Gli studi sulla Santa Sindone procedono. E confermano che quella straordinaria reliquia risale al primo secolo. Ragionevole pensare che si tratti proprio del lenzuolo che ha avvolto il Corpo di Cristo deposto dalla croce
L’annuncio di una nuova Ostensione della Sindone è sempre motivo di grande gioia per i devoti di questa preziosa Reliquia: sarà possibile rivederla l’anno prossimo, dal 19 aprile al 24 giugno 2015.
Sono già passati quattro anni dall’ultima Ostensione pubblica, che si è tenuta dal 10 aprile al 23 maggio del 2010 e ha richiamato a Torino oltre due milioni e mezzo di pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. L’anno scorso, inoltre, c’è stata un’Ostensione televisiva in mondovisione il Sabato Santo, 30 marzo 2013.
L’interesse per la Sindone non è diminuito dopo l’infelice datazione radiocarbonica del 1988 – successivamente smentita da ulteriori studi – che ne collocava la fabbricazione nel medioevo, tra il 1260 e il 1390 d. C.; anzi gli scienziati hanno intensificato i loro sforzi per spiegare l’origine della misteriosa immagine presente sul Lino. Ancora oggi, però, rimane un mistero come il cadavere che fu avvolto nel telo vi abbia potuto imprimere la sua sembianza in negativo. L’unica spiegazione possibile sarebbe ammettere che quel corpo abbia sprigionato una radiazione luminosa; ma questo ovviamente travalica i confini della Scienza.
Le indagini, comunque, continuano e negli ultimi anni si sono avuti risultati molto interessanti. Un nuovo studio dei pollini presenti sulla Sindone è stato condotto dalla Dott.ssa Marzia Boi, palinologa, ricercatrice all’Università delle Isole Baleari. Analizzando la lista dei pollini trovati sulla Sindone dal palino- Sindone nuove scoperte Gli studi sulla Santa Sindone procedono. E confermano che quella straordinaria reliquia risale al primo secolo. Ragionevole pensare che si tratti proprio del lenzuolo che ha avvolto il Corpo di Cristo deposto dalla croce logo svizzero Max Frei negli anni ’70 e osservando le fotografie da lui pubblicate, la Boi ha notato la presenza delle piante più usate per realizzare costosi balsami, che venivano impiegati negli antichi riti funerari del Medio Oriente. Scrive la Boi: «I pollini riconosciuti nella Sindone di Torino possono ben chiarire il rituale funebre applicato al corpo avvolto, come testimoni e descrittori dell’ambiente e delle pratiche proprie di quel tempo. Considerando che parte del corpo e il telo funebre sono stati trattati con oli e unguenti, secondo il rituale e la preparazione degli ebrei di 2000 anni fa, è possibile che questi prodotti grassi abbiano consentito che i pollini, come tracce invisibili, persistessero e rimanessero attaccati al tessuto fino a oggi».
I pollini più abbondanti sulla Sindone sono quelli di Helichrysum spp., Cistus spp. e Cistaceae, Ferula spp. e Pistacia spp. Questo indica che la Sindone fu trattata con olio di Helichrysum, resine di laudano (Cistus), olio di Cistaceae, olio di lentisco (Pistacia spp.), terebinto e galbano aromatico (Ferula spp.), o che è stata in contatto con essi in un momento del rituale funebre. «Possiamo affermare – conclude la Boi – che il tessuto e, verosimilmente, il corpo avvolto, sono stati trattati con l’onore di un re. Il polline rivela anche l’unzione di parti del corpo e della Sindone con l’olio di Helichrysum, che è simbolo di immortalità, oltre che conservante del tessuto e del corpo».
Altri elementi favorevoli all’autenticità della Sindone sono emersi dalle ricerche condotte dall’Ing. Giulio Fanti, professore associato di Misure Meccaniche e Termiche presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova: tre nuove analisi datano la Sindone all’epoca di Cristo.
Alcune fibre della Reliquia sono state sottoposte a due datazioni chimiche, basate sulla spettroscopia vibrazionale. «L’idea di base – spiega Fanti – è che il tempo degradi i polimeri delle fibre, modificandone la struttura chimica, cosicché le concentrazioni di certi gruppi di atomi, tipici della cellulosa, risultano variare con l’invecchiamento del campione, gruppi che la spettroscopia vibrazionale riesce a riconoscere e a contare».
«Dopo la correzione – prosegue Fan- Dott.ssa Marzia Boi. La teca che custodisce la Sindone nel Duomo di Torino. IL TIMONE – Maggio 2014 51 ti – di un effetto sistematico di 452 anni, dovuto all’incendio di Chambéry, la datazione della Sindone tramite analisi spettroscopica vibrazionale FT-IR (dall’inglese Trasformata di Fourier all’InfraRosso) è risultata del 300 a.C. ±400 anni al livello di confidenza del 95%. L’analisi vibrazionale Raman ha fornito come datazione della Reliquia il valore di 200 a.C. ±500 anni, sempre al livello di confidenza del 95%. Entrambe le datazioni vibrazionali risultano compatibili con la data del I secolo d.C. in cui visse Gesù di Nazareth in Palestina».
Il terzo metodo di datazione è meccanico, frutto del lavoro svolto dall’Ing. Pierandrea Malfi per il conseguimento della laurea magistrale in Ingegneria Meccanica, sotto la supervisione di Fanti. Per condurre le prove sperimentali meccaniche sulle fibre di lino, è stata appositamente progettata e costruita una macchina di trazione per fibre tessili vegetali. «L’idea di base – chiarisce Fanti – è in questo caso che la degradazione delle catene polimeriche delle fibre promossa dal tempo, andando a spezzarle e a mutare l’ordine con cui esse si dispongono reciprocamente nello spazio, sia in grado di modificarne le proprietà meccaniche al punto tale da sfruttare la proprietà a fini di datazione. In effetti, è risultato che cinque proprietà meccaniche variano in modo biunivoco con il tempo. La datazione meccanica multiparametrica ottenuta su questi cinque parametri significativi, combinati tra loro, ha portato a un’età della Reliquia del 400 d.C. ±400 anni al livello di confidenza del 95%».
«La media dei valori risultanti dalle due datazioni chimiche e da quella meccanica – conclude Fanti – fornisce la data più probabile della Sindone del 33 a.C. ±250 anni al livello di confidenza del 95%». In un campo completamente diverso, quello dell’analisi della somiglianza del volto sindonico con il volto di Cristo raffigurato sulle monete bizantine, l’Ing. Fanti ha fornito un nuovo contributo valutando, oltre agli elementi già noti (tumefazioni, asimmetrie, ecc.), il rapporto naso-occhi. «Il rapporto tra la lunghezza del naso e la distanza degli occhi dell’Uomo della Sindone – sottolinea Fanti – è 1,28 (±0,05) ed è compatibile con quello delle monete bizantine di Giustiniano II del primo periodo, pari a 1,24 (±0,05), nonché con le successive monete di Michele III, uguale a 1,30 (±0,05)».
I risultati delle nuove ricerche scientifiche, dunque, avvalorano ancora di più l’autenticità della Sindone; perciò, in attesa di venerarla ancora una volta nella nuova Ostensione, possiamo ripetere con maggiore forza le parole della secolare preghiera tradizionale, oggi ricamata sul drappo che avvolge la teca della Sindone: «Tuam Sindonem veneramur, Domine, et Tuam recolimus Passionem» (“veneriamo la Tua Sindone, o Signore, e meditiamo sulla Tua passione”).
L’AMORE più grande
«L’Amore più grande», motto dell’ostensione della Sindone 2015, si richiama direttamente alle parole di Gesù: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13).
Commenta mons. Nosiglia: «L’amore più grande è quello di Dio per gli uomini; ed è lo stesso di Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, che accetta la morte in croce per la salvezza di tutti, in ogni tempo e in ogni situazione della storia. L’immagine della Sindone ci riporta intera questa testimonianza di sofferenza e di morte di un Crocifisso. Il Volto e il corpo martoriato dell’Uomo dei Dolori sono, anche nel silenzio del lenzuolo funebre, un segno di quell’amore che non finisce con la morte. Il pellegrinaggio alla Sindone si propone come un cammino alla riscoperta di se stessi, delle motivazioni profonde del vivere. L’immagine della sofferenza e della morte di Gesù che la Sindone testimonia è un richiamo forte alla vita, a “uscire dalla morte” per incontrare i fratelli».
Il motto indicherà lo stile e le tematiche con cui si caratterizza il pellegrinaggio alla Sindone, dal 19 aprile al 24 giugno 2015: la scoperta del “prossimo”, l’occasione di donare e ricevere amicizia, incontro autentico fra persone vive. L’ostensione offrirà grandi opportunità di incontro: con Papa Francesco come con le tante persone presenti alle celebrazioni del Giubileo Salesiano per il secondo centenario dalla nascita di don Bosco. Proposte specifiche per i giovani e gli ammalati saranno presentate lungo il 2014 in vista dell’ostensione. (Fonte: www.sindone.org )
Per saperne di più…
Marzia Boi, El significado etnocultural del empleo de plantas en rituales funerarios y sus posibles implicaciones en el caso de los pólenes de la Sábana Santa de Turín – Atti del I Congresso Internazionale sulla Sindone tenuto a Valencia, Spagna, 28-30 aprile 2012, www.shroud.com/pdfs/boivspan.pdf
Giulio Fanti – Saverio Gaeta, Il mistero della Sindone, Rizzoli 2013 Giulio Fanti – Pierandrea Malfi, Sindone: primo secolo dopo Cristo!, Edizioni Segno, 2014.
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