Primo tra i papi giuristi del Medioevo. Grande personalità, tenne testa alle intromissioni dell’Imperatore Barbarossa, riportando l’unità nella Chiesa dopo diciotto anni di scisma.
NOME: Rolando (o Orlando) Bandinelli
DATA DI NASCITA: verso il 1100
ELEZIONE: 7 settembre 1159
CONSACRAZIONE: 20 settembre 1159
DURATA: 21 anni, 11 mesi, 23 giorni
DATA MORTE: 30 agosto 1181 a Civita Castellana
SEPOLTO: Roma, basilica S. Giovanni Laterano
POSIZIONE CRONOLOGICA: 170
Rolando Bandinelli, di umilissime origini, poi illustre giurista e teologo di fama, docente all’università di Bologna, nasce a Siena verso il 1100.
Eletto cardinale presbitero nel 1151, prezioso collaboratore di papa Adriano IV (1154-1159), nominato cancelliere, partecipa alla Dieta di Besangon nell’ottobre 1157, in qualità di legato pontificio e qui, difendendo la politica papale filo-normanna, si scontra apertamente con l’Iperatore Barbarossa.
Viene prima allontanato dalla Dieta, e poi espulso dalla Germania.
Alla morte di Adriano IV, la maggioranza dei cardinali, il 7 settembre 1159, elegge papa Rolando Bandinelli, che prende il nome di Alessandro III, mentre un piccolo gruppo filoimperiale gli contrappone il cardinale di S. Cecilia Ottaviano de’ Monticelli.
Secondo il cerimoniale, al momento della nomina al neo-papa si impone il manto rosso con le insegne pontificie.
Ma Alessandro III se lo vede strappare letteralmente dalle mani dal cardinal Ottaviano, il quale, per la concitazione, se lo infila sulle spalle al contrario, causando l’ilarità generale. Poi è il caos.
La cerimonia in S. Pietro viene interrotta, Alessandro è cacciato da scalmanati armati, che acclamano papa il cardinal Ottaviano con il nome di Vittore IV, conducendolo in processione al Laterano.
Costretto a lasciare Roma, Alessandro III si rifugia a Ninfa (sud est di Velletri) dove viene consacrato.
Poi si trasferisce a Terracina dove il 27 settembre scomunica l’antipapa Vittore IV.
La doppia elezione da inizio ad uno scisma che durerà 18 anni e che vedrà l’Europa intera divisa in due blocchi contrapposti: le nazioni anti-imperiali sosterranno Alessandro III, quelle filo-imperiali appoggeranno l’anti-papa Vittore IV e i suoi successori. Federico Barbarossa sfrutta a proprio vantaggio l’incresciosa situazione.
Si autoproclama difensore della Chiesa e convoca per il 13 gennaio 1160 un concilio a Pavia. Vittore IV accetta l’invito, mentre Alessandro rifiuta sdegnato, si richiama al principio per cui il papa non può essere giudicato da nessuno e dichiara non valido il concilio.
Scomunica il Barbarossa e conferma la stessa pena canonica contro Vittore IV Dopo un fugace soggiorno a Roma, Alessandro si trasferisce in Francia.
A Tours, il 15 maggio 1163, presiede un grande Concilio alla presenza di due re, Enrico II d’Inghilterra e Luigi VII di Francia, 17 cardinali e 180 tra arcivescovi e vescovi.
Nell’assemblea si rafforza il riconoscimento di Alessandro III quale unico capo supremo della Chiesa.
Nell’autunno del 1165 fa ritorno a Roma, ma il soggiorno sarà breve. Deve fuggire travestito, perché il Barbarossa, dopo la morte di Guglielmo I re dei Normanni, difensori del papa, a cui succede il debole figlio minorenne Guglielmo II, scende in Italia deciso a conquistare Roma. Cosa che gli riesce nell’estate del 1167, sottoponendo la città a otto giorni di inaudite violenze e saccheggi.
Il nuovo antipapa Pasquale III viene “intronizzato” in S. Pietro per incoronare Federico I Imperatore. La “gloria” per l’esercito germanico durerà poco. Una tremenda epidemia di peste fa strage nella truppa, costringendo il Barbarossa al ritiro in Germania. Intanto, nel nord Italia, il 1° dicembre 1167, quindici città lombarde giurano a Pontida la costituzione di una Lega contro qualsiasi tentativo di occupazione, alla realizzazione della quale da un notevole contributo l’intensa attività diplomatica del pontefice. Tanto che gli stessi Comuni, per ringraziarlo, promuovono l’edificazione di una città in suo onore sulla confluenza dei fiumi Tanaro e Bormida, a cui daranno il nome di Alessandria.
La Lega poi, sconfiggendo il Barbarossa nella battaglia di Legnano del 1176, favorirà l’avvicinamento dell’Imperatore verso Alessandro III.
L’accordo tra i due si conclude ufficialmente a Venezia il 1° agosto 1177 con un trattato in cui Federico, oltre a riconoscere Alessandro III legittimo successore di Pietro, rinuncia alla sovranità su Roma e sullo Stato pontificio.
Alessandro può in tal modo riportare l’unità all’interno della Chiesa.
Il pontefice ritorna a Roma il 12 marzo 1178, dopo dieci anni di esilio, accolto dal popolo festante.
L’anno successivo, a marzo, convoca il III Concilio Lateranense, in cui si sancisce l’indipendenza del papato dalle ingiuste intromissioni del potere civile.
Alessandro III interviene anche nel deciso contrasto che si verifica in Inghilterra tra il sovrano Enrico II e l’arcivescovo di Canterbury, Tommaso Beckett, che difende con coraggio la Chiesa dalle ingerenze che il re, in base alla Costituzione di Clarendon del 1164, si sentiva legittimato a mettere in pratica.
Beckett non scende a compromessi. La via dell’esilio diviene la soluzione immediata, che poi si trasformerà nel più tragico martirio, durante la celebrazione della S. Messa nella cattedrale di Canterbury, il 29 dicembre 1170. Alessandro lo proclama santo già tre anni dopo. Re Enrico II si riconosce responsabile del clima persecutorio che ha favorito l’assassinio. Accetta la penitenza espiatoria inflittagli: pubblica fustigazione da parte dei monaci della cattedrale, dopo essersi inginocchiato sulla tomba di Beckett, giurando fedeltà a Roma.
Le tribolazioni seguiranno Alessandro anche al termine del suo travagliato pontificato.
In seguito all’ennesima rivolta del popolo romano, deve trasferirsi, dopo mesi di vagabondaggio, a Civita Castellana, dove muore il 30 agosto 1181. Quando la bara con la salma giunge a Roma per essere seppellita in Laterano, viene presa a sassate. Alessandro è il primo dei papi giuristi del Medioevo.
Con la sua profonda cultura legale riuscì, pur in mezzo a contrasti e controversie, a ridare centralità al ruolo del Papa all’interno della Chiesa.
Fu un uomo di pace coraggioso e modesto, con la tipica intransigenza dell’uomo di legge.
BIBLIOGRAFIA
F. Gligora, B. Catanzaro, Storia dei Papi, vol. Il, Panda edizioni, Padova 1989, pp. 478-487.
Franco Cardini, Il Barbarossa, Mondadori, Milano 1985.
Franco Cardini, La vera storia della Lega Lombarda, Cles 1991.
IL TIMONE N. 18 – ANNO IV – Marzo/Aprile 2002 – pag. 56 – 57