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Duda, rieletto a capo della Polonia, si inginocchia davanti alla Madonna Nera
NEWS 15 Luglio 2020    di Giulia Tanel

Duda, rieletto a capo della Polonia, si inginocchia davanti alla Madonna Nera

Andrzej Duda rimane a capo della Polonia. Questo il risultato del ballottaggio svoltosi domenica 12 luglio, che hanno visto un duro testa a testa tra il presidente uscente, cattolico e appoggiato dai partiti conservatori, e Rafał Trzaskowski, sostenuto dalla sinistra: la differenza non è netta, matematicamente si attesta su poco più di un punto percentuale di scarto (circa 400.000 voti) ma, come si è soliti dire in questi casi, «quel che conta è il risultato», anche se Duda dovrà fare un grande lavoro per riunificare un Paese che si presenta, di fatto, spaccato in due. Ad ogni modo, si tratta di un risultato che dà speranza all’ala conservatrice e al mondo cattolico, e che nel contempo manda un segnale chiaro ai “fautori del progresso” sia interni ai confini nazionali, sia esterni: nel 2020 è ancora possibile, seppur difficile, salire al governo e guidare un Paese anche se non ci si piega ai diktat della cultura di morte, arcobaleno, individualista, relativista e invece focalizzare i propri sforzi in favore di politiche sociali ed economiche rispettose della persona e a sostegno della famiglia cosiddetta naturale e in favore della vita, in ogni suo stadio.

DUDA IN VISITA DALLA MADONNA NERA

Lunedì sera, a poche ore dall’annuncio della rielezione, Duda si è recato al Santuario di Częstochowa per ringraziare la Madonna Nera per il risultato ottenuto e soprattutto per affidarle le questioni relative alla nazione.

Arrivato, senza preannunci di sorta, alle 20.13, ha preso parte al quotidiano momento di preghiera per la Polonia e per la Chiesa che si svolge alle 21 di sera fin dall’8 dicembre 1953, nella Cappella dell’Immagine Miracolosa. Una presenza, la sua, colta da padre Waldemar Pastusiak, secondo quanto riporta PolsatNews: «Affidiamo a Dio tutta la nostra patria», ha affermato guidando la preghiera, «oggi guidata dal Presidente della Repubblica di Polonia, presente tra noi, Sig. Andrzej Duda». E ha proseguito: «Grazie per la sua presenza qui a Jasna Góra, grazie per la sua testimonianza di fede. All’inizio del secondo mandato, lo affidiamo nelle tue mani, e a Maria, tutte le questioni della nostra patria, credendo che sarai sempre presente con lui». Frasi solo apparentemente semplici, ma che rispecchiano la speranza che la rielezione di Duda ha infuso nei cattolici polacchi, ben espressa anche dai ripetuti applausi che i fedeli presenti a Chestochowa hanno rivolto al loro presidente.

«SIGNORE, BENEDICI IL PRESIDENTE»

Anche il vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Częstochowa, Andrzej Przybylski, ha impartito la sua benedizione al rieletto presidente: «Dio, benedici la nostra amata patria, la Polonia, tutti i polacchi. Benedici il presidente della più brillante Repubblica di Polonia per una nuova tappa del suo servizio nazionale». Parole, cui è seguita una supplica affinché il Paese sappia ricompattarsi e volgere unitariamente il proprio sguardo al Signore: «Ascolta, Dio, il grande desiderio di Tua e nostra Madre, Regina di Polonia a Częstochowa, affinché noi, i suoi figli polacchi, viviamo in armonia e unità; che avremmo Dio nei nostri cuori, perché solo lui può permetterci il vero amore e la riconciliazione, per incollare saggiamente la Polonia e il suo risveglio spirituale».

LA FORZA DELLA FEDE

Il presidente Duda, dunque, è cattolico e non ne fa segreto: si era recato dalla Madonna lo scorso 24 maggio, nel giorno del quinto anniversario della sua prima elezione a presidente, e lo ha rifatto lunedì 13 luglio. E questo, come si diceva, in un contesto socio-politico che, seppur ancora ancorato alle radici cattoliche del Paese, è oramai segnato da una forte apertura verso istanze “progressiste”. Tutto questo appare, agli occhi di alcuni, quasi come un’ingerenza, come un attacco al tanto invocato concetto di “laicità”, che nel concreto altro non è che una moderna arma messa in campo per silenziare la Chiesa e i suoi fedeli e per far sì che la religione diventi sempre più un fatto privato, da coltivare nel segreto della propria casa. Ma l’autentica fede in Cristo non è un’ideologia: è una sequela che s’incarna nel quotidiano e che informa i gesti e i pensieri.

Fonte foto in evidenza: @JasnaGoraNews


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