E uscito l’ultimo libro di padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria. Contiene in briciole le verità cristiane. Alcune dimenticate. Da non perdere.
Sei cristiano e sei cattolico. Porta su di te una croce e tieni in tasca una corona del rosario. Non nascondere i segni esterni della tua fede. Non eclissarti nel gregge del ‘pensiero unico’. Non avere paura di mostrarti credente. Al contrario, pensa e agisci in modo tale che il mondo si accorga della tua identità”. Un monito che a un cattolico dovrebbe sembrare ovvio, persino banale e che invece alle nostre orecchie di uomini del III millennio suona provocatorio. È questo uno degli inviti che compaiono nel primo capitolo di Cristianesimo controcorrente. Pensieri sul destino dell’uomo, di Padre Livio Fanzaga, recentemente edito dalla San Paolo.
Il titolo è un programma, è il riassunto di tutta l’opera: infatti il libro vuoi essere un richiamo ai cattolici di oggi a vivere la propria appartenenza a Cristo e alla Chiesa cattolica apostolica e romana senza lasciarsi trascinare dalle mode dell’appena defunto XX secolo. Pagina per pagina l’autore smaschera le posizioni oggi tanto diffuse di relativismo, permissivismo, lassismo, ignoranza religiosa sostituendo pensieri, moniti, riflessioni che sono piccoli compendi di dottrina cattolica.
Soprattutto un aspetto è esecrato: il qualunquismo religioso largamente praticato da larga parte dei fedeli. L’ultima parte del XX secolo non è stata atea o miscredente, anzi il senso religioso dell’esistenza e la ricerca di risposte religiose ai propri problemi quotidiani sono vertiginosamente aumentati, solo che la maggior parte delle persone ama una fede “su misura”. Molti “prendono dal cristianesimo ciò che piace e tralasciano ciò che dispiace. I comandamenti vengono potati, le verità della dottrina selezionate a propria discrezione. Spigolano qua e là nel grande campo di Dio, ma non disdegnano di raccogliere qualcosa anche nel terreno altrui. Alla fine il menù è servito ma la fede è morta” (pensiero n.34, pag.17). Non sempre questo fenomeno è consapevole, anzi molto spesso è dovuto a una grande mancanza di conoscenza della dottrina cattolica. E così Padre Livio, con tono dolce ma deciso, talvolta addirittura pungente e incalzante, ripropone una serie di veloci riflessioni sul senso della nostra fede.
Sembrano quasi pensieri sparsi, ma tali non sono perché il testo ripropone con sapiente misura i principi fondamentali della fede: da Dio (39-58) a Gesù Cristo (188-210), dall’anima (59-80) e la libertà (136-164) al male e alla salvezza (264-288). Si trovano poi i novissimi con i capitoli dedicati alla morte (pensieri n. 400-428), al giudizio (429-453) e all’eternità (454-479). Il punto d’inizio è però una riflessione sulla ricerca della propria identità e sulla necessità di vivere in un contesto religioso avendo qualcosa in cui credere. Non trascurabili poi gli spunti sulla forza del cristianesimo rispetto ad altre religioni in quanto il primo non ha come punto di riferimento solo parole scritte sulla carta ma Gesù Cristo. È da Lui che nascono la vita (pensieri n. 81-105), la verità (106-135), la gioia (343-372) ma anche la croce (316-342) e l’amore (373-399); e Maria ha saputo vivere tutto questo in pienezza (480-503). L’autore ha saputo ridisegnare un ideale corso di catechesi con uno stile leggero e brillante, trasformando un testo di dottrina in un comodo libro di riflessione personale, facile da leggere e da tenere sul comodino o nella borsa da viaggio per ritrovare motivazioni perdute o per rafforzare convinzioni indebolite dal troppo frastuono della vita quotidiana.
IL TIMONE N. 14 – ANNO III – Luglio/Agosto 2001 – pag. 11