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14.12.2024

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CL: 50 anni di presenza cristiana
31 Gennaio 2014

CL: 50 anni di presenza cristiana

 

 

 

 

Uno scambio di lettere fra il fondatore di Comunione e Liberazione e il Papa per celebrare il cinquantesimo del movimento.

 

Cinquant,anni fa, nell’ottobre del 1954, mons. Luigi Giussani cominciava a insegnare religione al liceo milanese Berchet. Diventavano così visibili un percorso e una presenza cristiani nella scuola da cui sarebbe nata prima Gioventù Studentesca, poi Comunione e Liberazione, che si sarebbe estesa dalla scuola all’università e al mondo del lavoro e delle professioni.
Cinquant’anni sono molti nella vita di un uomo e costituiscono spesso quasi tutta la lunghezza della sua vita terrena. Cinquant’anni sono importanti anche nella vita di un movimento, nel senso che permettono un bilancio, una riflessione sulla base di un’esperienza significativa, almeno quanto alla durata nel tempo.
E infatti, per il cinquantesimo compleanno di CL, il fondatore si è rivolto alla cattedra di Pietro e quest’ultimo gli ha risposto. Ecco perché me ne occupo in una rubrica che riguarda il Magistero.
Mons. Giussani si rivolge al Pontefice ricordando il senso ultimo della nascita di CL, il cui «genio» consiste nell’aver intuito la necessità e il bisogno per molti «di ritornare agli aspetti elementari del cristianesimo, vale a dire la passione del fatto cristiano come tale nei suoi elementi originali, e basta». Il fondatore di CL ricorda come il senso del movimento consiste nel comunicare agli uomini che «il cristianesimo si identifica con un Fatto – l’Avvenimento di Cristo – e non con un’ideologia». È una forma importante di sano realismo, da apprezzare anche perché pronunciata in tempi in cui l’approccio ideologico alla realtà era consueto, anche in alcuni ambienti cattolici. Questo amore per la realtà, in tempi di furore ideologico, spingerà CL a scontrarsi con chi voleva escludere la religione dalla vita pubblica delle nazioni occidentali e quindi a subire, come tanti altri, cattolici e non, la reazione aggressiva e ideologica di chi ha continuato a ragionare in termini di rifiuto della realtà.
Ma l’Avvenimento di Cristo ha bisogno di un luogo dove essere accolto. Questo luogo è anzitutto il tabernacolo dove Dio è presente nel SS.mo Sacramento, ma il cristianesimo non può non essere predicato e portato in ogni parte del mondo. Ecco allora il senso delle opere, delle iniziative in ogni campo dell’umano nate da CL e che hanno contributo alla resistenza della società di fronte all’aggressione delle ideologie, soprattutto del marxismo fino alla caduta del Muro di Berlino, nel 1989.
Papa Giovanni Paolo Il lo ha riconosciuto nella risposta alla lettera di mons. Giussani: siate «fedeli al carisma degli inizi per poter rispondere efficacemente alle attese e alle sfide dei tempi» ha detto, al fine di riproporre l’avvenimento cristiano «in modo affascinante e in sintonia con la cultura contemporanea», in modo che possa essere accolto dall’uomo di oggi, dopo mezzo secolo «segnato da una sofferta contrapposizione con le ideologie imperanti» e davanti all’attuale «diffusa tendenza al relativismo, allo scetticismo, al nichilismo, che rischiano di estinguere i desideri e le speranze delle nuove generazioni».
In effetti, il movimento fondato da mons. Giussani è stato I e rimane un ambito dove soprattutto i giovani trovano l’opportunità di ricevere un’educazione alla fede cattolica, supplendo in molti casi alla famiglia e alla parrocchia I e comunque integrandole, favorendo una presenza cattolica nelle diverse articolazioni della società. Se il processo di secolarizzazione che ha investito il mondo occidentale negli ultimi due secoli, accentuatosi soprattutto dopo la rivoluzione culturale del 1968, ha colpito meno l’Italia rispetto agli altri paesi occidentali, come rilevano i sociologi, lo si deve anche alla resistenza offerta da questa realtà ecclesiale.
Proprio nel 1968, infatti, molti esponenti delle prime comunità cristiane nate dalla testimonianza e dall’insegnamento di don Giussani, e che allora si chiamavano Gioventù Studentesca, subivano il fascino della proposta ideologica marxista e abbandonavano l’esperienza iniziata, mentre don Giussani doveva trasferirsi negli Stati Uniti e lasciare la guida del movimento, per ordine dell’autorità ecclesiastica. Al suo ritorno, e proprio riflettendo sull’accaduto, venivano gettate le basi del futuro movimento, che all’inizio degli anni 1970 si sarebbe chiamato Comunione e Liberazione. Costituendosi, avrebbe offerto a successive generazioni di studenti, soprattutto nell’università, una concreta alternativa alla proposta dei diversi gruppi della sinistra extra-parlamentare o al disimpegno. E così sarebbe cresciuta una realtà importante che avrebbe cominciato a operare e a condizionare, I in senso tendenzialmente coerente con i principi della! dottrina sociale della Chiesa, la vita pubblica di alcune regioni italiane. Non soltanto, ma dall’Italia l’esperienza di CL si sarebbe diffusa in settanta Paesi, come ricorda il Papa nella lettera a mons. Giussani, permettendo alla fede cristiana di animare culture diverse, a tutte offrendo una delle caratteristiche più importanti del movimento, l’ «incontro personale con Cristo».
Aggredita spesso dalle forze della cultura egemone per la sua testimonianza pubblica ed esplicita della fede cattolica, CL non sempre viene difesa come meriterebbe dall’interno del mondo cattolico, soprattutto da parte di il chi subisce il fascino e vive con un complesso d’inferiorità nei confronti delle ideologie dominanti. Eppure, chi ha a cuore le sorti della Chiesa nel mondo contemporaneo, dovrebbe facilmente apprezzare questa presenza missionaria, e in un certo modo apologetica, operante da ormai mezzo secolo.

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

La lettera inviata da mons. Luigi Giussani a Giovanni Paolo Il in occasione del 50° anniversario della nascita di CL è del 26 gennaio 2004, mentre la risposta del Santo Padre è del 22 febbraio; entrambe si trovano in Tracce. Rivista Internazionale di Comunione e Liberazione, aprile 2004.
Sulla storia e le caratteristiche di CL si possono leggere i due volumi di Massimo Camisasca, Comunione e Liberazione. Le origini (1954-1968), San Paolo, 2001 e Comunione e Liberazione. La ripresa (1969-1976), San Paolo 2003.

 

 

 

IL TIMONE – N. 35 – ANNO VI – Luglio/Agosto 2004 – pag. 58 – 59

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