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12.12.2024

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Callisto II
31 Gennaio 2014

Callisto II

 


Con lui, grazie anche alla firma del Concordato di Worms, giunge a compimento la Riforma di Papa Gregorio VII. Per donare alla Chiesa piena indipendenza

 

Nome:

Guido
Data nascita:

intorno alla metà dell’XI secolo

Elezione: 2 febbraio 1119
Incoronazione: 9 febbraio 1119
Durata: 5 anni, 10 mesi, 11 giorni
Data morte: 13 dicembre 1124
Sepolto: 
Basilica di San Giovanni in Laterano
Posizione cronologica: 162

 

 

 

Il papato di Callisto II è legato indissolubilmente ad uno dei più importanti concordati stipulati dalla Chiesa con il potere secolare: il Concordato di Worms del 23 settembre 1122, grazie al quale termina la lotta per le investiture tra Impero e Chiesa, che ha visto spesso i papi avere la peggio: Pasquale II (1099-1118) viene imprigionato e con la forza gli viene estorto l’assenso per la concessione all’imperatore Enrico V (1106- 1125) del cosiddetto privilegium (la consacrazione dei vescovi da parte dell’imperatore con l’anello e il pastorale), mentre Gelasio II (1118-1119) è costretto a fuggire in Francia trovando la morte a Cluny.
Il Concordato permette innanzitutto di gettare le basi, anche dal punto di vista materiale, per un proficuo periodo di pace e collaborazione tra Chiesa e Impero e avvia la trasformazione della società medievale nell’età della Christianitas vera e propria, grazie alla fine della sudditanza della Santa Sede rispetto all’autorità secolare. D’ora in poi non sarà più l’imperatore, che dai tempi di Costantino si considera il vero rappresentante in terra di Dio dal quale riceve direttamente il potere temporale delegando quello spirituale al Papa, a convocare i concili e a intervenire nella nomina di papi e patriarchi. Il Trattato di Worms sancisce la prevalenza del potere spirituale sul temporale sulla scia della concezione di Gregorio VII (1073-1085). Inizia così una fase storica che arriverà all’apice con i pontificati di Innocenzo III e Bonifacio VIII. L’indipendenza della Chiesa è acquisita e il Papa è un’autorità universalmente riconosciuta cui fare riferimento in luogo dei sovrani temporali per la difesa e il sostentamento dei vescovi.
Abbiamo vaghe notizie sulle origini di papa Callisto. Guido è il suo nome di battesimo e nasce intorno alla metà dell’XI secolo nella nobile famiglia dei conti di Borgogna, figlio di Guglielmo detto il Grande. La casata è imparentata con le nobiltà europee e con le tre case regnanti di Germania, Inghilterra e Francia.
Studia presso un convento benedettino e nel 1088, grazie anche alle relazioni della famiglia con i vertici della nobiltà europea, diventa arcivescovo di Vienne (l’attuale Lione). Assume un ruolo di guida nel concilio della stessa Vienne del 1112 come legato papale di Pasquale II. Non transige nel condannare come eretiche le investiture da parte di un laico in quanto atto tipicamente sacramentale e conferma coraggiosamente la scomunica dell’imperatore Enrico V, disconoscendo il privilegio accordatogli da Pasquale II. Nella linea di Gregorio VII, condanna tutte le posizioni pauperistiche della Chiesa e afferma che le nomine dei vescovi-conti spettano al Papa.
Il 2 febbraio 1119, Guido è eletto Sommo Pontefice all’unanimità a Cluny (è la prima volta che un Papa è nominato in una sede fuori Roma). Il successivo 9 febbraio è incoronato senza attendere il tradizionale beneplacito del clero e del popolo romano che arriverà solo in un secondo momento. Grande intelligenza, spiccata personalità da condottiero e fiuto politico, Callisto II porta a compimento la Riforma gregoriana, ridando prestigio e autorità alla Chiesa.
Dopo l’elezione, si trattiene in Francia più di un anno per definire al meglio i rapporti con l’Imperatore in previsione della convocazione di un Concilio, principale preoccupazione del suo pontificato. A Strasburgo, l’abate di Cluny Ponzio e il teologo Guglielmo di Champeaux convincono l’imperatore Enrico V del fatto che la rinuncia alle investiture non gli avrebbe fatto perdere la fedeltà del clero. Enrico accoglie le indicazioni, consapevole della necessità di porre termine al conflitto con la Chiesa. Callisto, saputo delle intenzioni accomodanti di Enrico, interrompe il Concilio di Reims, convocato proprio per affrontare la questione delle investiture, per incontrarlo, ma non senza aver preso le dovute precauzioni nel ricordo di quanto successo ai suoi predecessori e, soprattutto, dopo aver preso possesso del suo trono.
Insieme ad altri cardinali il 13 giugno del 1120 giunge a Roma. Spodesta l’antipapa Gregorio VIII che nel frattempo ha occupato illegalmente la cattedra petrina. Il popolo romano accoglie trionfalmente Callisto e si accanisce con ingiurie al limite del linciaggio contro l’antipapa costringendolo a riparare a Sutri, dove però è stanato da alcuni cardinali che lo riportano a Roma; dopo gravi umiliazioni pubbliche, viene rinchiuso in un monastero.
Ormai capo effettivo e regnante della Chiesa, Callisto riprende le trattative con Enrico V da una posizione più forte e autorevole, riuscendo a ottenere il tanto sospirato Concordato che si stipula nella città di Worms il 23 settembre 1122, dopo un lungo e tortuoso percorso, segnato da ripensamenti e continui dietrofront da entrambe le parti.
L’accordo è composto da due documenti per sottolineare che l’elezione dei vescovi necessita di due investiture: una spirituale che è di sola competenza del Papa, con la consegna del pastorale e dell’anello, simboli del potere spirituale; la seconda, di carattere temporale, è di pertinenza dell’imperatore che dispone le regalie e l’imposizione dello scettro, determinando il passaggio del possesso e del godimento del bene.
Il Papa permette all’imperatore di intervenire in caso di contestazione nelle nomine dei vescovi, previo impegno a decidere in favore della sanior pars, la “parte migliore”. Inoltre, è concesso al sovrano temporale, ma solo in Germania, di assistere personalmente all’elezione dei vescovi e degli abati, oltre alla possibilità di eseguire immediatamente l’investitura temporale con lo scettro in mano. In Italia e nelle altre parti dell’impero ciò può avvenire solo dopo sei mesi dalla consacrazione papale.
All’imperatore, inoltre, si riconosce la possibilità di ricevere il giuramento feudale del vescovo o dell’abate. Non si parla più della conferma imperiale della nomina del Papa. Da parte sua, Enrico V riconosce i “Regalia beati Petri” e si impegna a restituire i beni ecclesiastici usurpati durante le guerre. Al termine dell’accordo, all’imperatore è tolta la scomunica.
Con questo documento, i vescovi e gli abati continuano a essere vassalli dell’impero, ma non sono più considerati dei funzionari cui non si possono più togliere, se non in casi gravi, le regalie.
Il Concordato è certamente un compromesso, ma raggiunge il principale obiettivo della riforma gregoriana: il divieto di interferire da parte dei laici nell’elezione dei vescovi e dei papi.
Il IX Concilio ecumenico e primo Lateranense del marzo del 1123, per la prima volta convocato e diretto solo dal Papa, vede la partecipazione di più di trecento vescovi. È celebrata degnamente la ratifica del Concordato di Worms, ribadendo il primato di Roma su tutte le altre Chiese e il ruolo gerarchico centrale del Vescovo di Roma. Callisto II muore il 13 dicembre del 1124.

 

 

IL TIMONE  N. 124 – ANNO XV – Giugno 2013 – pag. 54 – 55

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