L’origine del mondo. La creazione dell’uomo. Il senso dell’universo… Ascoltando don Fìorenzo Facchini, 72 anni, sacerdote e scienziato, sembra di indagare il mistero che sta – deve stare – all’origine di tutto. Prete e scienziato: per don Facchini non dev’essere una contraddizione, visto che da anni insegna antropologia all’università (laica) di Bologna e nella stessa città dirige il Museo di antropologia. E Darwin, allora? E Galileo? E il Big Bang? E tutte le scoperte scientifiche con le quali hanno preteso di farci credere che – nella “nuova era” della Ragione e del Progresso – avremmo dovuto mettere Dio tra parentesi?
Come si fa a conciliare la fede e la scienza lo chiediamo direttamente a lui.
Don Facchini, dopo molti secoli in cui scienza e teologia andavano di pari passo, anzi gli scienziati erano spesso esponenti del clero, oggi sembra esserci incompatibilità tra le due ,discipline. Giustificata, a suo parere?
“Le radici lontane del conflitto tra fede e ragione si possono riconoscere nell’autonomia della scienza, affermatasi nell’epoca moderna (e sfociata in molti scienziati nell’assolutizzazione della scienza), e in una certa spaccatura tra scienze dello spirito e scienze del corpo, favorita dal meccanicismo cartesiano che vede l’uomo come “macchina pensante”. Nel XIX secolo le difficoltà sono aumentate con l’evoluzionismo di Darwin, che nel pensiero di molti scienziati aveva caratteri materialisti e doveva liquidare ogni idea religiosa. Ma l’incompatibilità tra scienza e fede deriva dal fatto che non si teneva conto delle differenze tra l’approccio scientifico e quello religioso ai fenomeni della vita e dell’uomo. In campo scientifico si ammetteva come unica forma di conoscenza quella sperimentale o basata sull’osservazione empirica: una concezione riduttiva, ispirata chiaramente a un’ideologia. Sul piano religioso invece si cercavano nella Bibbia risposte a domande estranee al messaggio religioso”.
Infatti, dall’illuminismo in qui, è sembrato sempre più impossibile che la Bibbia potesse fornire una spiegazione “scientifica” dei fenomeni della realtà. È davvero così? Che tipo di rapporto esiste tra la Bibbia e la ragione sperimentale moderna?
“Non dobbiamo chiedere alla Bibbia quello che essa non vuole direi, cioè la spiegazione scientifica dei fenomeni. La Sacra Scrittura è un messaggio religioso, presenta la storia della salvezza, riguarda il senso delle cose e della vita. La Bibbia ci insegna come si va in cielo, non che cosa è il cielo dal punto di vista astronomico; non dice quando e come il mondo è stato creato, ma perché esiste”.
Veniamo allo specifico, allora.
La creazione e il Big Bang, la grande esplosione da cui avrebbe avuto origine l’universo: si possono trovare punti di contatto, a suo parere?
“Il Big Bang è una spiegazione scientifica degli inizi dell’universo oggi largamente condivisa. La grande esplosione iniziale fa pensare alla creazione. Ma si tratta di categorie da tenere distinte. Il Big Bang è di ordine scientifico, il concetto di creazione è di ordine filosofico. Se la teoria del Big Bang dovesse essere accantonata da parte degli scienziati, si richiederebbe comunque un atto creativo di Dio per l’esistenza dell’universo”.
Ma esiste un disegno di Dio sulla creazione, oppure la storia dei viventi si è svolta “per caso”?
“La spiegazione data dalla teoria di Darwin dice che tutto si è svolto per eventi casuali, non programmati da nessuno. Non tutti gli scienziati però, nemmeno quelli che sostengono l’evoluzione, sono d’accordo su questo meccanismo come unica spiegazione, specialmente per rendere ragione della crescita della complessità delle specie (per esempio i vertebrati) in tempi relativamente brevi. Potrebbero esserci stati fattori evolutivi che ancora non conosciamo. Se si guarda alla storia dei viventi, si vede che si è sviluppata per aggiustamenti continui, si potrebbe dire per tentativi. Alcune specie si sono affermate e sviluppate, altre sono rimaste ferme o sono scomparse, nella competizione con l’ambiente che non è rimasto sempre lo stesso. Certamente tutto era previsto da Dio, che nei suoi disegni si serve delle leggi e degli eventi della natura. Quello che a noi può apparire casuale doveva essere presente nella mente di Dio e l’idea della presenza di un disegno si accorda con ciò che la Bibbia insegna circa la creazione”.
E che cosa dice, allora, la Bibbia sulle origini dell’universo?
“Tutto ciò che esiste viene da Dio e risponde a un suo progetto. Tutto è opera di Dio che l’ha voluto e lo vuole nell’esistenza, con le proprietà e le leggi che governano l’universo.
Per i suoi disegni, Dio si serve ordinariamente delle leggi della natura e delle cose create”.
E l’uomo? C’è chi afferma che la sua comparsa sulla terra sia un evento fortuito.
“Vi sono anche scienziati che affermano il contrario,.. Ma, al di là delle considerazioni che si possono fare sul piano scientifico, bisogna dire che la comparsa dell’uomo, in quanto dotato di spirito (che non può mai evolversi da un animale e richiede un intervento diretto di Dio), si è avuta quando e dove Dio ha voluto”.
In ogni caso, la ragione della fede pare essere di tipo diverso da quella della scienza: la prima, alla fine, sceglie di sottomettersi al mistero, la seconda invece ha la pretesa di spiegare tutto, quindi pensa di essere più libera e sufficiente a se stessa. O non è così?“La fede ammette il mistero, nel senso di verità che superano le capacità della ragione.
La scienza cerca di spiegare tutto quello che rientra nel suo ambito di conoscenza, anche se al momento non è noto. In questo senso il mistero non appartiene al mondo della scienza; al massimo si può parlare di realtà ancora oscure, non conosciute all’intelligenza umana.
Ma ci sono cose che non si conoscono perché oltrepassano i limiti delle capacità umane, e questo riguarda il mondo della fede. E ci sono cose che non si conoscono perché ancora avvolte nell’oscurità, ma che sono alla portata dell’intelligenza ed è legittimo che la scienza cerchi di spiegarle, perché rientrano nella sua sfera conoscitiva”.