La castità è la virtù morale che modera l’appetito sessuale e si colloca all’interno della temperanza.
Delle diverse forme di castità (verginale, giovanile, coniugale e vedovile) – tutti siamo chiamati alla castità – prenderemo in esame quella relativa ai fidanzati, facendo riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica. In esso tale virtù è trattata in modo specifico, quando si parla del sesto Comandamento che la Tradizione della Chiesa ha sempre considerato come comprensivo della sessualità umana.
Al paragrafo 2337 leggiamo: “La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La sessualità (…) diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell’uomo e della donna”. Essa implica “l’integrità della persona e l’integralità del dono”.
Perché è indispensabile la castità?
In quanto virtù, essa è un mezzo dato all’uomo per diventare simile a Dio che è sommo bene. In che modo assume rilievo la sessualità concernente in maniera particolare l’affettività, la capacità di amare e di procreare?
Rispondiamo così. Essendo l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio – il Quale è amore esprimentesi nelle persone della SS. Trinità in maniera totale e indissolubile -, è chiaro che anche la sessualità umana deve manifestare tale sacralità nella relazione tra l’uomo e la donna. Dove? Nel matrimonio.
Invero, se la vocazione all’amore coniugale è vocazione al dono di sé nel matrimonio, è necessario arrivare a possedere se stessi (la cosiddetta integrità della persona) attraverso la conoscenza di sé, la rinuncia e l’attesa per potersi veramente donare. Inoltre, la totalità o integralità del dono si realizza non solo nella dimensione corporale, ma anche in quella temporale, cioè fino alla morte. Pertanto, la castità non va intesa come un’attitudine repressiva della volontà, quale potrebbe mostrarsi nella continenza fine a se stessa. Al contrario è quella “energia spirituale” (Familiaris Consortio, 33) che libera il dono dell’amore ricevuto dall’egoismo dei sensi e dei sentimenti, più in generale dal desiderio del piacere non subordinato alla disposizione ad amare in tutte le circostanze, in vista del dono di sé nel matrimonio, avendo sempre presente il valore della persona ed il suo bene.
In altri termini, il piacere non deve essere l’unico valore e la base di ogni valutazione.
“L’obbedienza ai divini comandamenti, l’esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera” (CCC. n. 2340) sono alcuni mezzi che la Chiesa ci consiglia in questo impegno continuo del dominio di sé.
Virtù. Disposizione abituale e ferma a fare il bene. Ci sono due specie di virtù: naturali e soprannaturali
Virtù naturali. Si producono nell’uomo con la ripetizione dell’atto sotto la guida della ragione naturale.
Virtù soprannaturali. Ci vengono date direttamente da Dio e dispongono l’intelletto e la volontà a seguire il dettame della ragione illuminata dalla fede.
Temperanza. Virtù cardinale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nei beni creati.
Fornicazione. Unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio.
La Parola di Dio
“(…) Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto”. (Mc 10, 5-9).
BIBLIOGRAFIA
Catechismo della Chiesa Cattolica.
Karol Wojtyla, Amore e responsabilità, Marietti, Milano 1980.
Dionigi Tettamanzi, Temi di morale fondamentale, Edizioni OR, Milano 1975.
Gianni Colombo – Mercedes De Carli Indri, Immamorarsi vuoi dire… Conversazioni con i giovani di oggi, Paoline, Milano 1992.
Victor Garcia Hoz, Educazione alla sessualità, Paoline, Milano 19946.
Dossier: La castità prematrimoniale
IL TIMONE N. 18 – ANNO IV – Marzo/Aprile 2002 – pag. 42