SI VUOLE COLPIRE LA FAMIGLIA
Più volte abbiamo ricordato in questo spazio l’esistenza di una guerra dichiarata agli albori dell’umanità. A seguito del peccato originale, piacque al Padre Eterno imporre al creato uno stato di belligeranza permanente, che vede contrapporsi l’esercito della Donna, Maria ma anche la Chiesa, e quello del serpente, del demonio. Coinvolti nel con?itto anche i loro discendenti, dunque Gesù Cristo, i battezzati e gli uomini di buona volontà da una parte e i servitori di satana dall’altra. La guerra durerà ?no alla ?ne dei tempi e l’esito è stato stabilito, inesorabilmente, con la vittoria della Donna e della sua stirpe. Mentre stendo queste note, il con?itto assume i toni di uno straordinario attacco alla famiglia. Naturalmente, non v’è bisogno di quali?care come “tradizionale” quella che nasce dal matrimonio di un uomo con una donna ed è aperta alla vita, perché non esistono famiglie alternative a questa. Ora, il serpente e quanti lo servono, la più parte dei quali possiamo pensare ingenuamente all’oscuro del substrato belligerante suddetto, mirano al raggiungimento di un nuovo obiettivo. Vogliono che siano riconosciuti giuridicamente alle coppie di fatto e a quelle omosessuali gli stessi diritti spettanti alla famiglia. Non lasciamoci ingannare. Solo gli ingenui credono che al centro di tali rivendicazioni vi sia la preoccupazione di non discriminare nessuno. In realtà, lo scopo vero è quello di sradicare dalla società la famiglia, nucleo composto da un maschio e una femmina uniti in matrimonio, come l’ha pensata Dio. Certo, i nemici dell’Altissimo si guardano bene dal dichiararlo apertamente. Conviene loro far passare l’idea che essi operino per il bene di quanti preferiscono convivere piuttosto che sposarsi. In realtà, demoliscono ciò che Dio ha istituito, trascinando la nostra società nel baratro della disobbedienza alla volontà divina, foriera per l’uomo di disperazione e solitudine. È una guerra, cari lettori del Timone. Prendiamone atto ancora una volta, incoraggiandoci a perseverare nella fedeltà all’esercito della Donna, con calma e fortezza. Ciò che non ci è consentito, nel partecipare a tale con?itto, è l’odio. Chi vive in una prospettiva lontana dalla fede cattolica non può capire come sia possibile, e doveroso, amare anche il nemico. Tuttavia, per questo amore noi dobbiamo impedire con ogni mezzo lecito che le sue proposte vengano realizzate, offendendo Dio e danneggiando l’uomo. Dio sopporta pazientemente il nostro peccato e il loro. Egli non si spaventa per l’accanimento con il quale tanti uomini, anche quelli autoproclamatisi “cattolici adulti”, si battono per l’approvazione di leggi contrarie alla sua volontà. E permette che la zizzania cresca insieme al grano. Che la verità evangelica di un premio del paradiso per i buoni e di un castigo dell’inferno per i malvagi sia quasi del tutto scomparsa dalla predicazione di tanti pastori della Chiesa, al punto che i non credenti rimangono privi di avvertimenti e molti credenti non ne tengono più conto, non è una buona scusa per non parlarne. Ci sarà un giudizio, cari cattolici, adulti e non, e anche cari non credenti. In quel tribunale, il Giudice non avrà bisogno di testimoni e prove per conoscere la verità. Sarà bene preoccuparsene. Per questa vita, certamente, ma soprattutto per la futura, quella eterna.
IL TIMONE – N. 46 – ANNO VII – Settembre/Ottobre 2005 – pag. 3