Domenica 02 Novembre 2025

Il richiamo all’unità nella Missa pro Eligendo Pontifice

Il prossimo pontefice dovrà impegnarsi a ricomporre la frammentazione, un indicazione verso il conclave. «L’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna», così il cardinale decano Giovanni Battista Re questa mattina in San Pietro

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In questi giorni Il Timone seguirà il conclave direttamente da Roma. (La Redazione) * Città del Vaticano – Alla vigilia dell’inizio del Conclave, nella suggestiva cornice della Basilica di San Pietro, si è celebrata la Missa pro Eligendo Pontifice, un momento di intensa spiritualità e profonda riflessione. L’omelia del cardinale decano, Giovanni Battista Re, pronunciata in presenza del Collegio cardinalizio e sotto lo sguardo della statua mariana accanto all’altare, ha posto al centro il tema dell’unità della Chiesa, richiamando la responsabilità e la missione che attendono il futuro Papa. Un’omelia sobria, nello stile dell’anziano porporato, che però guarda avanti insistendo non a caso sul tema dell’unità, come a richiamare una frammentazione che è presente nel collegio cardinalizio e nella chiesa. Segno anche di una certa necessità di ricomporre fratture che forse i «processi aperti» da Francesco hanno ampliato ben oltre quello che poteva emergere in superficie. Quindi significativa anche la chiusura dell’omelia, sottolineando la società che tende a dimenticare Dio. E rileva che “l’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna”. La celebrazione si è aperta con un riferimento agli Atti degli Apostoli (1,14), ricordando come i discepoli, insieme a Maria, si siano raccolti in preghiera in attesa della Pentecoste. Un’immagine di comunione spirituale che, secondo le parole dell’omileta, si rinnova oggi nella preghiera corale del popolo di Dio, unito nell’invocare lo Spirito Santo per illuminare la scelta del successore di Pietro. “L’amore è la sola forza capace di cambiare il mondo”, ha sottolineato il celebrante, richiamandosi al Vangelo di Giovanni e al comandamento nuovo di Gesù: amarsi gli uni gli altri come Lui ci ha amati. Un amore che diventa criterio guida anche per chi si appresta a compiere un atto di “massima responsabilità umana ed ecclesiale”, come l’elezione del Romano Pontefice. Al cuore dell’omelia vi è stato un forte appello all’unità della Chiesa. Un’unità che non si traduce in uniformità, ma in una profonda comunione nelle diversità, purché ancorata nella fedeltà al Vangelo. “Fra i compiti del Papa – è stato detto – c’è quello di far crescere la comunione: dei cristiani con Cristo, dei vescovi col Papa, dei vescovi fra loro. La Chiesa deve essere casa e scuola di comunione.” L’unità è anche garanzia di testimonianza credibile in un mondo che, pur progredendo tecnologicamente, rischia di smarrire Dio e i valori fondamentali. Il nuovo Papa, ha auspicato Re, dovrà essere capace di risvegliare le coscienze e rigenerare le energie morali e spirituali dell’umanità. Infine, il pensiero è andato a Maria, Madre della Chiesa, invocata affinché accompagni con la sua intercessione il discernimento dei cardinali elettori, perché possano individuare, sotto l’azione dello Spirito Santo, il pastore giusto “secondo il cuore di Dio”. Con parole cariche di fede e speranza, la Missa pro Eligendo Pontifice ha dunque preparato la Chiesa intera a vivere questo delicato passaggio, nella certezza che l’unità nella preghiera porterà frutti di comunione e rinnovata missione evangelica.

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