Presentata ad Assisi la Charta dei Cristiani per l’Ambiente, che rovescia i capisaldi dell’ecologismo imperante fondato sul neo-paganesimo. Il rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, immagine di Dio, i pilastri del nuovo movimento.
E’ forse un segno dei tempi che cambiano, oppure il risveglio di una cultura cattolica da troppo tempo subalterna, confusa tra pensiero debole e politically correct, schiacciata dall’omologazione. Sta di fatto che dopo circa trenta anni di cultura ambientalista disperata e anticattolica, più di 15 associazioni di ispirazione cristiana hanno presentato ad Assisi il 5 di giugno la «Charta dei cristiani per l’ambiente». Si tratta di un vero cambiamento culturale, una chiara definizione dell’identità cristiana supportata dall’enorme patrimonio che dalla Genesi passa per San Benedetto, San Francesco, San Tommaso fino ai nostri giorni nelle parole del Pontefice Giovanni Paolo II.
Si legge all’inizio della Charta: «Il tentativo della cultura ambientalista dominante è quello di capovolgere il mandato di Dio indicato dalla Genesi: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la Terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla Terra (Gn 1,28) ». L’uomo, posto da Dio nel giardino dell’Eden «perché lo coltivasse e lo custodisse», è stato considerato da una certa cultura ecologista il peggiore dei nemici. Addirittura il “cancro del pianeta». E la natura è stata divinizzata al punto tale da essere adorata come Gaia. Da questo punto di vista, l’approccio e la soluzione dei problemi ambientali è stato stravolto, perché la crescita civile e lo sviluppo economico, lavorativo, tecnologico e scientifico dell’umanità sono stati considerati come aggressioni alla «madre Terra».
Nella Charta si sottolineano le differenze che esistono tra l’ideologia che caratterizza alcune tra le maggiori associazioni ambientaliste e il pensiero cristiano:
– Per un cristiano l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Per una certa cultura ambientalista l’uomo è il cancro del pianeta.
– Per un cristiano la crescita demografica è una benedizione del Signore, per molti ambientalisti è una disgrazia, la causa di tutti i mali.
– Noi cristiani abbiamo una visione teocentrica che tende alla verticalità, dove il creato ci è stato messo a disposizione dal Signore per curarlo, svilupparlo e governarlo. Mentre una certa cultura ambientalista ha una visione orizzontale che tende verso il basso, con la tendenza a divinizzare la fauna e la flora.
– Il Dio in cui noi cristiani crediamo è buono, e ama alla follia l’umanità, mentre una parte del movimento ambientai ista parla di Gaia, una dea pagana ostile e vendicativa che si ritorce contro l’uomo per ogni sua azione.
Come nei primi secoli, il pensiero cristiano non si limita a contrapporsi a forme di panteismo neopagano, ma auspica una cultura che attraverso le strade della fede e della ragione giunga alla scoperta della verità. Punti cardine di questa visione sono la concezione dell’uomo che «non è maledizione ma benedizione del pianeta. Uomo che è ricchezza e non impoverimento per il mondo. Uomo la cui prole suscita speranza e non disperazione». Ne scaturisce perciò una con-cezione dinamica dell’ambiente inteso come casa e come risorsa.
«Un ambiente che si arricchisce del lavoro dell’uomo e che moltiplica i suoi frutti grazie allo sviluppo e all’applicazione delle nuove tecnologie». Un ambiente dove la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche si coniugano in una dimensione etica dello sviluppo economico per corrispondere all’amore del Creatore. «In questo modo – precisa la Charta – il benessere e lo sviluppo dell’umanità risplenderà nella bellezza del creato». I promotori della Charta ricordano che San Benedetto ha insegnato: «Prega, lavora e sii lieto»; «Laudato sii mio Signore per fratello sole, sorella luna, sorella acqua», ha recitato San Francesco; «L:uomo è fine dello sviluppo e del generare di tutto l’universo», ha insegnato San Tommaso. E il Santo Padre Giovanni Paolo Il ha ribadito: «La tecnologia che inquina può anche disinquinare, la produzione che accumula può distribuire equamente, a condizione che prevalga l’etica del rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno».
La Charta dei Cristiani per l’Ambiente si conclude con le indicazioni del Pontefice quando dice: «La difesa della vita e la conseguente promozione della salute, specialmente nelle popolazioni più povere e in via di sviluppo, sarà ad un tempo il metro e il criterio di fondo dell’orizzonte ecologico a livello regionale e mondiale». Questa è la cultura ambientale che i promotori della Charta riconoscono come «coerente con l’umanesimo cristiano del giusto, del bello e del buono e per questo la promuovono».
L’iniziativa ha unito diversi carismi. Tra i promotori troviamo il francescanesimo della Fondazione Sorella Natura, la tradizione domenicana di Ambiente Azzurro, il dinamismo di Comunione e Liberazione presente nell’associazione L’Umana Dimora, gli insegnamenti di Gianfranco Merli nel Movimento Azzurro, il cristocentrismo del Regnum Christi, il carisma dello Spirito di Impegno Civico. Tra le altre sigle troviamo il Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo (CESPAS), il Forum per la Laguna di Venezia, il Progettambiente, l’Istituto Bruno Leoni, il portale “Sguardo leale sulla realtà”, l’associazione “Civitas Christiana”, il gruppo Caccia, Pesca Ambiente Domani (CPAD). Tante realtà vere, composte da persone serie e determinate, decine di migliaia di soci, tutti impegnati in progetti che tendono all’abbellimento del creato. Insomma a guardare quelli della Charta dei Cristiani per l’Ambiente, si scopre che la costruzione di un mondo migliore è già cominciata.
RICORDA
“Oggi assistiamo non di rado al dispiegamento di opposte posizioni esasperate: da una parte, in nome della esauribilità e della insufficienza delle risorse ambientali, si chiede la repressione della natalità, specialmente nei confronti dei popoli poveri e in via di sviluppo. Dall’altra, in nome di una concezione ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, si propone di eliminare la differenza ontologica e assiologica tra l’uomo e gli altri esseri viventi, considerando la biosfera come un’unità biotica di valore indifferenziato. Si viene così ad eliminare la superiore responsabilità dell’uomo in favore di una considerazione egualitaristica della dignità di tutti gli esseri viventi. (m) La Rivelazione biblica ha portato nella concezione del cosmo l’illuminante e pacificante messaggio della creazione, da cui risulta che le realtà mondane sono buone perché volute da Dio per amore dell’uomo”.
(Giovanni Paolo Il, discorso ai partecipanti al Convegno “Salute e Ambiente”, marzo 1997).
BIBLIOGRAFIA
Riccardo Cascioli – Antonio Gaspari, Le bugie. degli ambientalisti,Piemme, 2004 (esce in settembre).
Bjorn Lomborg,L’ambientalista scettico, Mondadori, 2003.
AA.W., Global Report 2004, 21mo Secolo, 2004.
IL TIMONE – N. 35 – ANNO VI – Luglio/Agosto 2004 – pag. 10 – 11