Regia: Frank Capra
Con Glenn Ford, Bette Davis.
1961 – 136’ minuti – Colori
Spesso in campo cinematografico ci si pone una domanda la cui risposta non è semplice e neppure scontata: i film devono avere il lieto fine? (ovviamente stiamo generalizzando). Le conclusioni positive sono una fuga dalla realtà oppure sono il volontario anelito alla speranza? (se poi qualcuno volesse mettere la esse maiuscola a speranza, è liberissimo di farlo). Fermo restando che nelle pellicole moderne ci sarebbe molto da discutere sui vari lieti fini che vengono proposti, possiamo però senza dubbio definire Frank Capra il maestro dell'happy end. Capra andava a cercare il "buono" che c'é in ognuno di noi e faceva terminare con una positività, che non era frutto della causalità, ma piuttosto di un disegno della Provvidenza della quale ogni essere umano si ritrovava protagonista. Così è per il suo ultimo film "Angeli con la pistola" dove i semi-cattivi diventano buoni, i buoni rimangono tali e gli indifferenti si riscattano compiendo gesti d'altruismo, Purtroppo Capra criticò questa pellicola, imputando ad una sua malattia la mancanza del totale controllo sul film che fu così "maneggiato" dagli stessi attori. Devo dire che a parte qualche minuto di troppo, la pellicola rappresenta molto dello spirito del regista italo-americano dove, con il pretesto della fortuna, si racconta invece come sia insito in qualsiasi individuo l'aiuto verso il prossimo. Da vedere perché divertente. Da vedere perché è un meraviglioso esempio di commedia anni '60. Da vedere perché ognuno di noi ha la possibilità, in un modo o nell'altro, di aiutare qualcuno.
IL TIMONE – N.60 – ANNO IX – Febbraio 2007 pag. 63