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15.12.2024

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Alphonse Gratry
31 Gennaio 2014

Alphonse Gratry

 

 

 

 

Apologeta entusiasta in un contesto antireligioso, rivendicò la conciliazione tra fede e ragione, indagò l’ooposizione tra amore ed egoismo, il tema della legge morale, del lavoro e del progresso.

 


Mentre il mondo laicista, e tanto mondo religioso, soprattutto protestante, accettava sostanzialmente la separazione astratta fra fede e ragione, padre Gratry costruisce la spiegazione dei dogmi rivelandone la profonda ragionevolezza e quindi la capacità che essi hanno di corrispondere alle autentiche esigenze della ragione. Ovviamente non di una ragione chiusa in se stessa, e quindi aperta alle illusioni ideologiche ed alle patologiche delusioni postideologiche, ma una ragione in cammino verso il Mistero, come luogo della Verità, del Bene, della Giustizia, della Bellezza […]. Padre Gratry apre un dialogo con tutti quelli che desiderano conoscere in modo nuovo e più adeguato i dogmi fondamentali della fede; tale dialogo risente ovviamente del partico lare contesto culturale e sociale in cui avviene: è un contesto di una cultura e di una società che viene pensata senza alcun riferimento religioso e con una profonda avversione nei confronti della tradizione cattolica. Tale dialogo, mentre risulta esplicativo dei contenuti della fede, favorisce un recupero dei fattori fondamentali di un'autentica concezione dell'uomo e tende a divenire anche giudizio esplicito sulla cultura moderna e contemporanea che, mentre rifiuta Dio, tende a minacciare la consistenza stessa, la verità, e quindi la grandezza dell'uomo». Queste considerazioni di Luigi Negri ci offrono il ritratto essenziale di un pensatore cattolico, oggi non molto noto e frequentato, che seppe dare una vivace testimonianza della propria fede in un'epoca e in un ambiente non certo favorevoli alla diffusione del cattolicesimo e per questo capace di presentarsi come un modello valido anche per la cattolicità di questo difficile e sofferto inizio del terzo millennio.
Alphonse Gratry nacque a Lilla il 29 marzo 1805 e nel 1832 venne ordinato sacerdote. Scrittore assai fecondo, a partire dal 1848 pubblicò numerose opere di sicuro rilievo, tra le quali spicca La filosofia del Credo del 1861. Si trovò spesso al centro di varie polemiche e dispute, compresa quella intorno all'infallibilità pontificia, che egli riconobbe soltanto dopo la pubblicazione del decreto del Concilio Vaticano I. Morì a Montreux il 7 febbraio 1872, lasciando una vasta produzione che verrà, in parte, riordinata da alcuni suoi discepoli.
AI centro della filosofia di Gratry stanno Dio e l'uomo o, per meglio dire, l'uomo che tende a Dio che è, al tempo stesso, la verità e il bene. Nel cammino verso Dio, l'uomo si serve anche della ragione, la quale gli offre la prima e fondamentale certezza, che è proprio quella dell'esistenza di Dio, provata razionalmente con una certezza che, secondo Gratry, non ha niente da invidiare alle dimostrazioni matematiche. Soltanto l'opposizione della volontà non permette a tutti gli. uomini di accettare questa lampante verità: l'uomo resta infatti libero di rifiutare Dio, il quale, per Gratry come per Pascal, si nasconde, quasi per invitare l'umanità a cercarlo e per lasciare sempre a ciascuno un'ultima prova di appello. Gratry è fiducioso nell'esito positivo dell'umana ricerca di Dio, ma sa anche che il peccato ha una notevole forza distruttiva: tuttavia, se l'uomo vuole davvero incontrare Dio, tale incontro avverrà; a questo fine, di grande importanza è una retta condotta morale.
La vita etica dell'uomo mette in gioco il suo rapporto con le cose del mondo, con la società e con la storia. L'uomo – afferma Gratry – non deve idolatrare il mondo, né disprezzarlo, ma deve operare affinché in esso trionfi la volontà di Dio. Nell'uomo vi è inoltre una naturale tendenza ad associarsi agli altri: si tratta di una forma di amore che richiede 'comunque di essere assecondata in modo non sentimentalistico, ma seguendo una rigorosa condotta di vita e applicando la giustizia. Il grande male è l'egoismo, nel quale Gratry ravvisa il più grave ostacolo sul cammino del miglioramento del mondo. La legge morale, che è, nel medesimo tempo, amore, giustizia e diritto, impone all'uomo di collaborare con Dio per portare a compimento il disegno di salvezza: tale collaborazione si realizza soprattutto con il lavoro, che non appare più come una maledizione, ma come un'opportunità data all'uomo per cooperare al progetto divino. Questa cooperazione fa davvero progredire il mondo: l'autentico proGresso, infatti, non è quello delle scienze o quello del puro e semplice benessere materiale, ma consiste nell'affermarsi della giustizia divina, della charitas, la quale implica innanzitutto elevazione morale e religiosa, pur includendo anche il miglioramento delle condizioni sociali e materiali. Si tratta di un progresso di difficile realizzazione, eppure di straordinaria importanza: esso – sostiene a più riprese Gratry – può condurre alla realizzazione della città ideale, retta dalla legge divina che è legge d'amore, una città dalla quale tuttavia non scompare la morte, a testimonianza della necessità di una salvezza oltremondana.
Alphonse Gratry fu un apologeta entusiasta, che molti apprezzarono e molti contestarono: spesso gli fa difetto il rigore dell'argomentazione, ma notevoli sono i suoi meriti anche in campo filosoficoteologico.
In particolare, è bene ricordare la sua rivalutazione dell'uomo, còlto nella globalità di anima e corpo, e la valorizzazione della ragione umana, cosa che per alcuni fa di lui un precursore del neotomismo: di certo egli si confrontò con molte dottrine senza tuttavia mai aderire a una in particolare, rimanendo fedele a un umanesimo che, come afferma Monsignor Luigi Giussani, «sapeva offrire la sua testimonianza di pienezza cattolica in un confronto, serrato ed insieme rispettoso, con la cultura razionalistica ed illuministica che di fatto aveva egemonizzato l'Occidente'».

 

 

 

BIBLIOGRAFIA


A. GRATRY, La filosofia del credo, Cantagalli 2002.
A. GRATRY, Diario della mia vita, Vita e Pensiero 1966.
A. MAJO, Il pensiero filosofico religioso di A. Gratry, in «La Scuola Cattolica», luglio-agosto 1964, pp. 311-342.

 

 

 

 

IL TIMONE  N. 37 – ANNO VI – Novembre 2004 – pag. 30 – 31

 

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