Molti se ne sono già andati. E, avendoli conosciuti, non ci è difficile sperarli lassù, dove tutti ambiamo arrivare, nel Cuore del Padre, fra gli Angeli e i Santi.
Molti collaboratori del Timone, infatti, sono morti nel corso degli ultimi anni e ci pare doveroso ricordarli in questo numero speciale, anche per fare sentire la nostra amicizia ai loro cari e per attirare la loro intercessione, a noi tanto necessaria, oltre che per favorire le nostre preghiere e la celebrazione di sante messe in suffragio delle loro anime.
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Il primo a lasciarci è stato, nel 2003, dopo alcune collaborazioni, Alfredo Cattabiani, nato a Torino nel 1937, celebre per avere introdotto in Italia nel decennio 1969-1979, in cui guidò la Rusconi libri, tanti autori cattolici estranei al progressismo imperante.
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Nel 2004, muore Marco Tangheroni, nato nel 1946, professore di grande talento di storia medioevale, tra i fondatori di Alleanza Cattolica, capace di fare innamorare della verità, attraverso la storia, tanti giovani che ebbero la grazia di poterlo frequentare nel corso di una vita operosa e sofferta, accompagnata da una grave malattia che lo costrinse a frequentissime e invasive dialisi.
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Nel corso dello stesso anno muore Sandro Totti, pochi giorni dopo aver consegnato il primo e unico suo articolo per il Timone, che uscirà nel novembre 2004 dedicato alle 32 religiose martiri di Orange, durante la Rivoluzione francese. Medico primario ad Ancona, ma soprattutto un vero apostolo, durante il funerale è stata annunciata dal suo parroco l’introduzione della causa di beatificazione.
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Due anni dopo, nel 2006 muore il medico Anna Maria Cenci, nata nel 1922, innamorata della Sacra Scrittura, che per decenni ha guidato gruppi di lettura e di preghiera della Bibbia. Dai microfoni di Radio Maria alla rubrica I grandi fatti della Bibbia, che ha tenuto sul Timone fino all’ultimo, ha aiutato molti a leggere e comprendere meglio la Parola di Dio.
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Nel corso dell’anno successivo, il 2007, muore il cantautore Claudio Chieffo, nato a Forlì nel 1945, da sempre legato a Comunione e Liberazione, collaboratore appassionato della nostra rivista, animatore con le sue belle canzoni di diverse riunioni dei collaboratori del Timone, che allora si svolgevano saltuariamente a Milano, nella parrocchia San Pio X.
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Durante lo stesso anno scompare anche Alessandro Massobrio, genovese, studioso appassionato e sempre disponibile, una “bella penna” come si dice, che il Signore ha voluto con sé ancora giovane, essendo nato nel 1950.
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Nel 2008, il primo dell’anno muore, a nemmeno cinquant’anni, al termine di un’attività apostolica che lui stesso aveva organizzato, Enzo Peserico, professionista stimato e animatore di gruppi giovanili a Milano, militante di Alleanza Cattolica e studioso del Sessantotto, argomento su cui aveva scritto il primo e unico articolo per la nostra rivista.
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Sempre nel 2008 muore a Como mons. Alessandro Maggiolini, vescovo della città lariana dopo essere stato alla guida della diocesi di Carpi e dopo una lunga stagione trascorsa nel clero ambrosiano. Fin dall’inizio amico del Timone, ha scritto diversi contributi su molti temi, unendo la profondità del pastore con la capacità di farsi leggere del giornalista.
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Nel 2009 ci lasciano infine Massimo Caprara e Marta Sordi. Il primo aveva 87 anni e una lunga stagione politica e culturale alle spalle. Già segretario di Palmiro Togliatti, aveva lasciato il Pci e attraverso un percorso tortuoso era pervenuto alla fede cattolica in età adulta, spendendo gli ultimi anni della sua vita a testimoniare la verità ritrovata con appassionato ardore di neofita, anche attraverso le numerose collaborazioni con il Timone.
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Infine Marta Sordi, nata a Livorno nel 1925, la storica dell’antichità, che ha avuto il merito di lasciare una importante scuola di allievi che continuano a scrivere sulla rivista. Alla capacità di penetrare senza superficialità nei temi che affrontava, seppe unire altrettanta capacità d’insegnamento e una straordinaria affabilità e disponibilità, anche durante la malattia che accolse con fermezza e serenità.
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A tutti loro che, ci piace pensare, “continuano a leggerci”, o che non ci leggono affatto perché hanno cose più importanti e belle di cui occuparsi, noi non possiamo che dire grazie. Grazie per quello che hanno scritto, per la testimonianza di fede e di serietà che hanno lasciato. Alle loro famiglie, agli amici che continuano a ricordarli, possiamo assicurare la nostra piccola ma sincera preghiera. Se il Timone è giunto al 100mo numero, lo dobbiamo anche al loro prezioso contributo.