Oggi si parla molto dei musulmani, molti dei quali sono ismaeliti, cioè discendenti di Ismaele, il primo figlio di Abramo. È scritto nella Bibbia: “Sarai, moglie di Abramo, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sarai disse ad Abramo: Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli. Abram ascoltò la voce di Sarai…
Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei”.
Sara si lamenta con Abramo del disprezzo di Agar per lei e Abramo le ricorda che Agar è la sua schiava e che quindi sta a lei rimproverarla.
“Sarai allora la maltrattò tanto che quella si allontanò”.
Ma dove poteva andare Agar? È scritto che “La trovò l’angelo del Signore presso una sorgente d’acqua nel deserto… e le disse… Agar, schiava di Sarai, da dove vieni e dove vai? Rispose: Vado lontano dalla mia padrona. Le disse l’angelo del Signore: Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa…
Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine… ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione. Egli sarà come un onagro [un “indomabile asino selvatico”]; la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui”.
Si pensi ora al dramma sofferto in silenzio nella tenda di Abramo, dopo la fuga di Agar. Abramo, che aveva gioito al pensiero di un figlio tanto sospirato, prova ora un profondo sconforto; Sara, che aveva fatto l’atto eroico di dare la sua schiava ad Abramo, pensa che il suo eroismo è stato inutile. Forse Abramo non le dice una sola parola di rimprovero per aver trattato Agar tanto duramente da indurla a fuggire e, in quel silenzio, il suo sguardo triste dovette ferire profondamente Sara.
Ma ecco. Agar ritorna ed è raggiante e racconta ad Abramo e a Sara la visione avuta e l’annuncio profetico riguardo a suo figlio che dovrà chiamarsi Ismaele. Le ha parlato il Signore!
Ma perché, avrà pensato Abramo, egli “sarà come un onagro” e perché “sarà contro tutti e tutti contro di lui”? Sara, suo malgrado, avrà trattato Agar con un certo rispetto, pur piangendo, sconsolata, in segreto, per la sua triste sorte. Una donna sterile, allora, era ritenuta maledetta da Dio.
Bisogna pur dire che a quel tempo la poligamia era lecita, ma Abramo si era rassegnato a non avere figli pur di non dare a Sara la sofferenza di essere umiliata dalla presenza di una seconda moglie.
Egli si unì ad Agar solo perché così Sara aveva voluto. Questa era la rettitudine di Abramo.
Egli aveva 86 anni quando nacque Ismaele. Ma un giorno il Signore gli apparve e gli disse: “lo sono Dio onnipotente: cammina alla mia presenza e sii perfetto”. Abramo si prostrò con il viso a terra e Dio gli disse ancora che lo avrebbe fatto “padre di una moltitudine di popoli”. Dopo avergli ordinato la circoncisione per sé e per tutti i maschi della sua gente come segno di alleanza perpetua con lui, riguardo a Sara gli disse: “lo la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli usciranno da lei”.
Abramo ride. Egli ha 99 anni e Sara 90. Ma Dio gli ripete: “Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. lo stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione”.
Poi “Dio, salendo in alto, lasciò Abramo”.
Proprio queste parole ci fanno certi che Abramo non solo ascoltò, ma “vide” il Signore.
Quando Agar si accorse della maternità di Sara, la sua gioia si spense. Ismaele non sarebbe più stato l’unico figlio di Abramo. E un altro tremendo dolore l’attendeva, un dolore che però, ancora una volta, il Signore le avrebbe cambiato in grande consolazione. (continua)
IL TIMONE N. 18 – ANNO IV – Marzo/Aprile 2002 – pag. 58