La Chiesa e i venezuelani non si lasciano ingannare, piuttosto è preoccupante questo atteggiamento romantico dell’Europa che accoglie un pericoloso dittatore come un eroe rivoluzionario». Il cardinale Rosalio José Castillo Lara, 83 anni, dal 1997 tornato in Venezuela dopo oltre venti anni di importanti incarichi nella Curia Romana, è molto preoccupato per ciò che sta accadendo nel suo Paese da quando Hugo Chavez è presidente, ovvero dal 1998. Ma anche per la percezione che se ne ha all’estero, soprattutto qui in Europa. Ci parliamo durante una sua breve visita a Roma, alla vigilia di un tour europeo di Chavez, iniziato l’11 maggio, proprio con la visita al Papa. «Non si preoccupi – mi dice prevenendo la domanda – Benedetto XVI sa benissimo cosa sta accadendo in Venezuela e nell’America Latina. E nessuno in Venezuela si lascerà ingannare dalle foto di Chavez con il Papa. Invece l’Europa…».
Già, l’Europa. Il cardinale Castillo Lara parla di «romanticismo», di fascino della rivoluzione: l’ultimo eroe è stato il sub-comandante Marcos, il rivoluzionario del Chiapas, ma ora anche lui è andato in pensione. E non si può sempre contare sull’eterno Fidel Castro. Ecco perciò Chavez, l’uomo che chiama a raccolta tutti i rivoluzionari per sfidare l’imperialismo americano. E non è solo un invito ideale: «In questi anni, con i proventi del petrolio (il Venezuela è uno dei principali
Paesi produttori di petrolio, ndr) ha regalato almeno 18 miliardi di dollari per sostenere l’ascesa di candidati amici in altri Paesi latino-americani: l’ultimo esempio è il neopresidente boliviano Morales, a cui ha pagato la campagna elettorale. Ma interviene anche in Uruguay, Paraguay, Ecuador. Ha aiutato anche l’Argentina a pagare il debito con il Fondo Monetario Internazionale.
Per non parlare di Cuba: Chavez è diventato la banca personale di Castro, lo ha già finanziato con 5 miliardi di dollari e ogni giorno gli regala 80mila barili di petrolio. E tutto ciò mentre il popolo del Venezuela diventa sempre più povero e meno libero, oppresso da un regime militarista».
Lo confermano anche i dati ufficiali: nel 1998 il reddito pro capite sfiorava i 6mila dollari, oggi è sceso a circa 4500. Cifre che neanche rendono bene l’idea: un rapporto della Banca Mondiale afferma che 1’80% della popolazione vive in povertà. E il cardinale Castillo Lara spiega: «Dall’avvento di Chavez i due terzi delle piccole e medie imprese hanno chiuso, e oltre il 60% della popolazione vive di lavoretti saltuari, senza alcuna sicurezza sociale». Sempre più poveri, e non ci stupisce. Un regime totalitario, modellato sull’esperienza del comunismo, è attento esclusivamente alla fedeltà al dittatore di turno. Sentite questo episodio che ci racconta il cardinale: «Nel 2002 ci fu uno sciopero nell’azienda petrolifera nazionale. Allora, da un giorno all’altro, Chavez ha licenziato 20mila dipendenti che vi avevano aderito, negando loro anche ciò che gli spettava. Ma questi erano in gran parte tecnici specializzati, e questa epurazione ideologica ha messo in crisi l’industria petrolifera: la produzione è calata di 600mila barili al giorno, senza contare il susseguirsi di gravi incidenti nelle raffinerie, esplosioni, incendi e, ovviamente, morti». l..!economia è solo un aspetto, Castillo Lara rincara: «Prendiamo la riforma sanitaria. La situazione negli ospedali è peggiorata drammaticamente, ormai manca tutto e i malati devono portarsi anche le medicine. E lo sa perché? Per promuovere le unità sanitarie di quartiere: Chavez ha fatto arrivare da Cuba 30mila tra infermieri e medici senza esperienza per mandarli nelle borgate più povere, ma più che per curare vanno per indottrinare. È il modello di Castro, che ora si allarga alle scuole». E la gente? «La gente ha paura, perché Chavez ha creato anche delle milizie popolari, distribuendo armi. Lui dice per organizzare la difesa in caso di attacco americano, ma secondo lei fucili e mitra servono per la guerra? lo direi piuttosto che servono per tenere a bada la popolazione. E ha seminato odio, odio tra le diverse fasce di popolazione, tra poveri e ricchi. E corruzione, a livelli inimmaginabili. Odio e corruzione, e il frutto è la violenza crescente: ormai ogni settimana si registrano in media 200 omicidi, alcuni di una brutalità impressionante: poche settimane fa tre fratelli minorenni sono stati rapiti a scopo di estorsione, ma siccome la famiglia non aveva da pagare il riscatto, quei bambini sono stati torturati e uccisi. Ecco come è stato ridotto il Venezuela».
La gente ha paura, ma non per questo dà il proprio consenso a Chavez, contrariamente a quello che sostengono “castristi” all’amatriciana come Gianni Minà: «Dopo gli enormi brogli di Chavez nel referendum del 2004, alle elezioni parlamentari del 2005 c’è stata un’astensione dell’85% e sarebbe stata più alta se i dipendenti pubblici non fossero stati obbligati a recarsi alle urne, pena il licenziamento. E comunque il 40% dei voti furono nulli».
E i vescovi che danno voce al popolo sono entrati nel mirino. Il cardinale Castillo Lara già nel 1999 fu definito “indemoniato” da Chavez e più recentemente è stato classificato in rapida successione “bandito”, “golpista”, “traditore”. «Ma finora non ha osato perseguitare apertamente la Chiesa, perché il nostro popolo è cattolico e avrebbe reagito». Finora. Però alla fine di aprile è stato ucciso un sacerdote, era sottosegretario della Conferenza episcopale: scomparso, due giorni dopo il suo cadavere èriapparso in un alberghetto malfamato. Il pubblico ministero, uomo legatissimo a Chavez, ha subito annunciato “delitto a sfondo omosessuale”. Ma la Conferenza episcopale ha reagito duramente: «Vogliamo un’inchiesta seria che appuri la verità», dice un comunicato lasciando intendere che il sesso non c’entri per niente. E non ci crede neanche la gente, migliaia le lettere di solidarietà ai vescovi e parlano di omicidio politico. «Molti pensano – dice Castillo Lara – che in realtà si tratti di un avvertimento ai vescovi che criticano Chavez», e se fosse così dovremmo attenderei presto un peggioramento su questo fronte.
Anche perché si stanno creando strane alleanze internazionali. Ed ecco che torniamo all’Europa: il disegno di un fronte “castrista” sudamericano, con l’ascesa nei singoli Paesi di leader socialisti anti-statunitensi, si sposa bene con l’altra offensiva laicista che – per introdurre l’aborto libero in America Latina – punta a silenziare la Chiesa cattolica. E di questa offensiva è protagonista anche l’Unione Europea, come abbiamo già documentato nei numeri scorsi del Timone, i cui vertici sono peraltro pervasi da un diffuso anti-americanismo. A questo si aggiunga l’aperto sostegno a Chavez della Conferenza dei Paesi islamici, che hanno minacciato di far saltare la polveriera del Medio Oriente se la Casa Bianca oserà minacciare il Venezuela. E cosa potrà dare Chavez in cambio di questo sostegno? Insomma, ce ne è abbastanza per dare un’occhiata più attenta a quanto accade in America Latina.
IL TIMONE – N. 54 – ANNO VIII – Giugno 2006 – pag. 18 – 19