Lo scorso anno negli Stati Uniti sono usciti diversi libri, alcuni dei quali divenuti bestseller, che prendono spunto dal terrorismo islamico per liquidare la religione, tutte le religioni, come fonte di fanatismo, intolleranza e, dunque, di conflitti e morte. Sono, ovviamente, in vario modo argomentati, ma l’elenco delle pezze d’appoggio storiche è sempre lo stesso: il Medioriente, i Balcani, l’Irlanda e, su su, le guerre di religione tra cattolici e protestanti, l’Inquisizione, le Crociate. Il lettore non tarderà ad accorgersi che si tratta dei soliti luoghi comuni a cui si appiglia la stantia polemica laicista. Quella che le religioni siano cagione di contrasti anche sanguinosi è una vecchia tesi massonica, che vede nel laicismo relativista l’unica divinità da adorare se si vuol vivere in pace tra noi e con tutti. Quanto questa divinità sia pacifica, però, lo si scorge provando a discutere con uno dei suoi fedeli. Ma torniamo agli Stati Uniti, perché qui c’è uno che, stufo delle fesserie che gli tocca leggere, ha deciso di rintuzzarle una per una. Si tratta di Dinesh D’Souza, pensatore di origine indiana che fu analista politico nell’amministrazione Reagan ed oggi è membro della Hoover Institution di Stanford. Negli Stati Uniti è considerato uno dei più autorevoli intellettuali conservatori. Ebbene, in gennaio è uscito un suo libro, il cui titolo tradotto suona: Il nemico in casa. La sinistra culturale e la sua responsabilità per l’Undici settembre. Lo stesso D’Souza ne ha dato notizia con un articolo apparso sulla ri-vista «The Christian Science Monitor» e ripreso da Marco Mura sull’italiano «Indipendente» del 18 dicembre 2006. L’autore punta il dito contro quella petulante critica laicista che «ingigantisce i crimini attribuiti alla religione mentre ignora quelli, più numerosi, del fanatismo laico». E la mente corre subito ai «tagliatori di teste» giacobini, che nei pochi mesi del Terrore fecero più morti ammazzati di tre secoli di Inquisizione spagnola (la più dura). Anche D’Souza si accorge che, ancora nel Terzo Millennio, i laicisti continuano a scagliarsi «contro i misfatti perpetrati dagli inquisitori più di cinquecento anni fa». In America pure ci fu la caccia alle streghe e «l’evento ossessiona ancora l’immaginazione progressista». I puritani di Salem nel XVII secolo giustiziarono una ventina di presunte streghe, celebrate con un famoso dramma da Arthur Miller e almeno cinque film. Nell’Europa protestante la stregomania provocò nel Cinque-Seicento migliaia di vittime. Commenta D’Souza: «Numeri tragici, naturalmente. Ma minuscoli confrontati con il computo delle vittime prodotte dall’ateismo del ventesimo secolo. In nome della creazione della loro utopia libera dalla religione Hitler, Stalin e Mao furono responsabili di un genocidio che nessun inquisitore avrebbe potuto eguagliare. Questi tiranni atei hanno assassinato più di cento milioni di persone». Come si vede, la stima di D’Souza è molto prudente, perché secondo altri storici i milioni furono ben più di cento. Sia come sia, dovrebbe bastare la semplice apertura di un manuale di storia per convenire che «tutte le religioni del mondo messe insieme non sono riuscite, in duemila anni, a uccidere tante persone quanto quelle ammazzate in nome dell’ateismo nei soli decenni scorsi». D’Souza parla di «duemila anni», che è l’età del cristianesimo, non a caso, perché è proprio col cristianesimo che i laicisti ce l’hanno. Non pochi tra loro sono docenti in prestigiose università, eppure sembrano fare scarso uso del loro sapere quando spacciano per «guerre di religione» conflitti che non lo erano affatto. Dice D’Souza: «Le guerre tra Inghilterra e Francia possono definirsi religiose perché gli uni erano protestanti e gli altri cattolici?». Nei Balcani le ragioni del contendere erano etniche, non religiose. L’attuale conflitto israelo-pale-stinese anche privato dei suoi proclami teologici resterebbe quel che è, una questione di autodeterminazione e rivendicazione territoriale. Ma l’ossessione laicista in certi autori si spinge addirittura a vedere nell’antisemitismo nazista un retaggio della cristianità medievale e nell’Olocausto il culmine di duemila anni di invettive contro gli ebrei. E, a furia di sentir ripetere questi mantra, anche qualche cattolico ha finito col crederci. Per esempio, nel novembre 2004 sulla rivista Ventunesimo secolo l’ex presidente Cossiga qualificò Isabella la Cattolica (la regina spagnola che finanziò Colombo) come antesignana di Auschwitz, deplorando che sia in atto un suo processo di beatificazione. Commento lapidario di D’Souza: «Sciocchezze». In effetti, occorrerebbe «spiegare perché, se il nazismo discende in linea diretta dalla cristianità medievale, questa non produsse un suo Hitler. Come può un’ideologia proclamatasi atea, portata avanti come ripudio del cristianesimo, esse-re il “culmine” di duemila anni di cristianesimo?». Aggiungiamo noi: apparteneva alla cristianità medievale Lutero, che odiava gli ebrei? Lutero, semmai, la cristianità medievale la infranse. Possono definirsi «cristiani» gli antisemiti Voltaire e Marx, che il cristianesimo, anzi, volevano cancellare? Quelli che D’Souza chiama i «crimini dell’ateismo» sono frutto di «un’ideologia arrogante che vede nell’uomo e non in Dio il creatore dei valori. Usando la scienza e la tecnologia l’uomo cerca di subentrare a Dio e creare sulla terra l’utopia secolare. Naturalmente, se alcuni – gli ebrei, i proprietari terrieri, i malati o gli handicappati – devono essere eliminati per realizzarla, questo è un prezzo che i tiranni atei e i loro apologeti hanno mostrato di essere decisamente propensi a pagare».
È vero, talvolta «la religione induce al furore e all’assolutismo ma offre anche un codice morale che condanna il massacro di innocenti». Quella cristiana, almeno. Infatti, «l’insegnamento morale di Gesù non offre alcun supporto alle ingiustizie storicamente perpetrate in nome della cristianità». Anzi, proprio quell’insegnamento condanna ogni ingiustizia. «L’ateismo, non la religione, è la vera forza dietro le carneficine della storia».
IL TIMONE – N.64 – ANNO IX – Giugno 2007 pag. 20-21