altri animali mai)
Ancora prima di aver sviluppato un efficiente intelligenza e capacità comunicativa, l'uomo mostrava evidenti segni di compassione e di tenerezza verso il prossimo. E un ritratto inedito del cosiddetto uomo delle caverne, ritratto nei film e nei libri come un bruto che andava in giro a fracassare la testa del prossimo con una clava.
Hollywood, buone nuove.
I film più graditi al pubblico sono quelli a carattere cristiano o biblico
Il presidente della Commissione sui film e sui programmi televisivi cristiani degli Stati Uniti, Ted Baehr, testimonia che dei 10 film di maggior successo lo scorso anno 9 hanno «contenuto fortemente cristiano e morale».
Buoni soldati ma anzitutto veri cristiani. La Buona Battaglia si combatte sempre, su ogni fronte
Accanto al «non uccidere» del V comandamento, il Catechismo ammette che in casi estremi la guerra possa essere giusta. Specularmente tuttavia non ogni pace è giusta: non lo è quella ove si calpesta la dignità umana e si negano i diritti della persona.
Il cardinale Robert Sarah, 70 anni, della Guinea Conakry, da poco prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, è una delle voci più autorevoli della Chiesa africana. Di quella Chiesa che al Sinodo dello scorso ottobre si è espressa con fermezza contro l'agenda di chi vorrebbe piegare il Magistero della Chiesa ai desiderata del mondo, su adulterio e omosessualità.Già avevamo segnalato in passato dichiarazioni lucide e nette del cardinale Sarah. Ne segnaliamo un'altra, brevissima, tratta da un libro intervista uscito da poco in francese, con Nicolas Diat, Dieu ou rien : entretien sur la foi, rilanciata dal blog Rorate Coeli. Parole che fanno capire la santa determinazione con cui Sarah e agli altri prelati africani parteciperanno al prossimo Sinodo di novembre. «L'idea di mettere il Magistero in una graziosa scatola separandolo dalla pratica pastorale - la quale può evolvere a seconda delle circostanze, delle mode e delle passioni - è una forma di eresia, di patologica schizofrenia. Io affermo solennemente che la Chiesa d'Africa si opporrà a ogni forma di ribellione contro il Magistero di Cristo e della Chiesa».
Confusione e divisione, sono ormai diffuse e attraversano tutto il popolo di Dio, dal collegio cardinalizio all'episcopato, dai teologi al clero e al laicato. Ha ancora senso cercare l'unione con gli ortodossi e altri cristiani, mentre tra noi cattolici siamo sempre più divisi? Se nei seminari, si esortano i giovani, ricorrendo anche a intimidazioni, ad avere una «nuova visione di Chiesa», in discontinuità col passato? Una molto simile - c'è da pensarlo - a quella descritta in una canzone di Jovanotti: «una grande Chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa passando da Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano».
Germania, Chiese vuote e casse piene. Se la sola arcidiocesi di Colonia è più ricca del Vaticano
Hanno colpito le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal cardinale George Pell, responsabile delle finanze della Santa Sede, secondo cui «il Vaticano ha più di 1,5 miliardi di dollari di asset dei quali prima non si era a conoscenza», tenendo comunque presente «il deficit previsto di circa un miliardo di dollari nel fondo pensione». Ma c'è una singola arcidiocesi che può dire di stare meglio dell'intero apparato vaticano: quella di Colonia. Anch'essa nei giorni scorsi ha reso pubblico l'ammontare dei suoi asset, che alla fine del 2013 erano di 3,35 miliardi di euro. Di questi, 2,4 miliardi investiti in azioni, fondi e quote societarie, 646 milioni in asset tangibili, soprattutto beni immobili, con una liquidità in cassa pari a 287 milioni. Molti hanno attirato l'attenzione sull'anomalia della Chiesa tedesca, che grazie al meccanismo con cui si finanzia, la cosidetta Kirchensteur, gode di una ricchezza abnorme rispetto a un popolo cattolico che si assottiglia in maniera drammatica. «La generazione (tedesca) attiva a livello ecclesiale uscirà tra poco dal mondo del lavoro e morirà nei prossimi tre decenni. Poi crollerà anche la facciata della Chiesa. Dietro ad essa apparirà una minoranza di fedeli, che non sarà più grande della comunità religiosa dei testimoni di Geova» segnalava giorni fa il Sussidiario. La sola arcidiocesi di Colonia ha incassato nel 2013, grazie ai circa due milioni di cattolici registrati all'anagrafe, ben 573 milioni di euro grazie alla Kirchensteuer. Ciò, tolte tutte le spese, tra cui quelle per gli innumerevoli stipendiati, ha generato un surplus di 59 milioni.
Stando agli ultimi dati ufficiali, a Singapore i cattolici sono circa 303mila, il 5,7% della popolazione. 31 sono le parrocchie, 140 i sacerdoti, di cui 4 celebrano nella forma straordinaria del rito romano. La Messa in Latino è rinata nell'arcidiocesi asiatica grazie a un sacerdote australiano della Fraternità Sacerdotale di San Pietro, che prima dell'ordinazione aveva insegnato in una scuola cattolica di Singapore e, ritornato a visitare gli amici una volta consacrato, ha celebrato la prima Messa in latino nel Paese dopo decenni. Questa ha suscitato un interesse crescente fra i cattolici locali: è nata una comunità di 200 fedeli che regolarmente partecipa alle celebrazioni in rito antico, sono nati corsi di latino e un laico che ha studiato a Solesmes insieme al latino ha introdotto anche il canto gregoriano. Quattro sono state le vocazioni fiorite da questa esperienza, due uomini e due donne che sono entrati nei Francescani dell'Immacolata, frati e suore. Nel 2013 l'arcivescovo William Goh ha assegnato alla comunità la chiesa di St. Joseph, una delle più belle e storiche di Singapore, nel centro della città-Stato.St. Jospeh è tra i protagonisti dello splendido dossier intitolato «Amazing parishes», parrocchie sorprendenti, nell'ultimo numero della rivista Regina Magazine. Da sfogliare e ammirare.
Un sacerdote cinese:
«Se Pechino non concede libertà alla Chiesa, le diplomazie sono inutili»
Un sacerdote non ufficiale invia ad 'AsiaNews' la propria riflessione sullo stato di salute dei rapporti fra Cina e Vaticano. I dialoghi e le trattative non servono a nulla se Pechino non concede i diritti umani alla popolazione. La 'questione cattolica' non può essere divisa dalla persecuzione religiosa nei confronti delle altre religioni ed etnie. I vescovi illeciti fedeli al governo sono giovani e sono tanti: 'Faranno danni enormi nei prossimi 20 anni se non si prendono iniziative adeguate'. Alle comunità locali servono vescovi in comunione con il Papa, non importa se il governo si irrita.
Il prefetto cancella le «nozze» gay estere
e ovviamente il sindaco Pisapia si oppone
Il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha nominato un commissario ad acta che ha cancellato la trascrizione dei 13 «matrimoni» omosessuali celebrati all'estero, che era stata fatta dal sindaco Giuliano Pisapia. Le coppie sono state informate tramite lettera.
La morte di Giordano Bruno? Smontiamo ancora una volta la leggenda anticlericale
Il 17 febbraio scorso alcuni hanno celebrato l'anniversario della morte sul rogo di Giordano Bruno in piazza Campo de' Fiori, un episodio (si veda Sergio Luzzato, già noto per le sue crociate contro il crocifisso appeso ai muri dei luoghi pubblici) che sarebbe l'emblema della tirannia della Chiesa sul libero pensiero.Eppure chi ha studiato per quasi quarant'anni le carte del processo, come il celebre e laicissimo storico Luigi Firpo, filosofo del diritto e della morale, ha spiegato che questa lettura degli eventi è storicamente infondata. La vicenda di Bruno fa parte della retorica anticlericale da parecchio tempo ma è molto più complessa per essere liquidata secondo i facili schemi ideologici, senza contestualizzare i fatti nell'intricato groviglio di problematiche storiche, politiche, teologiche, filosofiche, scientifiche, epistemologiche, giuridiche di allora.Nel suo famoso libro, «Il processo di Giordano Bruno» (Edizioni Scientifiche Italiane, 1949) lo storico Firpo ha innanzitutto smontato la leggenda di un Giordano Bruno filosofo e razionale, spiegando che in realtà era affascinato dall'«arte del successo, dall'oscuro fascino che avvince le anime e le fa strumenti del dominatore, fidava nei segreti di un'arte magica capace di operare sulle coscienze piegandole alla propria volontà, sentiva inoltre che la grande fede poteva trascinare l'inerzia della materia e del senso e compiere miracoli. Studiando e professando fervidamente in quegli anni l'arte divinatoria e magica, accostandosi con invincibile curiosità alla un tempo disprezzata astrologia, egli crede di procacciarsi gli strumenti del dominio» (p. 8). L'obiettivo di Bruno era sovvertire il Pontefice all'arte magica e rifondare il cristianesimo nominandosi nuovo profeta, tanto che Firpo parla dell'«immaturità stessa del Bruno all'impresa, quella sua cieca fede in arti occulte di cui non aveva la minima esperienza, la sua stessa condizione di straniero, ignoto se non sospetto, palesemente inadeguato a dare l'avvio a sì gran flusso di eventi. Ma sopratutto l'intima debolezza del proposito, tanto fervido quanto indeterminato, fluttuante fra l'estremismo della «setta di Giordanisti», nuova religione naturalistica che avrebbe avuto nel Nolano il suo profeta-legislatore, ed un assai più moderato disegno di riforma interiore del Cristianesimo» (p. 8).Per questo motivo ritornò in Italia nell'agosto del 1591, ma venne denunciato dal suo amico Giovanni Mocenigo. Nel 1591 iniziò il processo che si concluderà nel 1593 con un sostanziale «non luogo a procedere». A seguito di nuove denunce e testimonianze vi fu una seconda fase del processo, che durò dal 1593 fino al rifiuto della ritrattazione e all'esecuzione capitale nel febbraio del 1600. Firpo descrive anche il periodo trascorso nel carcere dell'Inquisizione durante il processo, dove venne trattato con tutto rispetto: «letto e tavola, con lenzuola, tovaglie e asciugamani da mutarsi due volte la settimana, veniva di sovente condotto davanti la Congregazione per riferire in merito alle sue necessità materiali, aveva comodità di barbiere, bagno, lavanderia e rammendatura, provvista di capi di vestiario, vitto non scadente e financo il vino» (p. 29). Al contrario di quanto scrive qualcuno, in nessuna occasione venne torturato.Dopo diversi interrogatori vennero confermate le accuse di eresia mossegli dai testimoni chiamati a deporre, tuttavia più volte si tentò di archiviare il processo invitando l'accusato a respingere semplicemente tali accuse. Come ha spiegato Firpo «la sua risposta avrebbe avuto valore decisivo nella risoluzione della causa, poichè, non essendo egli relapsus, l'impenitenza lo votava a quella morte certa, che l'abiura escludeva in modo altrettanto sicuro: le otto proposizioni significavano l'aut aut fra il rogo ed una detenzione di non molti anni» (p. 68). Si evidenzia anche che l'intervento nel processo del card. Roberto Bellarmino (santificato dalla Chiesa) è circondato da «una specie di leggenda» tanto da che «fu assunto dalla storiografia ottocentesca a simbolo della reazione intransigente e fanatica contro l'araldo dei nuovi tempi». Purtroppo, ha proseguito lo storico, «nessuno si è curato di render ragione a un apologeta del santo Cardinale, che aveva giustamente rilevata la data assai tarda del suo ingresso nella Congregazione rispetto alla lunga vicenda del processo bruniano» (p. 68), oltretutto cercando anche lui di salvare l'accusato.Tuttavia Bruno - definito «dogmatico e intransigente, commisto di orgoglio sprezzante, litigiosità, volgarità, volubile mutevolezza», (p. 87) -non solo non volle approfittare delle tante occasioni offertegli di ritrattazione e respingimento delle accuse, ma aggravò volontariamente la sua situazione giustificando l'irriverenza verso il Pontefice, «le orrende bestemmie, i gesti insultanti, le affermazioni perturbatrici del sentimento cristiano delle anime pie», gli insulti a Cristo («ingannatore e mago, e che a buon diritto fu impiccato», disse, p. 79) ai cristiani e alla loro fede. Nel dicembre 1595 «il consesso operò un estremo tentativo ed impose ai due più autorevoli confratelli del Nolano, il generale Beccaria e il procuratore Isaresi, di recarsi nella cella dell'ostinato per convincerlo, mostrargli i suoi errori, chiarirgli le enunciazioni ch'egli avrebbe dovuto abiurare, indurlo a penitenza» ma «Giordano respinse ogni raccomandazione» (p. 77), convalidando così «la massa ingente delle testimonianze» (p. 79). Bruno venne consegnato al braccio secolare e al Governatore di Roma, comunque sempre accompagnato da «visite quotidiane di teologi e confortatori» (p. 80).In conclusione lo storico laico critica la leggenda nera creatasi attorno a Giordano Bruno, «le belle favole degli eroi, costruzioni siffatte si reggono solo fin quando il fermo dato analitico non sopravviene a dissipare l'alone poetico e v'è financo il pericolo, quando ciò accade, che anche l'intima verità che s'era vestita di quei colori leggendari venga frettolosamente negletta» (p. 81). I dati storici hanno anche smentito «in maniera apparentemente inoppugnabile il mito del Bruno «eroe del pensiero»». «E' tempo ormai», scrisse ancora, «che la lunga polemica sul suo nome si plachi e ch'egli non sia più idolo di ottuse venerazioni nè vittima di avvelenate calunnie». Ricordando anche: «il processo fu condotto secondo il rispetto della più stretta legalità, senza acredine preconcetta, semmai con accenni di tollerante comprensione per l'eccezionale personalità dell'inquisito. Fare del caso del Bruno un punto di partenza per mettere sotto inchiesta l'istituto complesso dell'Inquisizione implicherebbe un capovolgimento del problema talmente arbitrario da pregiudicare ogni ragionevole soluzione, basti riconoscere alla Chiesa facoltà di legiferare nel suo campo con sanzioni che rispondono alle concezioni ed agli usi dei tempi, constatare la situazione veramente drammatica della cattolicità nell'ultimo decennio del '500».Nonostante questo concordiamo con Firpo sul fatto che «Bruno rimane la vittima di una intolleranza» ed infatti nel febbraio 2000 il segretario di Stato Vaticano, Angelo Sodano, ha parlato di «triste episodio della storia cristiana moderna», di Bruno «sembra acquisito che il cammino del suo pensiero, svoltosi nel contesto di un'esistenza piuttosto movimentata e sullo sfondo di una cristianità purtroppo divisa, lo abbia condotto a scelte intellettuali che progressivamente si rivelarono, su alcuni punti decisivi, incompatibili con la dottrina cristiana». «Resta il fatto che i membri del Tribunale dell'Inquisizione lo processarono con i metodi di coazione allora comuni, pronunciando un verdetto che, in conformità al diritto dell'epoca, fu inevitabilmente foriero di una morte atroce. Non sta a noi esprimere giudizi sulla coscienza di quanti furono implicati in questa vicenda. Quanto emerge storicamente ci dà motivo di ritenere che i giudici del pensatore fossero animati dal desiderio di servire la verità e promuovere il bene comune, facendo anche il possibile per salvargli la vita. Oggettivamente, tuttavia, alcuni aspetti di quelle procedure e, in particolare, il loro esito violento per mano del potere civile non possono non costituire oggi per la Chiesa - in questo come in tutti gli analoghi casi - un motivo di profondo rammarico. Il Concilio ci ha opportunamente ricordato che la verità «non si impone che in forza della verità stessa» (Dignitatis humanae 1). Essa va perciò testimoniata nell'assoluto rispetto della coscienza e della dignità di ciascuna persona».
Come i nuovi modelli in 3D dei bambini nel grembo materno stanno cambiando il dibattito sull’aborto
Da molto tempo le lobby e le associazioni che promuovono l'aborto hanno individuato un temibile ma inaggirabile ostacolo: le Immagini basate sugli echi prodotti dagli ultrasuoni che attraversano un tessuto, ovvero l'ecografia, la tecnica diagnostica che ha spalancato una stupefacente una finestra sul grembo materno e sulla vita in gestazione. Secondo una statistica recente il 78% delle donne che hanno la possibilità di vedere il proprio figlio in un'immagine a ultrasuoni rifiutano l'aborto. Per questo sono diverse le associazioni pro-life che si battono per far sì che le donne che vogliano abortire possano vedere la vita che portano con sè tramite appunto un'ecografia. La sempre maggior definizione delle immagini prodotte, in 3D e 4D, è secondo molti un fattore in grado di cambiare il dibattito sull'aborto. Un esempio è dato da un'azienda californiana, 3DBabies, che da un'ecografia è in grado di realizzare la riproduzione perfetta, a dimensioni reali, di un bambino nelle varie fasi della gestazione. Vedere per credere.
L'imam saudita Bandar al-Khaibari è un raffinato studioso dell'islam che in una mosche dà prova della propria perizia scientifico-teologica ribaltando completamente in meno di un minuto secoli di ricerche, studio e osservazioni con il solo ausilio di un bicchiere. Un talento unico.
E una malattia che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, scossi soprattutto dal grido di dolore di tante famiglie. La Sla - la Sclerosi laterale amniotrofica - è diventata oggi il simbolo per eccellenza della fatica della vita nella sofferenza fisica. Anche per questo - in occasione della Giornata mondiale del malato, che la Chiesa celebra l'11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes - è interessante segnalare come tra i decreti sulle virtù eroiche firmati recentemente da papa Francesco ce ne sia anche uno che riguarda un malato di Sla. Dallo scorso 23 gennaio - infatti - la Chiesa ha riconosciuto il titolo di venerabile, il passo intermedio verso la beatificazione, a padre Aloysius Schwartz, un sacerdote americano che negli ultimi anni tre anni della sua vita sperimentò personalmente tutto il Calvario che la Sla comporta. E lo descrisse anche in un libro intitolato significativamente «Killing Me Softly», («Uccidendomi lentamente»). Nato a Washington nel 1930, Aloysius Schwartz era un missionario che nel 1957 iniziò il suo ministero nella diocesi di Busan, in Corea: qui diventò presto l'amico degli orfani e dei poveri, che la guerra nel Paese aveva lasciato dietro di sè. Per loro fondò case, dispensari, scuole e anche un ordine di suore - le Sisters of Mary - che ancora oggi seguendone le orme si prendono cura degli ultimi. Nel 1970, sempre a Busan, aprì addirittura un ospedale da 120 posti letto riservato esclusivamente ai poveri, che venivano curati gratis. La fama della sua opera varcò però presto i confini della Corea: il cardinale Sin nel 1981 lo chiamò a Manila e anche qui padre Schwartz avviò progetti importanti per i ragazzi di strada e un programma per i malati di tubercolosi. Finchè non capitò a lui di ritrovarsi all'improvviso dall'altra parte: quella di chi deve dipendere totalmente dalle cure degli altri. Nel luglio 1989 cominciò ad avvertire i primi spasmi, tre mesi dopo gli fu diagnosticata la Sla. Molto in fretta cominciarono a manifestarsi i sintomi più gravi fino a costringerlo sulla sedia a rotelle. «Ora ho pochissimo controllo dell'ambiente che mi circonda - scriveva -. Ho perso completamente la mia indipendenza e quanto pensiamo sia la nostra dignità. Tuttavia non lo trovo devastante. Penso a Gesù, il Signore e Maestro, che aveva ogni potere in cielo e in terra e si è degnato di farsi bambino. Si è affidato totalmente alla Vergine di Nazareth». Non per questo padre Aloysius - che morì poi a Manila il 16 marzo 1992 - rinunciò a interrogarsi su quella sua condizione. «Alcuni malati di Sla collegati a macchinari salvavita sono considerati degli eroi - rifletteva ad alta voce -. Vengono additati come modello di coraggio, determinazione e di voglia di vivere. Questo è un punto di vista. Ma un'argomentazione altrettanto forte vale per l'opposto. Si può sostenere che sia coraggioso, eroico e nobile anche accettare la morte con calma, dignità e serenità. Tuttavia - aggiungeva Schwartz - le persone a me più vicine, e precisamente le Sisters of Mary, sembrano tutte avvertire con forza che dovrei aggrapparmi alla vita per quanto possibile, anche se potessi farlo solo con le unghie dei miei mignoli. A volte mi fanno pensare che scegliere un altro atteggiamento potrebbe essere interpretato come un comportamento codardo». Un dilemma che più di vent'anni dopo resta attualissimo. E al quale il sacerdote malato di Sla avviato verso gli altari dava una risposta da uomo di fede: «Il cuore della questione - concludeva - non è ciò che voglio io, ciò che vogliono le suore o che cosa voglia chiunque altro. La domanda vera è: che cosa vuole il Signore? Ed è in questo Spirito che San Paolo scriveva: se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore».
Il canto dei copti: «Il tuo nome Gesù, torre inattaccabile, rifugio inespugnabile»
Dall'album «Ya sabab wugudi» del gruppo egiziano copto «The better Life»
La piccola Chiesa di Finlandia cresce. Un granello di senapa in una terra che ha perso la fede
I cattolici finlandesi sono in aumento. Alla fine del 2014 i cattolici registrati in Finlandia erano 13.422, il 4,4% in più rispetto alla fine del 2013 (il tasso di crescita nell'anno precedente era stato del 3,4%). Una lieve percentuale di crescita distribuita, anche se in proporzioni diverse, in tutte le 82 parrocchie della diocesi, «tranne a Kouvola», spiega il comunicato pubblicato sul sito della diocesi. I principali motivi dell'aumento sono legati ai 235 battesimi e ai 430 nuovi immigrati, a fronte di 30 decessi, 27 ritiri dalla Chiesa cattolica e 96 persone che hanno lasciato il territorio della diocesi. I dati del 2014 raccontano anche di 166 bambini che in Finlandia hanno ricevuto la prima Comunione, 179 Cresime impartite e 45 matrimoni celebrati. Di madrelingua finlandese sono il 43% dei cattolici. La statistica racconta inoltre che a ricevere l'educazione religiosa nel 2014 sono stati 1.506 bambini e giovani, alcuni nei corsi di religione a scuola, altri nelle catechesi parrocchiali. Questo numero corrisponde al 41% dei bambini cattolici.
Il portavoce della Chiesa in Egitto: «I raid del Cairo sono cià che intendiamo con “guerra giusta”»
«I raid del governo egiziano sono esattamente ciò che la Chiesa cattolica definisce come «guerra giusta». Condivido pienamente quindi la decisione di inviare i jet della nostra Aviazione militare contro le postazioni dell'Isis. I raid aerei sono stati molto efficaci e rappresentano un duro messaggio per i terroristi.»
Cristianofobia record in Eritrea, ma i cristiani conservano la fede anche dopo anni di carcere duro
Il 23 gennaio, a Barentù, 6 cristiani sono stati prelevati dalle loro case da agenti del governo, mentre altri 4 sono stati arrestati per strada; il 6 febbraio altri agenti hanno arrestato 12 cristiani che presenziavano a un matrimonio in una casa privata sempre a Barentù (sappiamo che solo 3 sono stati rilasciati, ma degli altri nulla). Nel 2014 si è toccato il record di eritrei in fuga dal loro Paese.
Non solo la devozione per Lourdes. Quando Ferrero si chinà sul dolore di Balvano e sui suoi angeli
«Lavorare, creare, donare». Non mi sorprende che tutta la vita di Michele Ferrero sia stata racchiusa in questi tre verbi, il motto che lui stesso volle affiancare alla sua Fondazione.A 89 anni scompare un imprenditore sui generis. Fondatore nel lontano 1946 ad Alba dell'impero della dolcezza: papà della Nutella, ma anche del Mon Cheri, del Kinder, del Rocher, della Fiesta, del Pocket Coffee e altre squisitezze. Un patrimonio di oltre 26 miliardi costruito con una vita riservata, lontana dai riflettori e dalle luci del gossip.Una tenacia da vendere e una dedizione non comune verso i suoi dipendenti: «La mia unica preoccupazione - disse una volta - è che l'azienda sia sempre più solida e forte per garantire a tutti coloro che ci lavorano un posto sicuro».Così mattone dopo mattone l'azienda della Nutella è diventata uno dei principali gruppi dolciari del mondo, presente in 53 Paesi con oltre 34mila collaboratori, 20 stabilimenti produttivi e 9 aziende agricole. Un impegno senza confini ma con occhi e cuore sempre aperti anche al dramma dei luoghi più nascosti e invisibili dell'economia nazionale.Non gli sfuggì pertanto la tragedia di un piccolo paese lucano, Balvano (Potenza), uno degli epicentri del dolore dello sconvolgente terremoto del 1980. Qui il crollo della chiesa di S. Maria Assunta causò la morte di 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla Messa della sera. Anzichè rimanere inerte di fronte al dolore innocente volle con tutte le sue forze che uno stabilimento della Ferrero sorgesse proprio qui «per dare lavoro, sollievo e speranza» ad una terra così duramente colpita. Un'industria che ancora oggi dà lavoro ad oltre 300 persone.Quando nel 2014 il centro lucano gli ha conferito la cittadinanza onoraria rispose di suo pugno con una lettera alla comunità: «Ho interpretato questo riconoscimento come manifestazione del profondo legame che mi unisce alla città di Balvano. Sono inoltre estremamente orgoglioso di entrare a far parte di questa comunità di cui ho avuto modo di conoscere ed ammirare la serietà, la laboriosità, la rettitudine e l'alto senso civico e morale».Ferrero aveva una fede rocciosa di cui non faceva mistero. Alle celebrazioni per il cinquantenario della fondazione dell'azienda disse senza giri di parole: «Il successo della Ferrero lo dobbiamo alla Madonna di Lourdes, senza di lei noi possiamo poco». E in ognuno degli stabilimenti sparsi per il mondo c'è sempre una statuina della Vergine.A Lourdes andava ogni anno portando con sè i manager e organizzando la visita anche per i dipendenti. L'ha fatto finchè ne ha avuto le forze prima dell'ultimo viaggio verso il cielo, lì, tra gli angeli di Balvano.
Cosa ha fatto fiorire il monachesimo in Europa? Nessun piano pastorale, solamente la sete di Dio
«Quando si scoprono nella storia le migliaia di monasteri che ricoprivano il mondo cristiano come di un «bianco mantello», non ci si può trattenere dal porsi una domanda: cos'è che ha potuto motivare milioni di giovani, spesso brillanti e pieni di avvenire, a lasciare il mondo per rinchiudersi in una vita da monaci, povera e nascosta? San Benedetto ci dà la risposta nella sua Regola: è la sete. La sete di non essere nulla affinchè Dio sia tutto. In effetti, la Regola non domanda che una sola cosa al giovane che vuole essere monaco: se egli «cerca veramente Dio» (RB 58,7). I monaci hanno fatto l'Europa, ma non l'hanno fatta consapevolmente. La loro avventura è anzitutto, se non esclusivamente, un'avventura interiore, il cui unico movente è la sete. La sete d'assoluto. La sete di un altro mondo, di verità e di bellezza, che la liturgia alimenta, al punto da orientare lo sguardo verso le cose eterne; al punto da fare del monaco un uomo teso con tutto il suo essere verso la realtà che non passa. Prima di essere delle accademie di scienza e dei crocevia della civiltà, i monasteri sono delle dita silenziose puntate verso il cielo, il richiamo ostinato, non negoziabile, che esiste un altro mondo, di cui questo non è che l'immagine, che lo annuncia e lo prefigura».Dom Gèrard Calvet O.S.B. (1927-2008)
Papa Francesco non dà la Comunione sulla mano. Nè vuole che i sacerdoti lo facciano in San Pietro
Un video che mostra come papa Francesco dà la Comunione e come la danno i sacerdoti alle Messe che lui celebra in San Pietro
Il card. Burke: perchè la Comunione sulla mano parla della crisi della liturgia e della Chiesa
Dalla prefazione a «Corpus Christi, la communion dans la main au cœur de la crise de l'Église» (Contretemps 2014) di monsignor Athanasius Schneider, recente edizione francese di «Corpus Christi. La santa comunione e il rinnovamento della Chiesa», pubblicato nel 2013 dalla Libreria Editrice Vaticana.
Drop Box. Il film sul pastore sudcoreano che salva centinaia di «bambini buttati via»
Lee Jong-Rak, pastore protestante di Seul, nel 2009 ha installato una «baby box» (una specie di culla di metallo) davanti alla sua comunità di accoglienza. Così, dal 1998 ha raccolto decine di bambini abbandonati, molti dei quali disabili. La sua storia ha fatto il giro del mondo ma sarebbe rimasta negli archivi dei quotidiani se Brian Ivie, allora studente di cinematografia all'Università della Sud California, se la fosse dimenticata. Invece il regista alle prime armi, terminati gli studi, decise di andare in Corea dopo aver raccolto i fondi necessari per girare «Drop Box» (cassetta delle donazioni), un documentario sull'opera di carità «Comunità dell'amore di Dio» fondata dal pastore sudcoreano, che la guida insieme a sua moglie e conta ormai circa 300 volontari.
Verso la scomparsa del cattolicesimo. Il sondaggio che la Chiesa tedesca non ha voluto divulgare
«La generazione (tedesca) socializzata cristianamente e attiva a livello ecclesiale uscirà tra poco dal mondo del lavoro e morirà nei prossimi tre decenni. Poi crollerà anche la facciata della Chiesa. Dietro ad essa apparirà una minoranza di fedeli, che non sarà più grande della comunità religiosa dei testimoni di Geova». Così, in modo lapidario, si è espresso Markus Günther nella Frankfurter Allgemeine Zeitung alla fine dell'anno scorso, qualche giorno dopo il Natale. L'uscita dal mondo del lavoro è un fatto degno di nota, in modo particolare se si tiene conto del sistema tedesco di 'tasse obbligatorie' per l'appartenenza alla Chiesa. L'articolo parla di una ricerca statistica affidata dalla Chiesa cattolica in Germania al rinomato istituto demoscopico di Allensbach. I risultati sono stati così catastrofici che non sono stati presentati al grande pubblico. Alcuni dati: il 68 per cento ha risposto alla domanda sul come mai è cattolico con una risposta del tipo: «Perchè così si possono festeggiare i momenti importanti della vita in Chiesa, per esempio il matrimonio e il battesimo». In seconda posizione si trova la motivazione: «Semplicemente, fa parte della tradizione della nostra famiglia».Ogni tre ragazzi che vengono cresimati (o confermati, secondo il vocabolario teologico luterano) uno non crede in Dio. Per quanto riguarda l'andare alla Messa domenicale vi è stata un'ulteriore perdita del 10 per cento tra quei pochi che ci vanno ancora. Per quanto riguarda poi il popolo tedesco in generale, il dato più interessante è che solo un terzo dei tedeschi crede nella risurrezione di Cristo. Tenendo conto del fatto, dice il commentatore della FAZ, che formalmente due terzi dei tedeschi appartengono ad una confessione cristiana, è un dato importante. Ovviamente a una statistica si può far dire ciò che si vuole, ma certamente questi dati, pur tenendo conto del fatto che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da delle pietre (Lc 3,3), non possono essere negati, tanto più che, come dice il Vangelo di Giovanni, solo la «verità ci può far liberi» (Gv 8,32). Ora, la verità non è la registrazione di cose pretese vere, come spesso fanno le statistiche, ma la mia esperienza mi permette di confermare che molti dei risultati che la statistica di Allensbach rileva sono senz'altro 'veri'. Se poi si chiedesse quante persone credono che la nascita verginale di Maria non sia un mito, ma una realtà storica e teologica, ci troveremmo certamente di fronte ad un dato sconcertante. Probabilmente credono in essa — pur tenendo contro delle riduzioni che su questo avvenimento vengono fatte nel Corano —, in forza del loro libro sacro, più musulmani che cristiani nei paesi industriali.I dati statistici sono interpretati dal giornalista tedesco con un'analisi molto acuta, ma non nuova. La crisi religiosa non è dovuta al fatto che la Chiesa sia troppo poco «aggiornata» nei confronti del nostro tempo. La Chiesa evangelica lo è in tutte le questioni poste dai media oggi: sacerdozio per le donne, abolizione del celibato, liberalità in questioni etiche, completa accettazione degli omosessuali e dei divorziati risposati, ma essa è ancora più in crisi della Chiesa cattolica, le loro chiese sono ancora più vuote. La questione essenziale, così Markus Günther, è invece che le Chiese devono annunciare all'uomo di oggi «verità assolute». Questo è il suo compito e proprio in esso fallisce. Per questo le persone si affidano a un eclettismo religioso in cui provano a darsi delle risposte riguardanti esigenze assolute […].
Friedrich Reck-Malleczewen è un grande campione della fede cattolica e della cultura di autentica libertà contro ogni totalitarismo che da essa, e autenticamente solo da essa, promana. Un eore vero che tutti dobbiamo impararare a tenerci caro.
Il beato Junipero Serra (1713-1784), il frate francescano colosso delle missioni cattoliche in California, sta per diventare santo per decreto di Papa Francesco. Ma i suoi nemici sono molti, troppi. E per denigrarne la memoria rispolverano la 'leggenda nera' della conquista spagnola dell'America Meridionale, le falsità duulle crudeltà delle missioni e l'ideologia eco-indigenista.
La fede come l’oro si prova nel fuoco. Ma spesso anche nel ghiaccio
Boom di tuffi nell'acqua gelida quest'anno in Russia in occasione dell'Epifania ortodossa. Sono ben un milione e mezzo coloro che hanno ricordato il battesimo di Cristo nel fiume Giordano immergendosi nelle acque di laghi e fiumi, dove generalmente, se c'è il ghiaccio, si crea un buco a forma di croce per potersi bagnare. Si tratta di una delle tradizioni più popolari e, per chi non è abituato a certe latitudini e temperature, certamente più impressionanti... come dimostra il video che proponiamo.
La tradizionale dottrina cattolica insegna che «la Chiesa non riprova nessuna delle varie forme di governo, purchè adatte per sè a procurare il bene dei cittadini» (Leone XIII, Enciclica Libertas).Pio XII, nel celebre radiomessaggio Benignitas et humanitas del 24 dicembre 1944, espose le caratteristiche di una sana democrazia. Il Romano Pontefice tra l'altro affermò: «Una sana democrazia, fondata sugl'immutabili principi della legge naturale e delle verità rivelate, sarà risolutamente contraria a quella corruzione, che attribuisce alla legislazione dello Stato un potere senza freni nè limiti, e che fa anche del regime democratico, nonostante le contrarie ma vane apparenze, un puro e semplice sistema di assolutismo. L'assolutismo di Stato (da non confondersi, in quanto tale, con la monarchia assoluta, di cui qui non si tratta) consiste infatti nell'erroneo principio che l'autorità dello Stato è illimitata, e che di fronte ad essa — anche quando dà libero corso alle sue mire dispotiche, oltrepassando i confini del bene e del male, — non è ammesso alcun appello ad una legge superiore e moralmente obbligante»
Tabernacoli profanati nella diocesi di Belley-Ars. Il vescovo ordina di nascondere il Santissimo
La notizia che arriva dalla diocesi di Belley-Ars in Francia è di quelle che non fanno clamore ma che meriterebbero più di una riflessione, perchè danno l'idea del vento inquietante che spira in Europa. In un Paese in cui il cattolicesimo è ridotto al lumicino e in cui se c'è una religione al centro delle preoccupazioni nazionali non è certo quella cattolica, sembra tuttavia aumentare un odio che non si può che definire satanico verso la presenza di Cristo, soprattutto nel sacramento dell'Eucaristia. Il vescovo Pascal Roland ha ordinato che il Santissimo Sacramento sia ritirato da tutti i tabernacoli delle chiese parrocchiali e posto in un luogo sicuro. Lasciando i tabernacoli aperti. Questo a causa di ben cinque violazioni e profanazioni di tabernacoli in altrettante chiese avvenute negli ultimi giorni. Tabernacoli che sono stati forzati, in alcuni casi con il furto delle ostie in altri no.
Fino ad oggi gli studi su questo tipo di bambini si basavano su piccoli numeri. In uno studio pubblicato nel 2010 un ricercatire ha trovato che il campione medio di 39 studi sull'argoemtno era di 49 unità. E solo quattro erano campioni 'random': negli altri casi erano state contattate coppie omosessuali.
Lo spettro del «global warming» e la «fabbrica del consenso». Letteralmente agghiacciante…
Esempi notevoli ne sono alcune iniziative palesemente e dichiaratamente psicologiche, come lo sono le raffigurazioni apparse sul 'Corriere della Sera' delle conseguenze del presunto scioglimento dei ghiacciai
Opere, non chiacchiere. Sono 115.352 gli istituti sanitari e di assistenza gestiti dalla Chiesa
Secondo i dati dell'ultimo «Annuario Statistico della Chiesa», pubblicati dall'Agenzia Fides in occasione della Giornata Missionaria, gli istituti sanitari, di assistenza e beneficenza gestiti nel mondo dalla Chiesa sono complessivamente 115.352 e comprendono: 5.167 ospedali con le presenze maggiori in America (1.493) ed Africa (1.298; 17.322 dispensari, per la maggior parte in Africa (5.256), America (5.137) e Asia (3.760; 648 lebbrosari distribuiti principalmente in Asia (322) ed Africa (229; 15.699 case per anziani, malati cronici ed handicappati, per la maggior parte in Europa (8.200) ed America (3.815; 10.124 orfanotrofi, principalmente in Asia (3.980) e America (2.418; 11.596 giardini d'infanzia, per la maggior parte in America (3.661) ed Asia (3.441; 14.744 consultori matrimoniali distribuiti per gran parte in America (5.636) ed Europa (6.173; 3.663 centri di educazione o rieducazione sociale e 36.389 istituzioni di altro tipo.
In Francia tribunale condanna la statua della Madonna nel parco: «Viola la laicità , toglietela»
La statua che il comune francese di Publier (Alta Savoia) ha eretto nel 2011 a Nostra Signora di Lèman (lago situato tra la Francia e la Svizzera) «viola la laicità e quindi deve essere spostata». Il tribunale amministrativo di Grenoble ha deciso di sloggiare la Madonna perchè si trova in un parco comunale, e quindi «su suolo pubblico», pertanto «il Comune non poteva legalmente autorizzare l'installazione della statua», avendo così violato la «separazione tra Stato e Chiesa cattolica». Il sindaco di sinistra Gaston Lacroix c'è rimasto male: «Non pensavo si arrivasse a questo punto, la statua è un punto di riferimento per tutti. Tutto il mondo mi ha sostenuto, anche i musulmani». Sconsolato anche il sacerdote del piccolo comune di circa seimila abitanti, Robert Colloud, che ricorda come «la statua e il terreno su cui poggia sono stati comprati dalla parrocchia. Quindi non è vero che è terreno comunale». Esulta invece la Federazione del Libero pensiero, che ha fatto causa e ha vinto: «Ora il sindaco deve togliere la statua. Questo sì che sarà un bell'esempio per i giovani. Mi chiedo se la religione cattolica sia compatibile con la Rèpublique».
Barack Obama, il presidente del Paese più potente del mondo, non è esattamente un campione di conoscenze storiche e anche sul piano della morale pubblica non si lascia sfuggire nemmeno un happy hour per schierarsi costantemente dalla parte sbagliata (su omosessualismo, aborto, divorzio, famiglia, etc.). Ma che adesso pretende di dirottare uno degli appuntamenti più belli e intelligenti della vita politica degli Stati Uniti, il National Prayer Breakfast cioè il convegno ecumenico di preghiera che si tiene ogni anno da anni nella capitale federale Washington alla presenza del titolare della Casa Bianca, per trasformarlo in un budoir dei propri vizi culturali e ammannire così impunemente agli attoniti astanti un bigino di storia riveduto e politicamente corretto è davvero il colmo.
l vescovo sotterraneo di Yixian era scomparso nelle mani della polizia nel 2001. Alla fine di gennaio si è diffusa la notizia della sua morte. Ma in questi giorni le autorità hanno negato di aver dato la notizia. I familiari attendono il cadavere o le ceneri. La lunga lista di vescovi sotterranei morti in prigione dopo torture. Il governo è terrorizzato da possibili manifestazioni ai suoi funerali. La visita di Yu Zhengsheng, 'numero quattro' del Politburo a Baoding. Su 93 anni di vita, mons. Shi ha passato 54 anni in prigione per la fedeltà alla Chiesa e al papa.
Addio a Karl Josef Becker, un grande difensore della verità cattolica sulle orme di Ratzinger
A partire da domani l'attenzione dell'informazione ecclesiale sarà puntata sul concistoro e sui venti nuovi cardinali che papa Francesco creerà domenica. Noi vogliamo invece soffermarci per un attimo sulla figura di un grande cardinale che è morto lunedì quasi senza far notizia, l'86enne gesuita Karl Josef Becker, teologo e docente per una vita tra la Germania e Roma.Di tempra accademica teutonica, alieno da vanità e protagonismi - non rilasciava mai interviste, se non al settimanale della sua diocesi di provenienza, Colonia - da sempre estraneo ai circoli teologici à la page, Becker fu un valente difensore della verità cattolica.Tanto forte quanto discreto fu il suo sodalizio con Joseph Ratzinger, di cui fu consulente alla Congregazione per la dottrina della fede. E da Ratzinger Becker fu coinvolto in dossier delicati, dal dialogo con la Fraternità Sacerdotale di San Pio X, all'elaborazione della dichiarazione congiunta tra cattolici e luterani sulla dottrina della giustificazione, all'esame della liturgia neocatecumenale. Dagli anni '60 i suoi studi furono improntati a un'ermeneutica della riforma nella continuità del Concilio Vaticano II, per usare la definizione ratzingreriana, con contributi di grande importanza per esempio nell'ambito del dialogo interreligioso.Questo è anche il tema di una lectio magistralis che Becker tenne dopo che nel 2012 Benedetto XVI gli diede la berretta color porpora e che riproponiamo qui sotto. Si tratta di un video non breve, ma chi avrà la pazienza e la voglia di vederlo potrà apprezzare la stoffa di un grande teologo e servitore della Chiesa.
Per quasi cinquant'anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. E una ferita ancora aperta 'perchè, ricorda lo storicoSabbatucci, è stata ignorata per molto tempo'. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe. Inizia oggi l'elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia.
In un'intervista rilasciata durante il programma 13H15 del canale televisivo francese France2, e trasmessa l'8 febbraio il presule mostra chiarezza dottrinale, candore evangelico e grande fiducia nella Chiesa
Suor Maria Nazarena, che visse quarantacinque anni reclusa per Dio, in una cella di 5 metri per 3
«Vieni con me nel deserto»: è la voce che sente una giovane americana di origini italiane, Julia Crotta, musicista, sportiva - è molto alta e gioca a basket da campionessa -, studentessa modello. Julia ha ventisette anni, sta partecipando quasi per caso a un ritiro spirituale in preparazione alla Pasqua e vive quella che definirà una nox beatissima, un'esperienza che cambia il corso della sua vita, durante la quale Gesù in persona la chiama a fargli compagnia nel deserto e il cui esito finale saranno quarantacinque anni di reclusione monastica. Non capisce subito cosa le è richiesto e non sa davvero come metterlo in pratica. Valuta anche la possibilità di recarsi materialmente nel deserto della Palestina, ma ha l'equilibrio e il buon senso di ascoltare fedelmente i consigli del proprio direttore spirituale. «Non mi fido assolutamente di quanto provo, anche quando credo che venga da lui [Dio]. Mi fido invece di chi parla nel suo nome», scriverà anni dopo. Anche in seguito, nei lunghi anni di prova spirituale, quando ogni tentativo di seguire la sua particolarissima vocazione sembra destinato a fallire, Julia non farà mai nulla, non prenderà decisioni, senza il consenso del proprio direttore spirituale, che per lei rappresenta la voce della Chiesa e, in ultima istanza, la voce di Cristo in terra. Julia è tanto decisa nel perseguire il proprio dovere, quanto è docile nel cambiare i propri piani quando è certa di fare la volontà di Dio: «Le parole di Dio trapassano come un lampo potente. Senza che neppure ci si accorga, si fa quanto comandano».
La notizia è di qualche giorno fa ma merita di essere ricordata, dopo la il referendum slovacco non andato purtroppo a segno:«La Macedonia ha messo al bando le unioni civili e i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il Parlamento di Skopje, infatti, ieri ha votato per approvare una mozione che definisce il matrimonio un istituto valido unicamente per unire un uomo e una donna. Con 72 voti favorevoli e 4 voti contrari, la mozione è passata con percentuali quasi bulgare… anzi, macedoni.Nella mozione si parla del matrimonio come di «una unione per la vita unicamente tra una donna e un uomo», e specifica che «le relazioni legali nel matrimonio e nella famiglia e le unioni civili devono essere normate da una legge approvata dalla maggioranza di due terzi della totalità dei membri del Parlamento». Allo stesso modo, anche le unioni civili tra persone dello stesso sesso per essere approvate richiedono la stessa maggioranza in Parlamento.Il divieto di matrimonio per le coppie omosessuali è stato condannato dalla Venice Commission, commissione del Consiglio Europeo; tale organismo ha imposto alla Repubblica balcanica di proteggere le coppie dello stesso sesso con un riconoscimento legale delle loro unioni».
Rick Santorum, campione dei conservatori cattolici USA, racconta il dono (imprevedibile) della vita
Rick Santorum ha fatto per anni il senatore (Repubblicano) in Pennsylvania, poi è uscito clamorosamente di scena per una passo falso politico salvo poi altrettanto clamorosamente rientrare sul proscenio nazionale e nel cuore di milioni di americani disputando, con successi enormi e talora strepitosi, le primarie del 2012. Santorum è conservatore granitico e cattolico tetragono, un vero benia mino del mondo pro-life e pro-family. Noto per le sue posizione a difesa dei «princìpi non negoziabili» e per l'impegno politico ispirato alla dottrina sociale della Chiesa, a suo tempo fece di tutto per salvare la vita a Terri Schindler Schiavo (vittima di eutanasia) e la sua contrarietà ai cosiddetti «matrimoni» omosessuali è da sempre intransigente.
Giovanni Palatucci (1909-1945) era un poliziotto, per la precisione vicecommissario aggiunto di pubblica sicurezza. Nel 1937, il regime fascista lo mise all'Ufficio stranieri e poi lo passò alla Questura di Fiume, in Croazia, dove rimase fino al 13 settembre 1944. In quella data infatti venne arrestato dalle SS nazionalsocialiste tedesche e internato, il 22 ottobre, nel campo di concentramento di Dachau, in Germania (che è il più grande cimitero del mondo di sacerdoti cattolici). Qui morì di senti il 10 febbraio 1945, 70 anni fa, 78 giorni prima della liberazione del campo. Cosa aveva fatto di tanto grave un poliziotto del regime fascista per meritarsi l'ignominia del lager? Aveva salvato 5mila ebrei dalle mani dei nazisti, soprattutto quando era di stanza a Fiume, come ricorda lo zio, mons. Giuseppe Maria Palatucci (1892-1961), vescovo di Campagna. Ma...
John Smith è un quattordicenne del Missouri. Lo scorso mese è stato protagonista insieme a due amici di un tragico incidente: è caduto nelle acque gelide di un lago, per la rottura del ghiaccio su cui stavano facendo una foto. I due amici sono riusciti a rimanere aggrappati ai bordi del buco, John dopo poco è sparito sott'acqua per 15 minuti, fino all'arrivo dei soccorritori. Recuperato e portato in ospedale, per 27 minuti è rimasto con il cuore «spento», senza rispondere ai tentativi di rianimazione. Ad un certo punto il medico ha fatto entrare la madre che si è messa a pregare a voce alta, chiedendo a Dio di non prendersi suo figlio. E il cuore di John ha ricominciato a battere.A un mese dall'accaduto, John è ancora sotto osservazione, ma in buone condizioni di salute. Secondo il medico protagonista della sua rianimazione, Kent Sutterer, il ragazzo « è stato sicuramente aiutato dal freddo». Ma, ha aggiunto, per dare l'idea dell'enormità di quanto accaduto, «è stato morto per 45 minuti». Per Jeremy Garrett, il neurologo che ha monitorato le condizioni di John, è stato un «miracolo».
Nuova legge in Birmania: chi si converte al cristianesimo deve avere l’approvazione dello Stato
Il Parlamento birmano ha approvato nella sua Camera Alta una legge che richiede a chiunque voglia passare da una religione a un'altra l'approvazione di un comitato governativo formato da undici persone. La Legge sulle Conversione Religiosa richiederà anche a coloro che desiderano convertirsi di fornire una lista molto ampia di informazioni personali agli «Uffici di Registrazione», chiedendo anche di rispondere a domande molto personali; e di attendere tre mesi per una risposta. La legge non lo dice, naturalmente, ma il problema di cui si occupa «Christian.Aid» un'organizzazione americana evangelica, sono soprattutto i cristiani; quei missionari che si recano nei villaggi e oltre svolgere un lavoro di alfabetizzazione, contribuiscono a diffondere il Vangelo.
Purtroppo in Slovacchia fallisce il referendum contro il «matrimonio» omosessuale
In Slovacchia è fallito un referendum per rafforzare un divieto costituzionale sul matrimonio tra persone dello stesso sesso e l'adozione da parte delle coppie omosessuali, perchè non è stato raggiunto il quorum. Ai seggi si è presentato solo il 21,4 degli aventi diritto al voto, molto al di sotto del 50 per cento necessario per rendere valido il referendum.
Comunione ai divorziati “risposati”? Bose propone direttamente le seconde nozze, come gli ortodossi
Nell'articolo «Tra un sinodo e l'altro, la battaglia continua» il vaticanista Sandro Magister riporta qual è la linea adottata dal monastero di Bose riguardo alla questione della Comunione ai divorziati risposati: ----------- Il vicepriore di Bose, Luciano Manicardi, in una dotta intervista all'Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose, invoca che anche la Chiesa cattolica, come già fanno le Chiese ortodosse, ammetta lo scioglimento di un matrimonio e quindi la possibilità delle seconde nozze non solo per la morte di uno dei coniugi ma anche semplicemente per la 'morte dell'amore».
Anche se si tratta di una cosa di scarsa importanza, fa sempre paura l'idea di rinunciarvi per sempre. Un attaccamento disordinato ai beni materiali ci impedisce di entrare in Paradiso, la casa che Dio ha creato per noi. Al contrario, la povertà segna il distacco dai beni materiali e rende la nostra casa celeste più attraente. San Francesco d'Assisi lo dice molto chiaramente: «La povertà è quella virtù celeste per la quale viene calpestato tutto ciò che è terreno e transitorio; è quella virtù per cui vengono tolti gli impedimenti, affinchè lo spirito umano si possa unire liberamente con l'eterno Iddio. Essa fa che l'anima, ancora pellegrina sulla terra, conversi con gli angeli nel cielo e nel momento della morte sciolta da ogni vincolo se ne vada a Cristo».
'lo dirò brutalmente: La Chiesa ha tradito Giovanni Paolo II. Non la Chiesa come Sposa di Cristo, non la Chiesa del nostro credo, perchè Giovanni Paolo II era l'espressione, la voce autentica della Chiesa, ma è la pratica pastorale quella che ha tradito Giovanni Paolo II». A dirlo è l'arcivescovo ad personam di Varsavia-Praga, mons. Henryk Hoser
Good Morning Nepal: almeno qui diminuiscono gli aborti selettivi che decimano i feti femminili
La piaga dell'aborto selettivo, che discrimina pesantemente i nascituri di sesso femminile condannandoli alla morte, in una logica efficientistica che se possibile aggrava ancora di più il già grave problema dell'aborto, funesta l'intero mondo asiatico. Eppure in Nepal qualcosa sta cambiando. Da tempo la Chiesa Cattolica dà segni di un vigore che, visto il contesto non esattamente semplice, non ha pari in altre regioni asiatiche e le conversioni si moltiplicano. Ora, informa l'agenzia missionaria AsiaNews, anche le politiche sul controllo delle nascite cominciano fortunatamente a scricchiolare.
Questa mattina la polizia di Delhi ha bloccato, malmenato e arrestato decine di sacerdoti, suore e laici (incluse donne, anziani e bambini) che stavano partecipando a una protesta pacifica davanti alla cattedrale del Sacro cuore. I manifestanti marciavano in silenzio contro gli attacchi alle chiese cattoliche della città avvenuti negli ultimi due mesi. Gli agenti hanno giustificato il loro massiccio intervento dicendo che il raduno era 'illegale'. Il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, dichiara ad AsiaNews: 'Quanto accaduto oggi è una macchia vergognosa per l'India laica e democratica'.Diversi gruppi cristiani hanno organizzato la marcia silenziosa, con l'obiettivo di raggiungere la residenza del ministro degli Interni Rajnath Singh. Tuttavia, centinaia di poliziotti si sono presentati sul posto per fermare i presenti. Una signora anziana, caduta a terra, è stata presa da quattro poliziotte e gettata di peso in un furgone della polizia.'Le persone - ha dichiarato l'ufficiale di polizia Mukesh Kumar Meena - sono state arrestate. Nessuno ha il diritto di protestare per strada. Non possono semplicemente marciare verso la residenza del ministro. Dobbiamo proteggere i nostri politici'.L'arcivescovo di Mumbai, che è anche presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), sottolinea 'il modo in cui sono state trattate le nostre religiose, donne che hanno consacrato la loro vita a Dio trascinate via come criminali. Nemmeno i bambini sono stati risparmiati'.'I cristiani - ricorda il card. Gracias - costituiscono meno del 2% della popolazione indiana, e nella stessa Delhi il loro numero supera di poco le 100mila persone [su 25 milioni di residenti]. E una comunità pacifica e rispettosa della legge, e i nostri istituti educativi e sanitari sono al servizio della nazione. Eppure, in risposta alle decine e decine di anni dedicate alla costruzione di questo Paese, le nostre suore, i nostri sacerdoti e la nostra gente sono trattati come criminali. Questa è una vergogna, una disgrazia e una macchia per la nostra madrepatria'.Anche Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), condanna ad AsiaNews 'l'azione repressive condotta dalla polizia'. Quanto accaduto oggi 'è segno che le atrocità contro la minuscola comunità cristiana continuano a inasprirsi, mentre le autorità restano in silenzio dinanzi alla crescente intolleranza'.'Sempre questa settimana - denuncia Sajan George - il governo indiano ha negato il visto d'ingresso a mons. Arthur Roche, e a mons. Protase Rugambwa, che avrebbero dovuto partecipare a una conferenza su 'Liturgia e vita' a Bangalore dal 3 al 9 febbraio. Sebbene i due funzionari vaticani avessero presentato regolare richiesta lo scorso dicembre, i documenti sono stati negati senza dare alcuna motivazione'.Mons. Roche è segretario della Congregazione del Culto divino e della disciplina dei sacramenti. Mons. Rugambwa è funzionario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli.
«Teorema Kasper», un altro libro lo demolisce. Mentre nessuno porta argomenti solidi a sua difesa
Si tiene stasera all'Università Francisco de Vitoria di Madrid la presentazione del libro Eucaristía y divorcio: ¿Hacia un cambio de doctrina? Ensayo sobre la fecundidad de la enseñanza cristiana (Eucaristia e divorzio: verso un cambiamento della dottrina? Saggio sulla fecondità dell'insegnamento cristiano), pubblicato dalla BAC (Biblioteca de Autore Cristianos) una delle più grandi editrici cattoliche in lingua spagnola, scritto da padre Josè Granados García, religioso dei Discepoli dei Cuori di Gesù e Maria.Granados, una laurea in ingegneria elettronica alle spalle, è oggi vice preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede (nel corso dei suo studi è stato allievo sia del cardinale Gerhard Ludwig Müller, che del gesuita Luis Ladaria, ovvero il numero 1 e il numero 2 della Congregazione per la Dottrina della Fede). Il libro, come suggerisce il titolo, è una spiegazione della dottrina di sempre sul matrimonio cristiano, della sua indissolubilità e della relativa impossibilità della comunione per i divorziati risposati. E' un'ampia confutazione delle tesi e delle proposte avanzate dal cardinale Kasper e poi riprese da altri all'ultimo Sinodo sulla famiglia.Il libro si inserisce in una serie nutrita di pubblicazioni uscite nell'arco di soli sei, sette mesi, per confutare il cosiddetto teorema Kasper. Per citare soli le più note: il libro dei cinque cardinali uscito proco prima del Sinodo, il saggio uscito sulla rivista Nova et Vetera firmato da otto teologi di punta statunitensi, l'intervento sulla rivista Communio del cardinali Scola e Ouellet, Il vangelo della famiglia nel dibattito sinodale. Oltre la proposta del cardinale Kasper scritto dal filosofo Stephan Kampowski e dal teologo Juan Josè Pèrez-Soba.Quello che non può non colpire è che, a fronte di una produzione copiosa e di alto livello scientifico - che indaga la questione alla luce del Magistero bimillenario, della storia della Chiesa, della patristica e dell'esegesi neotestamentaria - dalla parte dei sostenitori della tesi associata al nome di Kasper si è registrato il silenzio. Non un titolo o un saggio di spessore appunto accademico che abbia cercato di dimostrare la fondatezza scritturistica, patristica, teologica della proposta della comunione ai divorziati e risposati, se non meditazioni e riflessioni incentrate su un concetto soggettivistico di «misericordia», usato come jolly etico-teologico. L'unico libro organico, con pretese di scientificità, a cu ha fatto riferimento Kasper, «Divorzio, nuove nozze e penitenza nella Chiesa primitiva» di Giovanni Cereti, uscito in prima edizione nel 1977, sarebbe rimasto nel dimenticatoio se non fosse stato rilanciato dal cardinale tedesco, essendo stato considerato dagli specialisti fragile e pretestuoso. Ha avuto buon gioco a demolirlo, recentemente, anche il decano degli storici della Chiesa, il cardinale Walter Brandmüller.
Regno Unito: via libera ai bimbi con tre genitori biologici. Allarme tra gli scienziati
Il premier britannico David Cameron dà il via libera alla legge che consentirà di avere tre genitori biologici. Al voto di martedì 3 febbraio, 382 parlamentari di tutti gli schieramenti hanno dato il proprio benestare alla legge e solo 128 sono stati quelli contrari. Già nel 2016, grazie al voto della Camera dei Comuni, potrebbero nascere bambini nati con l'apparato genetico di tre persone diverse, due madri e un padre.
«Caro presidente…».
Una cittadina qualunque, mamma e cattolica, spiega l’Italia al primo cittadino
Una nostra lettrice si sfoga via Facebook. E il suo caso personale diviene paradigma utile a smettere di trastullarsi con le immagini falsate che i media offrono del nostro Paese per fare i contri con la realtà. Che è assieme buia e luminosa, angosciante e colma di speranza, strana e normale. Ma che soprattutto è perfettamente assurda e incomprensibile se non affidata completamente e costantemente a Dio.
Perchè i sacramentali sono grandi armi nella lotta contro il Maligno. Basta saperli «usare»…
I sacramentali sono un tesoro della Chiesa spesso poco o male conosciuto, anche per quanto riguarda la sua utilità ed efficacia nella lotta contro il Maligno. Nel video sotto, una bella e chiara omelia di don Leonardo Maria Pompei sul tema, qui di seguito il brano ad hoc del Catechismo della Chiesa cattolica.
Mons. Livio Melina: «Gesù non fece sondaggi quando propose l’indissolubilità del matrimonio»
[...] grava un forte pregiudizio puritano sul cristianesimo: si identifica infatti il cristianesimo con la morale, la morale con un sistema di proibizioni, e si pensa che queste proibizioni si diano soprattutto nell'ambito sessuale, così che alla fine di questa serie di false equazioni il cristianesimo è equiparato alla repressione sessuale. Come acutamente rilevò papa Benedetto XVI nell'enciclica Deus caritas est: grava sul cristianesimo l'accusa nietzschiana di aver avvelenato l'esperienza più bella e attraente della vita. Entra qui poi una specie di complesso di colpa dei chierici, ulteriormente accentuato dai deplorevoli scandali di pedofilia. Così alla fine non solo alla Chiesa è intimato il silenzio su questo tema, ma anche nella Chiesa si finisce col pensare che sia meglio tacerne per non ostacolare l'evangelizzazione. E così il tema culturalmente più imponente, educativamente più decisivo, viene abbandonato alla mentalità mondana che pervade anche i fedeli, che quando ragionano di queste cose esprimono ormai non più un sensus fidelium teologicamente significativo, ma la mentalità mondana da cui dovremmo tutti convertirci per aderire alla novità di Cristo, che sola ci libera. Gesù non fece sondaggi quando propose il perdono dei nemici, l'indissolubilità del matrimonio, l'eucaristia o la parola della croce: sapeva benissimo come la pensavano persino i discepoli. Disse piuttosto: «Volete andarvene anche voi?» [...]
Un po’ timido, ma «Still Alice» è il secondo film di Hollywood anti-eutanasia in pochi giorni
I miliziani dello Stato Islamico (Isil) hanno aperto un mercato speciale nella città per vendere i beni e il materiale confiscato nelle case dei cristiani. E il mercato offre agli acquirenti anche oggetti e beni confiscati alle chiese cristiane della zona.
La splendida pubblicità della Pampers, che ha come tema le «prime volte» di una vita che inizia e dei genitori che la contemplano…
Nel giugno del 1595, nel pieno della sua missione in Cina, Matteo Ricci collezionò una serie incredibile e dolorosa di fallimenti, al punto di sprofondare in uno stato di malinconia. Ebbe un sogno, l'unico che ci sia stato raccontato dai missionari in 200 anni di presenza in Cina. Nel sogno, Gesù consolava Matteo, promettendogli di condurlo a Pechino. Matteo ne scrisse subito a Gerolamo Costa, un amico d'infanzia. Il sogno è senz'altro avvenuto, poichè Ricci non poteva in nessun modo immaginare, quando ne scrisse, che la predizione si sarebbe un giorno realizzata per davvero. E ciò avvenne solo sei anni dopo, il 24 gennaio 1601. Lo ribadisco: andava tutto per il verso sbagliato, e in nessun modo Matteo poteva prevedere il successo della sua impresa.L'ascesa a Pechino era un obiettivo che avrebbe scoraggiato chiunque, in un Paese chiuso ermeticamente agli stranieri, con sfide culturali e di adattamento mai sperimentate prima. Ma Ricci non era una persona qualsiasi. Era un uomo straordinario, animato da intelligenza e caparbietà non comuni. In soli 18 anni, tra difficoltà, insuccessi e opposizioni di ogni genere, introdusse la fede cristiana in Cina mediante la via dell'amicizia, del dialogo culturale e scientifico. Ricci è uno degli uomini migliori nella storia dell'umanità, il primo che ha unito nel segno dell'amicizia due tra le civilizzazioni più celebrate della storia: l'umanesimo rinascimentale europeo e la civiltà cinese dei Ming. Eppure, un uomo tanto geniale confessa più volte di soffrire di malinconia. Nel 1580 ne scrisse a Ludovico Maselli, che aveva avuto come superiore a Roma: «Non mi causa tanta tristezza, così la voglio chiamare, il star lontano di miei parenti, sebbene io son molto carnale, quanto di star lontano da Voi, che amo più che mio padre. Non so che imaginatione mi viene alle volte e non so come mi causa una certa sorte di melanconia, che mi par che è buona, e havrei scrupolo di non haverla». Che la melanconia gli sembri una cosa buona sconcerta non poco. Nella tradizione cattolica la malinconia era associata all'accidia, uno dei sette vizi capitali. La malinconia nasce in Grecia come la malattia umorale delle persone deboli e tristi. Aristotele è il primo, invece, che si chiede per quale ragione gli uomini eccezionali siano malinconici, affermando così un legame tra genialità e malinconia. Studiando i sogni, il filosofo greco fa derivare la melanconia dall'incontinenza della facoltà immaginativa e, dopo un complesso ragionamento, ne deriva che «vi sono uomini melanconici i cui sogni sono veri».L'Umanesimo e il Rinascimento ripropongono il pensiero aristotelico circa la malinconia, associandola allo spirito degli artisti e all'immaginazione. I malinconici infatti sono spiriti geniali che immaginano e sognano un mondo diverso. Il melanconico conosce la labilità del mondo presente, e se ne distanzia. Egli percepisce l'oscurità e la fugacità della condizione umana, e inventa immagini visuali e poetiche per rappresentare un mondo altro. Egli si dispera persino, e trova rifugio nell'immaginare e sognare mondi altri, possibili e migliori. Ma torniamo al nostro missionario Matteo Ricci. Ho scoperto un singolare legame letterario tra Ricci e gli studi umanistici sulla malinconia. Nel 1621 viene pubblicato a Londra Anatomia della malinconia, un trattato fondamentale nella storia degli studi sul tema. L'autore, Robert Burton, cita Matteo Ricci - il quale era morto nella lontana Pechino solo undici anni prima - per ben 16 volte. Matteo Ricci si era formato nell'esercizio dell'immaginazione, fondamentale nella formazione gesuitica, centrata sulla fruizione contemplativa delle immagini per l'esercizio immaginativo della composizione di luogo. Essa è la pratica di entrare, grazie alla fruizione di immagini che narrano la storia dei Vangeli, in uno spazio immaginativo che conduce alla contemplazione. Le immagini infatti, creando mondi immaginativi nuovi, hanno il potere di condurre la persona che immagina fuori dal proprio mondo, rendendo possibile un'uscita da sè e un incontro con gli altri e con l'Altro. Non a caso, l'adozione di 'immagini sacre' e la confidenza nel loro potere taumaturgico, la stampa e la diffusione di immagini che rappresentavano la vita di Gesù, le narrazioni evangeliche e la fiducia nel loro potere immaginifico, evocativo e persuasivo furono in assoluto una delle più innovative caratteristiche dell'attività missionaria di Ricci e dei gesuiti in Cina. Romano Guardini, in Ritratto della malinconia (1928), descrive in modo suggestivo la malinconia come vita tra i confini: «Ci sono quelli che sperimentano profondamente il mistero di una vita di confine. Non stanno mai decisamente o di qua o di là. Vivono nella terra di nessuno. Sperimentano l'inquietudine che passa dall'una all'altra parte. La malinconia è l'inquietudine dell'uomo che avverte la vicinanza dell'infinito. Beatitudine e minaccia a un tempo. Il significato dell'uomo sta nell'essere un confine vivente, nel prendere sopra di sè questa vita di confine».Credo che molti missionari, come avvenne per Ricci, possano riconoscersi in questa 'sorte di malinconia', in quanto attraversano molti confini, fino a diventare loro stessi confini viventi.
E i direttori di 'Avvenire' e de 'La Croce', che adesso brindano e fanno tifo da stadio, provino a leggere i motivi dell'esultanza di Eugenio Scalfari
Scuole paritarie & lezioni di gender: «l’Espresso» entra in aula per espellerne i cattolici
Le scuole non statali sarebbero solo fucine di somari foraggiate dallo Stato e certe associazioni attive nella scuola puri covi di 'omofobi'
Il progetto per ridurre a duecento (dalle attuali duecentoventisei) le diocesi italiane va avanti spedito. Dopo trent'anni di discussioni, accelerate improvvise e retromarce repentine, il traguardo sembra a portata di mano. A superare campanilismi, minacce di agguerrite amministrazioni locali e corpose petizioni popolari, sarà l'intervento diretto di Francesco. Il Papa, primate d'Italia, ha infatti chiesto che gli sia messo a disposizione il dossier che da decenni passa di mano in mano negli uffici della Conferenza episcopale italiana.Quasi due anni fa, due mesi dopo l'elezione al Soglio di Pietro, Bergoglio aveva osservato davanti ai vescovi presieduti dal cardinale Angelo Bagnasco riuniti per la professione di fede in San Pietro che le diocesi italiane sono «tante» e «un po' pesanti», facendo intendere che una loro riduzione sarebbe stata apprezzata dalle parti di Santa Marta. «Sono molte, che siano troppe è un altro discorso», s'era affrettato a precisare Bagnasco, ponendo l'accento sul particolare retaggio storico della penisola e sulla «capillarità delle nostre chiese». Ma il Papa ha deciso che quel dossier va chiuso in fretta, e anche oltretevere c'è chi ammette che solo lui, nato e cresciuto quasi alla fine del mondo, può riuscire laddove tanti hanno fallito: accorpare il più possibile per riportare il numero delle diocesi (e dei vescovi) entro confini accettabili, ora che l'Italia cattolicissima non lo è più e la chiesa universale è proiettata con tutte le forze nella missione evangelizzatrice delle periferie, specie di quelle del sud del mondo. Sui criteri si discute ancora, e pare che a determinare il taglio, alla fine, non sarà il numero degli abitanti (più o meno di centomila per diocesi come inizialmente ipotizzato), bensì si valuterà quali sono le sedi episcopali capaci di reggersi autonomamente....
In vent'anni i sacerdoti diocesani in Bolivia - Paese di 9 milioni di abitanti, di cui 8 milioni cattolici - passeranno da 900 a 500. Meno di quelli che, per dire, hanno diocesi come Vicenza o Padova. A rendere nota questa previsione è stato l'arcivescovado di Cochabamba.Se fino a un paio di decadi fa i seminaristi nel Paese erano circa una ventina all'anno, negli ultimi cinque anni sono stati in media 4. Se 10 anni fa si contavano 150 congregazioni religiose femminili attive nel Paese, da allora 50 hanno chiuso i battenti per mancanza di vocazioni. Non va meglio per i religiosi maschi: 20 anni fa gli ordini o le congregazioni erano 50, mentre oggi sono 20. Della crisi profonda che attraversa la Chiesa latinoamericana si occupa in un articolo Riccardo Cascioli, sul numero in uscita del Timone.
Il gesuita Joseph Fessio difende i vescovi filippini attaccati da un altro gesuita… perchè ortodossi
Un autorevole firma gesuita, padre Pierre de Charentenay, dell'altrettanto autorevole periodico gesuita La Civiltà Cattolica ha appena scritto un libro in cui critica con grande severità i vescovi cattolici delle Filippine. Perchè? Perchè i vescovi cattolici delle Filippine si oppongono con grande severità alla legge sulla cosiddetta «salute riproduttiva» voluta e fatta approvare nelle Filippine dal presidente Benigno «Noynoy» Aquino, che è cattolico e che ha studiato dai gesuiti. Guerre gesuitiche. Solo? Ora scende in campo nuovo contendente, ovviamente gesuita. Si tratta di padre Joseph Fessio, formatosi alla scuola teologica di Joseph Ratzinger nonchè fondatore e direttore, negli Stati Uniti, della pregevolissima e specchiatamente ortodossa casa editrice Ignatius Press, vero fiore all'occhiello del mondo cattolico (e non solo). Padre Fessio è inorridito da ciò che scrive de Charentenay e, avendone avuto contezza grazie all'allarme lanciato dal giornalista Sandro Magister, al giornalista Sandro Magister padre Joseph Fessio così scrive affinchè tutti leggano. Guerre gesuitiche, e non solo.
La nuova vittima della follia, Kenji Goto, era cristiano. L’ISIS l’ha ucciso anche per questo?
La voglia di dare voce agli ultimi era la principale motivazione del lavoro che il giornalista giapponese svolgeva in Siria
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