Anche un semplice quiz tv rivela la triste realtà: gli italiani non conoscono l’ABC del cristianesimo. Lo confermano inchieste giornalistiche e l’esperienza quotidiana. L’ignoranza in materia di fede regna sovrana. E gli strafalcioni non si contano
Giovedì 8 giugno 2006. Trasmissione Chi vuol esse milionario. Il giovane concorrente che siede di fronte a Gerry Scotti aspetta la domanda che vale 70.000 euro. Per 70.000 euro si possono (si dovrebbero) fare le domande più difficili di questo mondo. Settantamila euro equivalgono a Anche un semplice quiz tv rivela la triste realtà: gli italiani non conoscono l’ABC del cristianesimo. Lo confermano inchieste giornalistiche e l’esperienza quotidiana. L’ignoranza in materia di fede regna sovrana. E gli strafalcioni non si contano circa quattro anni di stipendio di un insegnante elementare, per esempio. Pensate in quattro anni quante volte questo disgraziato (dal punto di vista economico, s’intende) deve prendere l’automobile (il treno, l’autobus) per andare e venire dalla scuola, a quante riunioni (per lo più inutili) deve partecipare, quanto fiato deve sprecare per gridare a una banda di scalmanati: “State zitti! Smettetela di far chiasso!” oltre ad affrontare i genitori degli alunni che spesso gli vogliono fare (e in non rare occasioni gli fanno) la pelle. Dunque è giusto che per 70.000 euro chi ha ideato il gioco ponga un quesito difficile.
Il quesito invece è: «Quale personaggio, alla domanda di Gesù: “Chi dite che io sia?” rispose: “Tu sei il Cristo”?». Tra le risposte c’è: Ponzio Pilato, Maria Maddalena, Pietro, Giovanni. Un semplice quesito, un quesito da 70.000 lire, non da 70.000 euro, che tuttavia fa tremare le vene e i polsi al concorrente. Questi, visibilmente in difficoltà, comincia una serie di elucubrazioni che non portano a niente. Alla fine, sfatto, si arrende, e chiede l’aiuto del pubblico in sala.
Tra il pubblico in sala, qualcuno (a digiuno non dico della Summa di San Tommaso, ma dei “semplici elementi” della Scrittura) indica Ponzio Pilato. Ora, lo immaginate il procuratore romano ammettere la divinità di Gesù e nello stesso tempo decidere della sua condanna a morte? Se qualcuno (come me) sperava nella sua salvezza (dopo una prolungata permanenza in Purgatorio, s’intende) dopo una tale risoluzione deve prendere in seria considerazione l’apertura delle porte dell’Inferno. Ma torniamo al nostro racconto. Altri spettatori indicano Maria Maddalena e Pietro, ma i più sono per Giovanni (Battista o evangelista è un dettaglio).
Il concorrente rimane dubbioso. Sperava in un plebiscito per uno dei personaggi indicati, e invece… Ignorando le indicazioni dei biblisti in sala, decide di giocare un’altra carta: la telefonatata. La regia fa squillare l’apparecchio dell’amico o del parente a casa. All’altro lato del filo, l’“esperto”, udita la domanda, non sa che pesci prendere (forse se avesse pensato proprio a loro, ai pesci, un pensierino per Pietro ce lo avrebbe fatto), e siccome il tempo passa, si collega come un pazzo a internet, e internet risolve il mistero: «È Pietro, è Pietro, quello che ha risposto così!» Segue (suppongo) un insulto: “Gnurànt!”. L’“analfabetismo” religioso (e in particolare quello che riguarda la fede cristiana) è in aumento vertiginoso, in Italia come nel mondo. Alcuni anni fa, il direttore de Il Giornale, Maurizio Belpietro, chiese a due firme del Timone – Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro – di preparare una serie di domande per realizzare un’inchiesta sull’ignoranza religiosa in Italia. Quel che ne venne fuori è roba da non credere.
In pratica, solo un italiano su due sa chi è l’autore del “Padre nostro”; quattro su dieci non sanno che cos’è la Trinità (ben altro è cercare di “spiegarla”: vedi Agostino); il 23% degli intervistati ignora il significato della Pasqua. Risposte errate anche sull’Immacolata Concezione, il termine Messia, il nome degli evangelisti, il Credo, l’immortalità dell’anima, la Passione eccetera. Tirando le somme: «solo l’8,8 per cento viene promosso a pieni voti; il 37,4 mostra una conoscenza sufficiente, oltre la metà verrebbe bocciato all’esame di catechismo, e di questo un buon 17 per cento non sa assolutamente nulla» (ma forse sa tutto sul Grande Fratello o L’Isola dei Famosi).
Se l’Italia piange, l’America non ride. Secondo la rivista statunitense Harper’s Magazine, solo il 40% degli americani conosce più di quattro dei Dieci Comandamenti, e a stento può citare un evangelista; il 20% crede che Giovanna d’Arco sia stata la moglie di Noè, e i tre quarti degli americani sono convinti che nella Bibbia ci sia la frase “Aiutati che Dio ti aiuta”. Una decina di anni fa, Mitì Vigliero Lami raccolse strafalcioni di candidati alla maturità (maturità, dico, non scuole elementari!). Ed ecco alcune perle: Chiostro = dove si vendono le bibite; Erodiade = re che voleva uccidere Gesù Bambino; Omelìa = fidanzata di Amleto; Salmodìa = pesce; Rosario = giardino pieno di rose; Vademecum = esortazione ad andarsene. Esempio: “Vademecum, Satana!”; Valdese = abitante della Val d’Aosta. Non ne parliamo dei bambini, per alcuni dei quali «Adamo era grigio e marrone perché fatto di fango»; «Ci sono migliaia di Dii, che si evitano, perché non vanno d’accordo»; «La Madonna era cristiana»; «C’era una volta un pastore che portò a pascolare le sue pecore smarrite »; «Il cammello è buono come un santo »; «Giuseppe e Maria partorirono insieme »; «I papi sono celibi di padre in figlio»; «Se il gallo non cantava, Pietro non ingannava nessuno»; «Anche gli animali in cielo hanno Gesù; non è lo stesso Gesù nostro; c’è un altro animale che fa da Gesù».
Come non bastasse, ci si mise, qualche anno fa, anche il Codice da Vinci (oltre 40 milioni di copie vendute nel mondo), nel quale si sostiene che Cristo non morì in croce e invece sposò Maria Maddalena, la quale, scelta per diventare capo della Chiesa, dovette scappare in Francia, incinta di una figlia avuta da Lui; che Pietro, invidioso di questa donna, le sottrasse il timone della nascente istituzione, perseguitandone i seguaci; che un ipotetico Priorato di Sion avrebbe nascosto nel corso di 2000 anni la “vera” storia di Gesù, con trame, omicidi, attività criminose; e altre panzane storiche.
Brutte notizie vengono dalla scuola (e quando mai le notizie che vengono dalla scuola non sono brutte): la percentuale di studenti italiani che ha deciso di non seguire l’ora di religione è salita (e di molto) rispetto all’anno scorso. E brutte notizie vengono pure dalla famiglia: aumenta infatti il numero dei genitori che non mandano i figli in chiesa e impediscono loro di ricevere la Prima Comunione. Se si va di questo passo, fra cent’anni il mondo crederà vero quel che scrisse un alunno delle elementari: «Gesù di cognome faceva Dio».
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«Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta».
(Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Congresso Nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale, 16/01/1982).
IL TIMONE N. 112 – ANNO XIV – Aprile 2012 – pag. 52 – 53
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