Caino e Abele furono i primi figli di Adamo ed Eva. È scritto nella Bibbia che “dopo un certo tempo Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore e anche Abele offrì il primogenito del suo gregge… Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta”. Non è detto in qual modo il Signore manifestò loro di gradire o non gradire quei sacrifici. Caino si rattristò molto per quel rifiuto di Dio che proprio in tal modo dimostrava di amarlo. Certo la condotta di Caino era riprovevole se il Signore colse quell'occasione per indurlo a ravvedersi.
Infatti gli parla: “Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è la sua bramosia, ma tu dominalo”. Ed era lo stesso che dire: non posso gradire i tuoi doni, se tu compi azioni malvagie. Caino non si commuove per le parole del Signore, anzi si ostina nel male e decide di annientare colui che è amato da Dio proprio per la sua rettitudine. E “Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise”. Così, il primo delitto dell'umanità nasce dall'invidia che ha le sue radici nell'orgoglio: essa è una forza furibonda che acceca la mente e genera morte. Dio parla ancora a Caino: “Dov'è Abele, tuo fratello?… Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo… Ora sii maledetto”. E Caino, che aveva risposto al Signore con arroganza: “Sono forse il guardiano di mio fratello?”, ora sembra accasciarsi nella consapevolezza della gravita del suo peccato: “Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono!… Chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”.
No, questa non è la volontà del Signore. Caino vivrà ancora a lungo e non ci è detto quanto abbia dovuto faticare e soffrire per vivere, come non ci è detto quale fosse il segno che Dio pose su di lui perché non fosse ucciso. Le notizie che ci vengono date di lui e dei suoi discendenti dimostrano che Adamo ed Eva avevano avuto, dopo Caino e Abele, altri figli e figlie che si erano sposati fra loro. Ciò non deve scandalizzare perché i matrimoni fra consanguinei furono proibiti dal Signore solo al tempo di Mosè (cfr. Lv 18). Dio concesse ad Adamo un figlio, Set, al posto di Abele e ancora altri figli e figlie.
Alcuni ritengono leggendaria questa storia, ma Gesù stesso parla di Abele quando dichiara ai farisei che sarebbe ricaduto sulla loro generazione “tutto il sangue innocente versato sopra la terra dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria…” (Mt 27,34), ucciso nel Tempio, citando il primo e l'ultimo delitto della storia biblica che finisce proprio col secondo libro delle Cronache.
Anche Paolo scrive: “Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad esso fu dichiarato giusto, attestando, Dio stesso, di gradire i suoi doni” (Eb 11,4). Così Giovanni esorta i cristiani all'amore vicendevole: “non (fate) come Caino che era dal maligno e uccise il suo fratello… perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste” (1 Gv 3, 11-12).
La colpa di Caino si è ripetuta a dismisura sopra la terra, ma sull'umanità, redenta dal Sangue di Cristo, risplende ormai la luce della vita eterna con Dio.
IL TIMONE N. 11 – ANNO III – Gennaio/Febbraio 2001 – pag. 58